Diverso...
Wandy sapeva di essere un diverso e soffriva in silenzio la sua
diversità.
Sin dall'adolescenza doveva fare i conti con le prese in giro dei
compagni, i suoi desideri repressi e la profonda vergogna che sovente
lo invadeva.
E si teneva per sè i suoi sentimenti, per quanto possibile, subendo
in sofferente silenzio la crudeltà del mondo esteriore.
Era consapevole che i suoi gusti sessuali erano contrari agli
insegnamenti dati, alla grigia morale dei suoi simili, e non sapeva
come comunicarlo ai genitori, così tradizionalisti, così legati al
comune senso del pudore.
Sognava un mondo libero, dove ognuno potesse scegliere la compagnia
che più gli piaceva, senza pregiudizi, senza falsi pudori, un sogno
che si teneva stretto dentro di sè.
Ma i tempi non erano ancora maturi per una così grande e autentica
libertà, la storia insegna.
Finchè si decidette, e una sera, con tutta la famiglia attorno al
tavolo per la tradizionale cena, prese coraggio e disse:
"Mamma, papà, vi devo confessare una cosa"
I genitori alzarono gli occhi e non poterono non notare l'espressione
di grande imbarazzo nel viso del figlio.
"Mamma, papà... vi voglio bene, so che batte un cuore sotto quelle
tette finte, quel vibratore sempre in mano... ecco, vi vorrei
confessare che io... ecco io... si insomma... sono un diverso!"
Seguì un attimo di imbarazzato silenzio.
"Figliolo - gli rispose amorevole la madre lisciandosi i baffi -
siamo nel 2020, il mondo non è più come una volta, ti vogliamo bene
lo stesso, non ci importa nulla se non sei un fr.... come tutti"