Ma come: arrivo io e non c’è più un cane?! Almeno un fucile, allora, per tener compagnia a un povero pistola.
Tutti a nanna.
E io “qui solo alle 4 del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare” …. e il camion della monnezza che fa un casino da vittoria ai Mondiali..
Pure le zanzare…
Io, l’unico infinito che apprezzo è quello di Leopardi.
Sì, grazie, maculato.
No, scusate, parlavo col boy del bar che mi chiedeva come voglio il caffè.
Bè, sì, la vita notturna per me è tutto, anche perché quella di urna un po’ mi intristisce. E se m’intristisco poi piango e se piango mi scendono le lacrime e se mi scendono le lacrime mi si raffredda il caffè e si rovina la maculatura.
Eh, la macula, mi ha sempre dato grandi pensieri: alcuni li ho prestati a Pascal, altri a Battisti (non quello che scrive gialli dove il delitto paga). Quelli che mi avanzano li tengo in un sacco, così quando voglio darmi un tono dico agli amici: “Eh, ho un sacco di pensieri, io”.
Quando non mi do un tono, mi do delle gran martellate sulle gengive dei canini, per il gusto di sentirle ululare dal dolore - un dolore cane. Questo giochino qui l’ho chiamato: gemgiv khan.
Sarò mongolo, ma talune volte alle martellate sostituisco le marmellate: hanno un sapore più piacevole, ma fanno ugualmente un male cane ai denti.
Alla fine avrò tutti denti canini.
Se non me li spacca prima qualcuno di voi.


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