Antonio Ricci, si sa, è uomo di spirito. L’importante è che non si tocchi la sua persona, in nessun modo. Nelle sue vesti di capace ventriloquo può scatenare sul suo nemico uno tsunami di fango condito con abbondanti colpi sotto la cintura. Come dimenticare la surreale campagna contro
Paolo Bonolis (divenuto
Paolo Tarocchis dopo anni di collaborazione ed amicizia) quando con il suo primissimo Affari Tuoi scalfiva il dominio di
Striscia la Notizia nell’access prime time? L’ultimo obiettivo di Ricci è
Gad Lerner, il giornalista e conduttore de L’Infedele, che si è permesso (
lesa maestà!) di attribuire al creatore di Striscia la paternità del “velinismo”, presunto emblema e causa del degrado e della mercificazione delle donne nella nostra televisione e nella nostra società. Sul fatto, lo chiarisco subito, sono in aperto disaccordo. Lerner, con atteggiamento
tromboneggiante, ignora che le veline di Striscia sono proprio la parodia di quel fenomeno. Detto questo bisogna essere in malafede per non vedere quanto Ricci su quest’idea, che era certamente brillante alla fine degli anni ‘80 quando le copertine dei settimanali erano ricoperte di donne nude contrabbandate da notizie, ci abbia marciato.
Aldilà della questione oramai è “guerra aperta” al povero Lerner che è diventato oggetto di grottesche reprimende recitate (
ovviamente registrate e non in diretta) dalle due veline in carica,
Costanza Caracciolo e
Federica Nargi. Gad, ridicolmente soprannominato “
Gaf“, Lerner non può nemmeno permettersi di affidare
una replica al suo blog che ecco puntuale arrivare a mezzo stampa la nuova letterina firmata (a proposito di tarocchi) dalle due improvvisamente riscopertesi dotate delle facoltà d’intelletto e di parola.
Se di fronte alla prima reprimenda, aldilà di una fastidiosa e ridicola supponenza delle due impegnate in un’interpretazione da recita delle elementari, si poteva rimanere indifferenti, in questa è palese il violentissimo attacco alla persona
Gad Lerner, alla sua onorabilità e alla sua rispettabilità.
Invece di dettare missive che citano filosofi dell’ottocento a due belle ragazze scelte in base alle loro qualità nell’antica arte dello sculetto
Ricci potrebbe occuparsi di misurare il suo ego. Ne avrebbe per così tanto tempo che staremmo tranquilli per un po’.
Questo il testo della seconda replica “delle veline”:
Carissimo Gaf,
meglio essere imboccati da un autore satirico che dagli Agnelli, da Tronchetti Provera, dall’ex Governatore della Banca d’Italia Fazio e da quel finanziere a cui quest’estate lei ha fatto da mozzo (o escort) sul suo yacht. Ci dispiace dirlo, ma si vede proprio che lei parla per preconcetti e non sa quello che dice. Già una volta abbiamo risposto alla polemica di Fabio Fazio e non si dimentichi che due Veline hanno condotto con grande successo Striscia. Oltre a non sapere chi è Rosmini, non sa neppure queste cose basilari. Ma dove vive? Noi parliamo sempre a Striscia durante le telepromozioni. Durante la trasmissione non parliamo perché questo è il nostro ruolo paradossale e lo facciamo solo nel momento più alto: quello della vendita della merce.
Ci scusi, ma lei dovrebbe farsi registrare o perlomeno doppiare, perché quando parla con la bava alla bocca non si capisce bene quello che dice.
Ha perso però il paradosso più clamoroso: noi non veniamo scelte da Antonio Ricci, ma da una giuria composta da giornalisti come lei, caro il nostro piccioncino.
Comunque, se vuole, potremmo continuare la polemica per farle pubblicità all’infinito.
È evidente che lei è troppo geloso del nostro successo. Le diamo un consiglio: si depili!
La salutiamo con simpatia, oh Velina delle Veline, mistificator scortese.
Costanza Caracciolo e Federica Nargi