Valérie Tasso scopre il sesso a 15 anni. Nel momento in cui si avvicina ai trenta è affamata di sesso e non esita a definirsi ninfomane. Confida le sue pulsioni alla saggia nonna che la invita a non frustrare il desiderio ma anche a riuscire a comprendere il senso di solitudine che lei tenta di rimuovere. Dopo la morte della nonna, perso il lavoro, Valérie ne cerca uno nuovo. Incontra così Jaime, un uomo romantico che, per la prima volta, la fa sentire innamorato. Tutto procede per il meglio fino a quando…
Bisogna utilizzare i puntini di sospensione quando si riferisce di un mélo perché qualsiasi ulteriore informazione potrebbe rovinare l'attesa degli eventi. Valérie Tasso non è un personaggio immaginario. È una donna colta di 37 anni che ha scritto un libro sulla sua vita sessuale di francese che vive a Barcellona. Il libro ha fatto scalpore perché lo stile della narrazione non era né quello pedopruriginoso alla Melissa P. né freddo e paraginecologico come tanta pubblicistica che negli anni recenti ha occupato gli scaffali delle librerie. La Tasso ha mescolato desiderio, passione e sofferenza nelle sue pagine e altrettanto fa Molina tanto che ci si può chiedere se sia possibile fare un film romantico basandosi su una perversione. La risposta è sì perché la sceneggiatura, sfruttando l'iniziale rapporto con la nonna (una Geraldine Chaplin finalmente fuoriuscita dagli horror) inserisce il tema della soddisfazione delle pulsioni come rimedio a un profondo senso di solitudine.
Gli uomini, così ‘necessari' per l'eros, non fanno una bellissima figura nel film. A partire da Jaime, l'amore romantico (ma dalla eiaculazione precoce) che si trasforma inopinatamente in un pericolo. Per il resto non c'è nulla di più trasgressivo (anzi) di quanto non si possa vedere nella serie tv Satisfaction. Il problema è semmai dato dall'eccessiva enfasi della colonna sonora che, in più di un'occasione, trasforma quella che avrebbe potuto essere una cronaca partecipe di un percorso femminile nella sessualità in un feuilleton quasi d'altri tempi. Un suggerimento: non lasciate la sala all'inizio dei titoli di coda. C'è ancora una sorpresa.