Berlusconi mi manda un telegramma: “Nòminoti governatore bankitalia. Draghi mi urta il Tremonti. Cazzi tuoi”.
Dico: il postino ha sbagliato indirizzo. Leggo: c’è proprio il mio.
Dico: non si fa così, potevi almeno telefonarmi.
Ho bisogno di un conforto spirituale. Voi vi aspettate che io mi trinco una bottiglia di grappa, invece telefono a padre Eligio, quello di Mondo X: lui è stato il padre spirituale del Milan per tanti anni, vorrà dire qualcosa.
Mi risponde la segreteria telefonica: “Al momento sono fuori al pascolo con le mucche: se l’erba me la mangiano loro, non la fumano i ragazzi. Lascia un messaggio: quando rientro ci do un’occhiata”.
Metto giù la cornetta. Il telefono fa drìììììììn!
Tiro su: dice che è il Gianni Letta. Mi schiaccio il naso e faccio: “Questa è la segreteria telefonica del dott. (detto così, punto compreso) gregnapola: se è per il governatore, faglielo fare a tua sorella, che è una crocerossina. Figurati che non mi ricordo nemmeno il numero di conto corrente. Non c’ho più nemmeno la corrente: me l’hanno sospesa perché non pago la bolletta. Per il posto da commesso al Senato a 4.000 euro al mese, telefonare ‘stasera ore pasti. Sempre che rimedio qualcosa”.
Quello di là fa un rutto, poi dice “ ’co dio” e mette giù. Sta’ a vedere che erano quelli di ‘Scherzi a parte’: mi fanno il culo a me perché non c’hanno il coraggio di dirgli al Berlusconi che il suo governo è su ‘Scherzi a parte’. Il peggio è che gliela devono raccontare anche agli italiani, che stanno su ‘scherzi a parte’.
Io il governatore non lo faccio: piuttosto mi sposo la Ferilli, mi separo – a fatica - e dopo mi faccio dare gli alimenti. Non se lo sogna nemmeno cosa son capace di mangiare, soprattutto se è a gratis.
Vecchia scuola democristiana.
Per digerire il tutto vi offro un bicchierino d’amaro: fossimo un’Italia, avremmo un’etica; siamo un’Italietta, c’abbiamo l’etichetta.
Taroccata, per giunta.