Harmony, cittadina mineraria negli Stati Uniti. Un incidente in galleria causato dall'incompetenza del giovane Tom Hanniger provoca la morte di cinque minatori. L'unico sopravvissuto, in stato di coma, è Harry Warden. Nel momento in cui si risveglia il suo desiderio di vendetta è così forte da spingerlo a commettere un massacro nel giorno di San Valentino.
Ora sono trascorsi dieci anni e Tom, ancora oppresso dal senso di colpa, fa ritorno nella sua città. Trova che Sarah, suo amore di un tempo, si è sposata con Axel, all'epoca suo amico e ora sceriffo. Tom spera di riuscire a superare quel nefasto passato invece una serie di delitti efferati fa sorgere qualcosa di più di un sospetto: il suo ritorno ha fatto sì che anche Harry Warden abbia fatto la sua ricomparsa sulla scena con il proposito di completare il massacro. Non sempre i remake sono peggio dei loro modelli di riferimento. Il film del 1981 di George Mihalka, entrato a buon diritto tra i cult di Quentin Tarantino, viene ora superato dal rifacimento di Patrick Lussier il quale peraltro finora non ha brillato per meriti particolari. Cosa è successo? E' successo che si è avuta la concomitanza di due elementi importanti in relazione al genere. Il 3D, oggi riscoperto per l'ennesima e speriamo duratura volta, conferisce un particolare impatto al cinema horror se se ne sanno utilizzare adeguatamente le potenzialità. Non c'è nulla di meglio di picconi che vengono lanciati verso la platea o di fiamme che si incanalano in un tunnel per esaltarne la resa. Se vi si aggiunge una dimensione claustrofobica come quella di una miniera altrettanto oscura quanto la notte che domina il film si può ben comprendere quanto il terreno sia favorevole per l'acuire della tensione.
Ma il motivo della riuscita non è solo nell'uso della tecnologia più avanzata. Sta anche nella scelta di andare 'oltre' (in senso positivo finalmente) Saw e affini. Anche chi non fosse appassionato del genere ma avesse voglia di ‘farsi paura' potrà agevolmente comprendere come in questo caso l'efferatezza (indispensabile per un serial killer vendicativo o supposto tale) sia finalizzata alla narrazione e alla creazione di suspense e non subordinata a una sterile e bieca messa in successione di frattaglie sanguinolente o di torture da far impallidire il ben noto Marchese. Qui, se per San Valentino si ricevono 'in dono' cuori fino a poco prima pulsanti non si tratta di un pretesto. Una ragione c'è.