New York. Anni Trenta. La storia vera del pugile Jim Braddock.
“Nella storia della boxe nessuna vicenda è paragonabile a quella di James J. Braddock”.
Con queste parole si apre Cinderella Man, e anche se sappiamo che la boxe non è parca di storie al limite della fiaba (già più volte celebrate al cinema), dopo aver visto il film non facciamo fatica a crederlo. Cinderella Man, come lo definì la stampa con poetica efficacia, il pugile d’origine irlandese caduto in disgrazia durante la grave crisi economica del ’29, espulso dai ring perché considerato ormai incapace di combattere, ridotto sul lastrico in fila per il sussidio statale, a elemosinare qualche ora di lavoro giù al porto un giorno sì e tre no che, presentatagli una seconda possibilità, ritorna quasi per scherzo a indossare i guantoni battendo, contro ogni pronostico, uno dopo l’altro, avversari più giovani e più forti di lui, fino a raggiungere, in età di pensionamento, l’incontro per il titolo mondiale con il temutissimo Max Baer. Era il 13 giugno 1935.
I pochi che l’hanno visto e i moltissimi che lo seguirono per radio non l’avrebbero dimenticato, pronti a giurare di aver assistito al più grande combattimento della storia del pugilato, eguagliato forse solo da quello, celeberrimo, fra Mohammed Alì e George Foreman in quel di Kinshasa 40 anni dopo. Strano che fino ad ora il cinema si sia lasciato scappare una storia come questa. Ora però giustizia è fatta.
Cinderella Man narra la straordinaria vicenda umana di uno straordinario essere umano, la storia di una seconda chance raccolta e onorata come meglio non si sarebbe potuto fare. Ascesa, caduta e di nuovo ascesa, inarrestabile, imprevedibile, eroica, una di quelle improponibili per toni e dimensioni se non ci fossero documenti certi a testarne la veridicità.
La morale è semplice: chi ha conosciuto la vera piovertà non può aver paura di niente, perchè non c'è avversario più duro della fame.
Al suo fianco, infatti, c’è una nazione intera, stremata come lui dalla Grande Depressione, che in lui si riconosce e si identifica, ritrovando la speranza, possibile, di rialzare la testa. Con lui in tanti quella notte hanno pregato, sofferto, vinto ed esultato.
Spettacolare con un meraviglioso Russel Crowe :smt038 :smt038