VIETATO AI POVERI DI SPIRITO
Allora, io scendo dal rampichino, mi infilo dentro i cespugli, abbasso i calzoncini da ciclista e dò mano all'idrante. Tipo strillo di vipera, mi becco un: "Uè, balengo, cosa vuoi fare con quel simulacro di apparato genitale?"
No! Quasi sotto di me, sdraiata sull'erba tipo picnic, c'è la Littizzetto; sopra, c'è il Mariotto Segni che sta tentando di ingropparla.
Le dico deluso: "Va bè tutto, però ….."
"Va bè cosa, mago Zurlì delle vie urinarie! Sto cogliendo i segni dei tempi, no?"
"A me sembra che sei ai sardi di fine stagione"
Il Mariotto, al sentire questa battuta resta indeciso tra un coitus interruptus e una eiaculatio precox. Non venendone fuori (in senso metaforico), sottopone la questione a referendum.
In quel mentre, transita di lì il cardinal Ruini, intento ad arricchire la sua collezione di coleotteri e imenotteri (il nome è una pura coincidenza).
Al vedere la Sua Eminenza preferita, la Littizzetto caccia un urlo; Mariotto rincula e, in retro, travolge il Camillo. Questi, colto di sorpresa, cala al volo la reticella sul presunto imenottero inalberato da Segni.
Siccome lì vicino crescono delle erbe miracolose per le emorroidi del Padre di radio Maria, in quel preciso istante passa di lì suor Roberta. La scena che le si presenta è così articolata:
(purtroppo, io non so disegnare e Milo Manara è impegnato nella correzione delle bozze della sua monumentale autobiografia non autorizzata di Rosanna Fratello: "Non sono sola ho quattro fratelli. Le perversioni familiari nella Puglia del XX secolo, dalla Fratello ad Albano.")
La suorina, animo ingenuo portato all'ottimismo viscerale, coglie l'aspetto bucolico della performance, vedendo solo passere, imenotteri e annaffiatoi. Chiama subito il Padre sul cellulare per estasiargli il quadretto – ma l'unico campo lì disponibile è la camporella. E lei non sa ricorrervi.
Un brontolio come di tuono fa convergere gli sguardi di tutti verso l'alto. La Littizzetto, cui fa velo la maschia possanza di Mariotto, butta lì: "Uè, che tempo che fa?"
Una nube corpulenta si agita in cielo, si contorce, si sagoma, si configura e ….. la Luciana in estasi virginale: "T'amo o pio Bova!"
Un sibilo. Una piccola meteora fende l'aria sopra di loro e va a fracassare il cranio di una formica rossa che sta per addentare le pudenda di Segni. Lui urla: "Dio lo vuole!" e si rifionda sull'allibita illibata Littizzetto. Immemore, ahiloro, della reticella di Ruini, trascina quest'ultimo nell'amplesso co(s)mico.
La Luciana è avvezza alla Terza Rete ma non a quella che ora le tappezza la spelonca. Urla da far diradare le nubi in cielo e da strappare la suorina dal suo incanto. Ora lei accorre in suo aiuto sbraitando vaderetro Satana! Ma il Mariotto non può innestare la retro perché sormontato dal Camillo che non vuol mollare la sua preziosissima reticella.
Mi allontano dalla scena già pensando al titolo del prossimo pezzo: "Mariotto Segni per sfondare nel mondo della comicità ricorre alla Rete, con il valido supporto del cardinal Ruini."
Resto dubbioso sulla frase finale: "Finisce tutto in vacca".
I comici avranno il senso dell'umorismo … ?