E' dura ma è la verità ^^
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Scegliere un mestiere che espone a rischi gravissimi è un po' diverso, comunque l'ho richiamato solo perchè il tuo esempio era stato già fatto uguale, ma con risultati 2statistici" opposti..
Chiudo subito la parentesi anzi...:)
PS: mi avete smascherato...Tadaaaa! Superdigei sono io.. :lol:
Colgo il post di Rose per sottolineare come spesso si dimentichi di citare lo stato d'animo di familiari e amici.
Ho un'amica carissima il cui marito è in Somalia, è partito lo scorso maggio e tornerà (speriamo) a dicembre.
Non vi dico come stia la mia amica, e "piccolissimo" particolare è madre di 2 bambini, uno di 3 anni , l'altro di appena 6 mesi.
Si è dovuta fare DA SOLA tutto il post parto, data la sua assenza.
Ora, io credo ci sia da ammettere che alcuni lo fanno per ideali, e quindi meritano la nostra ammirazione, ma tanti altri lo fanno solo per soldi, e in questi vedo una dose di egoismo nei confronti dei loro affetti.
Proprio la scorsa settimana un mio amico carabiniere mi diceva che vuole andare in afghanistan, premetto che non ha mai avuto esperienza in tal senso, ma la sua attuale motivazione è quella di voler dimenticare la sua ex fidanzata tralasciando il fatto che rischia di far diventare orfano suo figlio di soli 8 anni!
E' triste da ammettere, ma non tutti lo fanno per ideali.
ma perchè è diverso?? allora se trovassi uno stron*zo che mi paga per buttarmi dal settimo col parapendio? cioè:
al carpentiere non glie l'ha ordinato il medico di fare il carpentiere e spaccarsi la schiena
al militare non glie l'ha ordinato il medico di andare a strisciare nel fango rischiando la morte
TUTTAVIA.. il militare non solo sceglie un lavoro duro, come il carpentiere, sceglie un lavoro in cui mette in conto di essere ucciso e lo fa lo stesso!
muore lui e c'è un casino della madonna.. muore il carpentiere e rimane mister x che è caduto dall'impalcatura.
Massimo rispetto per i nostri caduti.
Sono soldati , è il loro lavoro , lasciarci le penne purtroppo è una possibilità. I molti soldi che gli diamo (noi che paghiam le tasse) sono a compensare giustamente l'elevato rischio a cui son soggetti.
Missione a Kabul, Bossi divide il governo
"Spero che a Natale tornino a casa"
MONFALCONE (GORIZIA) - "Spero che questi ragazzi possano per Natale vedere casa loro". nel giorno della tragedia il ministro Bossi rompe il fronte e divide il governo. Se Frattini e La Russa, rispettivamente ministro degli Esteri e ministro della Difesa, si affrettano a dire che la strage di Kabul non intimidirà il nostro Paese e non metterà in discussione il nostro impegno, il leader leghista manda un segnale opposto. E manifesta l'auspicio che tra tre mesi la nostra missione possa terminare.
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daje bossi!!!!
la cosa che mi fa piu rabbia, è che tra la gente non c'è assolutamente quel sentimento di solidarietà che dicono invece alla televisione:xma dico io, cosa aspettiamo a venire via da quel macello??
Venir via? Ci sono due ottimi motivi per non farlo:
- tornando a casa, la si darebbe vinta ai terroristi e l'inutilità di questa "missione di pace" verrebbe a galla anche innanzi agli occhi della massa (leggasi gruppo di "rincoglioniti"); si cerca di guadagnare tempo, insomma.
- la missione di "oil keeping" non può fermarsi in quanto tale.
A parte il dispiacere per la morte di 6 militari e una ventina di civili INNOCENTI, io proprio non sopporto che questi sei poveri cristiani vengano definiti "eroi". Ma ***** non sono loro gli eroi!! gli eroi sono quelli che salvano vite umane rischiando la loro!! Nelle nostre schifosissime "missioni di PACE" a chi salviamo la vita? Non la vogliono la democrazia laggiù! perchè dobbiamo imporla! E non sono in due o tre a non volerla...che facciano quel ***** che vogliono a casa loro.
Un piccolo omaggio comunque a chi muore così. Per l'anima del *****.
