Il tema storico è sicuramente rilevante, i passaggi narrativi spiegano, passo dopo passo, tutti i fattori che concorrono alla genesi di un movimento dittatoriale in una classe di un istituto superiore, mettendo in luce, con abile disinvoltura, la facilità e la rapidità con cui questo viene a crearsi. Il “gioco” che il Professore propone agli alunni è dapprima un fatto ideologico sulla base del principio di uguaglianza messo in pratica attraverso l’uniformità dell’abbigliamento (jeans e camicia bianca); è un qualcosa che aiuta i ragazzi della classe a sentirsi uniti e coesi, ad abbattere le discriminazioni razziali e l’individualità facendo sorgere in loro comportamenti solidali e di aiuto reciproco. Fin qui l’esperimento ha buon fine. Quando però, scatta l’idea di scegliere un simbolo di rappresentanza (un’ onda) ed un leader carismatico a cui obbedire (lo stesso professore), questo li esclude dal resto dell’istituto, istigandoli alla violenza e al ricorso di forza ed armi per proteggersi tra loro. Due studentesse della classe si rifiutano di aderire al progetto facendo resistenza ai fenomeni allarmanti che stanno nascendo grazie a “L’Onda”. L’apogeo della forza del pensiero di queste ultime culmina nel torneo di pallanuoto quando la loro intrusione (non sarebbero infatti state ammesse perché ricusavano la camicia bianca) scatena il caos.
L’opera pone in risalto la labilità della psiche umana e la debolezza caratteriale di fronti a condizionamenti di gruppo, elementi necessari per la nascita di un’organizzazione esclusiva in cui il leader prevale su tutto e tutti; il collegamento alla formazione della società di massa nei regimi totalitari è evidente. Il fattore psicologico è la parte più importante nel processo di formazione dell’intero caso ed è dato nel film da un tripudio di musiche, colori, simboli e feste di gruppo proprio come accadde a Fascismo e Nazismo con la nazionalizzazione delle masse che cercava il consenso attraverso propaganda, manifestazioni di grande impatto visivo e mezzi di comunicazione come radio, tv, cinema.
Il film oltre ad essere ben costruito, montato, recitato e diretto, costituisce una grande lezione di storia sulla conoscenza di quegli elementi che preparano il terreno socio-culturale all’avvento di una forma dittatoriale: una massa priva di identità e facilmente manipolabile, un’ideologia in grado di suggestionarla, un’organizzazione interna strettamente gerarchica ed infine un sistema di terrore psico-fisico.
Una vera e propria lectio. Ancora oggi molti dovrebbero studiarla a fondo.
http://caffenews.wordpress.com/2009/...dennis-gansel/