Due settimane nella vita di Ben, un produttore hollywoodiano, che, oltre a doversi confrontare con un secondo divorzio mai del tutto accettato, ha davanti a sé due progetti decisamente non semplici. Nel primo caso si tratta di un film già montato da un regista particolarmente irritabile ed attaccato al proprio lavoro. Il protagonista Sean Penn nel finale deve morire ma, prima di lui, è il suo fedele cane a fare una brutta finein primissimo piano. Il pubblico delle prewiew non gradisce e ancor meno apprezza Lou, a capo dello studio che dovrebbe distribuire il film. Riuscirà Ben a convincere il regista a togliere la scena incriminata?
Il secondo problema che Ben deve affrontare è altrettanto complesso: ha in preproduzione un film con Bruce Willis protagonista. L'attore, che si è fatto crescere una fluente barba che lo rende pressoché irriconoscibile, non ha la benché minima intenzione di tagliarsela. Chi invece dovrebbe investire i propri dollari nel progetto è pronto ad annullare tutti i contratti (con relative penali anche per Ben).
È a partire da queste situazioni che si dipana una vicenda che vede De Niro mettere in gioco tutte le sue doti istrioniche confrontandosi con un cast stellare in cui due colleghi (Penn e Willis) interpretano con grande autoironia il ruolo di se stessi.
Il meccanismo narrativo del cinema nel cinema sembrava ormai così ripetitivo e usurato da non poter trovare nuovi percorsi. Barry Levinson dimostra che non è così evitando in gran parte gli ammiccamenti agli addetti ai lavori e proponendo una commedia brillante che può divertire il grande pubblico il quale, chiamato con un sorriso a spiare dal buco della serratura del 'dorato' mondo di Hollywood, può vedersi spiegato come ogni film (in particolare in quella macchina tritasassi che è la Mecca del Cinema) sia il frutto di una molteplicità di dinamiche che non sempre agiscono in favore della sua riuscita.
Divertitevi davanti alle azzeccate caratterizzazioni di Turturro e Tucci e all'uscita non vergognatevi di averlo fatto come purtroppo è accaduto alla critica internazionale al Festival di Cannes che ha assistito alla proiezione sorridendo e spesso ridendo ma alla fine ha negato l'applauso.