Un giro al freddo come sempre la notte
Che non ci siano guai
Un libro i guanti la cintura il cappotto
Che non si sa mai
Come son belle la montagne la notte
Quando fa freddo sai
Quando ci sono due milioni di stelle
Quando ti vedo dentro ad una di quelle
Quando il pensiero scalda per non gelare
Quando mi sveglio dentro a un letto che non c’è
E sono qui per fare anch’io qualcosa per il mondo
E quante volte ho visto facce che han toccato il fondo
Fra la polvere e la fame resto qui
Ovunque sono e resto qui
E quante gente ho salutato gente senza nome
E quanta strada ho calpestato per capire come
Come il mondo sia caduto fino a qui
Un giro al freddo come sempre la notte
Tutto tranquillo sai
La gente guarda e ti ringrazia più volte
Ma non dorme mai
Portiamo cibo coperte speranze
E qualche sogno in più
Tenendo il cuore dentro un blindato
Io sorridevo ma qualcuno ha mirato
E poi un’ombra di nascosto ha sparato
Nel silenzio del rumore resto qui
E non ho mai preteso di salvare il mondo
Perché il mio cuore mi diceva che era giusto in fondo
Provare a cambiare adesso qui
Comunque sono e resto qui
E non capisco quello sparo colpo senza nome
Anche se in tutto sai c’è sempre un ragione
Tra la polvere e la fame resto qui
Per te che sulla foto ci hanno scritto il nome
Si per te che non hai più una lacrima
http://www.youtube.com/watch?v=8k-pmOiEoH4
A parte gli scherzi, i motivi sono anche di più:
- venir via dopo un fatto del genere significherebbe arrendersi e appunto darla vinta ai terroristi;
- significherebbe anche mandare un bel segnale agli eventuali prossimi avversari che dovessimo trovarci contro in un qualsiasi teatro del pianeta, segnale che suonerebbe così:"ragazzi, siamo dei cagasotto, 2 autobombe e filiamo via come il vento";
- significherebbe venir meno agli impegni e agli accordi presi con gli alleati;
- significherebbe tradire e mettere in maggiore difficoltà gli alleati stessi;
- significherebbe perdere ogni credibilità in ambito internazionale ma,prima di tutto, nei confronti delle nazioni che partecipano all'isaf;
- significherebbe, se tutti si comportassero così, lasciare il paese alla mercè dei talebani, che annullerebbero tutti i progressi che faticosamente e lentamente si stanno facendo (tutto il territorio diventerebbe un buco nero nelle carte geografiche, senza leggi, senza stato, probabilmente per sempre, perchè nessuno riprenderebbe il lavoro da capo);
- significherebbe gettare al vento e rendere vane le morti di tutti i questi soldati.
E sicuramente me ne dimentico qualcuna...(a parte l'oil keeping, visto che di oil li non mi risulta ce ne sia)
Voleva i suoi 5 minuti di protagonismo scrivendo boiate, se avesse avuto un minimo di cervello certe stupidaggini non le scriveva. Gli afgani per bene vedono gli italiani come una speranza, sono i terroristi e i deliquenti come te caro pseudo redattore "balboa" che vedono i militari come invasori per continuare i loro sporchi affari.
Dov'è la mancanza di rispetto scusa???
Ho detto che è normale che se vai in un paese straniero con le tue forze armate e lì non sei bene accetto, quelli ogni tanto fanno saltare le cervella a qualcuno dei tuoi.
In guerra si muore, è normale che ciò accada!
Per evitare le morti occorrerebbe evitare le guerre.
Semmai è chi continua a sostenere che è positivo che le nostre forze armate stiano lì, che manca di rispetto.
Il mio intendimento è quello di dare alla vita di un civile afghano lo stesso valore della vita di un occidentale.
Semmai è il tuo intervento a essere offensivo per l'umanità se fai dei distinguo...
Il dispiacere per la morte c'è a pescindere da chi è che muore.
A me dispiace prevalentemente per i civili afghani, perché sono incolpevoli.
Dopodiché mi dispiace parimenti per i 6 militari e per il kamikaze, che sono gente di guerra e che quindi erano consapevoli della possibilità che la loro vita si spezzasse anzitempo.
Dopodiché certo che i militari della folgore li detesto. Come potrebbe essere il contrario quando sento il loro capitano Cucinotta che, a commento del grave evento, definisce "vile attentato" l'opera del kamikaze??
Come si può definire "vile" uno che dà la propria vita per la causa in cui crede? Non sarebbe meritevole del rispetto che ogni avversario merita? E se non rispetti il tuo avversario che compie un gesto così coraggioso - peché non si può dire che uno che si suicida per la sua causa non sia coraggioso - che uomo sei? Di che materia sei fatto?
Io ho dimostrato, numeri alla mano, che muoiono percentualmente più manovali che soldati italiani: ergo è molto più pericoloso fare il manovale.
La cosa che ti sfugge (o che vuoi che ti sfugga) è che i manovali non dovrebbero morire nemmeno uno, formalmente non è un mestiere a rischio vita e vengono quindi sottopagati. Ai militari in missione invece si riconosce il rischio della vita (sebbene sia nella realtà inferiore a quello dei manovali in Italia) con un cospicuo aumento di retribuzione.
Per questo un manovale morto viene pianto e basta. Un militare viene pianto con la considerazione che sapeva del rischio a cui andava incontro.
Non per dire, ma le nazioni unite ci han provato ad andare in africa.
Somalia per esempio, ricordate? Sono morti anche li diversi italiani.
