Un passatempo io ce l’ho. Una passione, anche.
Quello che mi manca è il lavoro. Ma ne faccio un dramma solo a metà, perché siccome siamo in tanti, mal comune mezzo gaudio.
Certo che con il governo Berlusconi siamo calati tantissimo; ma sono ugualmente felice, perché, come specie in via di estinzione, saremo protetti e mantenuti dal WWF.
Ma è del mio passatempo che vi voglio parlare. Tutte le sere io mi siedo lì, davanti al mio televisore 14” in bianco e nero. E tutte le sere - festivi e prefestivi compresi - mi guardo una puntata del ‘Rischiatutto’ di Mike Bongiorno. Le aveva registrate - tutte - il mio papà, per imparare a memoria tutte le risposte giuste. Così un giorno si sarebbe presentato anche lui e avrebbe vinto contro tutti.
Peccato che è morto prima, stroncato dagli orecchioni. Li aveva fatti anche da piccolo, ma ha avuto la ricaduta da grande. Succede una volta su un milione - ma a chi gli tocca gli vengono i maroni incandescenti e i famigliari ti ricoverano perché non sopportano la puzza di sperma fritto. Muori solo come un cane, però tra spasimi atroci.
Lui, il mio papà, il videoregistratore che c’aveva era uno dei primi in circolazione. I soldi non ce li aveva, perché aspettava di vincere al Rischiatutto e nel frattempo doveva rilassarsi al massimo, non poteva distrarsi con il lavoro.
Allora, tramite conoscenze - senza conoscenze nella vita sei una merda - faceva prostituire la sua cagna (non bella, ma dalle forme procaci) con facoltosi pervertiti zoofili.
Il videoregistratore è lo stesso che uso io. La cagna, invece - morto mio papà - si è iscritta ai Testimoni di Geova.
Ho detto che ce le ho tutte, le puntate. Non è vero. Me ne manca una, perché una sera il mio papà è dovuto uscire per forza: l’aveva chiamato con urgenza un cliente - un commendatore milanese - perché la cagna si rifiutava di farsi infilzare senza il preservativo.
Il brutto è che è difficile trovare collezionisti con i quali fare scambi (di videocassette, non di cagne). Oggi il trash va di moda, ma sono ancora troppi i dilettanti.
La serie completa - meno una puntata - l’ho vista tutta un sacco di volte e adesso alcuni pezzi di nastro cominciano a essere un po’ consumati e non si capisce bene le parole. Dovrei farli restaurare dall’Istituto Luce, ma mi chiedono un sacco di soldi. E la cagna, quando le ho chiesto se voleva lavorare per me, ha tentato di vendermi la ‘Torre di Guardia’. Che nemmeno mi interessa, perché non saprei dove metterla, nel mio monolocale.
Sto pensando di far dichiarare la mia collezione ‘patrimonio dell’umanità’, così l’Unesco me la restaura a spese sue.
Io le risposte ormai le conosco tutte a memoria e quando il nastro salta ce lo metto io, il sonoro. Il povero Inardi lo cito a menadito e anche la divina signora Longari.
Tante le volte che l’ho vista e l’ho rivista, che sono entrato in intimità con la Sabina Ciuffini. E qualche sera che c’aveva la minigonna più corta, insomma, mi sono anche masturbato. Ma lei non ha mai saputo niente.
Una sera mi piacerebbe invitare a casa mia Mike Bongiorno e raccontargli la storia del mio papà (senza i particolari della cagna) e poi la mia. Sono sicuro che si commuoverebbe, perché storie così neanche se le sogna.
Io gli do il voto, se fanno il referendum per farlo senatore a vita. Se lo merita - un monumento alla cultura italiana, quasi come la Treccani e la Settimana Enigmistica.
Meglio lui di Biagi: mi fa dormire.
Non sono mai riuscito a masturbarmi con ‘Il fatto’ di Biagi.
Non c’era proprio verso.