Il film, in edicola dal 20 Gennaio 2007 (a 9 euro in allegato con il quotidiano Liberazione e il settimanale Carta), ripercorre un anno molto particolare per il Messico, il 2006, l'anno del risveglio, dove il Messico del basso alza lo sguardo e si unisce al grido di dolore degli zapatisti del Chiapas, che non accettano più di sopportare i soprusi e le umiliazioni dei potenti "che lassù in alto si arricchiscono alle nostre spalle" (cit. di Marcos). Il punto di partenza è l' Altra Campagna, un'iniziativa civile e pacifica, attraverso la quale il movimento zapatista esce dal Chiapas alla ricerca della propria base popolare: gli operai, gli insegnanti, gli studenti, gli anziani, le donne e i bambini che – come tutti gli indigeni del Messico - non si sentono rappresentati dai partiti politici, siano essi di destra o di sinistra.
Nel film sono documentate, oltre all'Altra Campagna zapatista e alle elezioni presidenziali, anche le repressioni di Atenco e Oaxaca, dove sono stati uccisi dei bambini e molti civili e dove decine di donne sono state stuprate da agenti federali (viene raccolta la testimonianza di una ragazza che descrive le violenze subite).
Si tratta di un'opera completamente indipendente, con alle spalle quasi un anno di lavorazione, che vive più di passione che dell'improbabile ricerca del profitto. Parte dei proventi saranno infatti destinati a tre comunità zapatiste (Oventik, La Garrucha e Zirahuen, la prima comunità zapatista nata fuori dal Chiapas).
Nonostante la forte impronta politica che sembra avere il film, dentro c'è molta più umanità e riaffermazione della dignità personale di quanto ci si possa aspettare.
Un'utopia sarà considerato da molti il messaggio di Marcos, che incita al rovesciamento dell'assioma su cui si basa la politica "che dall'alto si accorda e dall'alto decide", puntando invece su un nuovo modo di fare politica: la politica dell'ascolto, disposta ad esplorare nuove strade, che non siano quelle tradizionali avvinghiate nell'abbraccio mortale dei mezzi di comunicazione. Una politica che parte dal basso e che raccoglie le istanze della gente "umile e semplice". Il film non vuole convincere nessuno che quella del Subcomandante non sia un'utopia. Ma nelle parole di Marcos si avverte una forza ipnotica e un senso così universale, che valeva la pena di essere raccontato.
Il film contiene le immagini, girate in soggettiva, della morte del reporter statunitense Bradley Roland Will, ammazzato ad Oaxaca da paramilitari del governo federale. Vi sono inoltre le testimonianze dello scrittore Paco Ignacio Taibo II, che con Marcos ha scritto un libro giallo dal titolo "Morti scomodi" e quella di Carlos Montemayor, scrittore e antropologo che ha conosciuto e più volte intervistato il Subcomandante.
Tra le voci dell'Altro Messico anche un lungo intervento di Fausto Bertinotti, appena eletto presidente della Camera (intervistato nel giugno del 2006), che ricorda il suo incontro con Marcos nel 1997 e parla del senso dell'Altra Campagna e della lotta zapatista, anticipatrice di tutti i movimenti di critica alla globalizzazione.
Trattandosi di una produzione indipendente, non disponiamo di un vero e proprio ufficio stampa. In pratica, a parte la pubblicità che sta uscendo in questi giorni su Carta, Liberazione, Il Manifesto, L'Unità e Left, l'unico modo che abbiamo per promuovere il film è quello di utilizzare un passa parola "dal basso" attraverso soggetti in grado di sintonizzarsi con un vasto pubblico interessato a conoscere ed eventualmente a condividere l'essenza dell'Altra Campagna, dando eco al grido di dolore che arriva da oltreoceano.
Ieri sera l'ho visto alla Cigl, con il forum dei giovani, e l'ho trovato molto interessante. Lo consiglio a tutti.