Risultati, scarsissimi. Dopodichè l'onu se ne è andato (come vorreste che facesse l'isaf ora) e cosa è rimasto, dopo 10 anni? Caos completo.
"Andare in africa"...e chi ci va in Africa? Cioè in tutta l'africa centrale in sostanza, con i carriarmatini alla risiko?? Avete la minima idea, prima di dire "perchè non si va in africa", di quante risorse ma soprattutto uomini sarebbero necessari? Milioni. Qualche volontario? E quanti se ne perderebbero?
Che poi proprio chi fondalmentalmente è anti-militare chieda l'impiego di milioni di uomini che si invischino in decine di conflitti, guerre civili, guerriglie, guerri tribali, su mezzo continente..Ma vabè.
Il fatto che possa accadere rende meno dolorosa la perdita?
Ecco, ci mancava solo uno che parificasse i kamikaze ai soldati morti, perfetto.
Spero che nessun parente di un morto in un attentato kamikaze legga sta roba, ma veramente.
Meritevole di rispetto un avversario che, travestendosi da civile e violando tutte le più elementari regole, si fa esplodere, uccidendo senza alcun problema anche i civili nei paraggi?? Siamo alla follia.
In realtà non hai dimostrato niente, avevi buttato li dei numeri inventandoli di sana pianta ed autocostruendoti una "statistica", che definire infondata e inattendibile è poco.
E che oltretutto non tiene conto dei rischi e pericoli costanti che gravano su quella gente.
Un incidente purtroppo può capitare, ma un carpentiere non va a lavoro la mattina col terrore di poter rimanere mutilato o crepare in ogni momento. Un soldato che esce in pattuglia si.
Poi ancora con la retribuzione, vacca boia, evidentemente dev'essere uno dei fulcri della vicenda. Allora, come dicevo tempo fa, avete anche fissato un livello di retribuzione oltre al quale uno se crepa "se l'è cercata per guadagnare"? 2000€? 3000€? Prima si santifica il sacrificio di un kamikaze, poi si misura in qualche centiaia o migliaia il pericolo di morire di una persona.
Si ma che c'entra? Anche uno che va in macchina in ufficio non dovrebbe morire, eppure ogni giorno ci sono 20 morti sulle strade.
Un incidente è una cosa, assumersi consapevolmente un rischio e venire uccisi a tradimento da uno vestito da civile che si fa esplodere mandando all'altromondo anche tutti i poveracci che passavano li vicino è una cosa leggermente diversa.
Rende il lutto più agevolmente metabolizzabile.
Io ho il massimo rispetto per chi vota la propria vita per la sua causa, a prescindere da quale questa causa sia.
Tu lo faresti? I nostri militari morti, lo avrebbero fatto? Io lo farei? il capitano Cucinotta lo farebbe? No, nessuno di noi lo farebbe!
Dovreste entrare nell'ordine di idee che le guerre ormai si combattono così, vi ostinate a chiamarlo terrorismo, ma in realtà è una guerra. Rispetto alle guerre di un tempo, non c'è più una connotazione geografica: il nemico può colpire ovunque, alla metro di parigi così come a kabul. I bombardamenti aerei sono quindi passati di moda, servono solo a mietere vittime civili. Ma non lo volete capire, siete retrogradi...
Rimando il lettore a quegli interventi. Il fatto che abbia raccolto dei dati in rete e poi li abbia discussi, non fa perdere loro la validità che meritano.
Se muoio mentre guido per andare in ufficio ho il diritto di inkazzarmi (potendo, sono ormai morto) perché ciò dipende da una serie di fattori che potevano essere evitati (sicurezza delle strade, traffico, scarso controllo del territorio e quindi dei pirati della strada, etc.)
Nel caso di un'azione di guerra, la morte è in taluni casi inevitabile. Prendiamo il caso in oggetto: utilizzo di mezzi altamenti rinforzati per resistere a esplosioni di mine, itinerario deciso solo all'ultimo minuto, itinerario e suoi cambiamenti in corsa non comunicabili per telefono ma solo a voce... non c'è stata negligenza alcuna, solo la finalità della guerra, la sua ragione d'esistere: quello d'uccidere le persone.
La finalità dell'andare in automobile invece non è morire, ma essere trasferiti fisicamente da un luogo a un altro...
E' comparso ieri sera sul social network e stamane è stato cancellato
Altri gruppi con oltre cinquecento adesioni ne hanno chiesto l'immediata eliminazione
Su Facebook un gruppo agghiacciante
"Esultiamo per i militari morti a Kabul"
ROMA - Un gruppo su Facebook di persone che "esultano per la morte dei militari italiani a Kabul". E' nato ieri sera, fondato da una sedicente ragazza bionda (foto probabilmente falsa) che si fa chiamare Sofia B. Questa mattina è già stato rimosso e cancellato dagli amministratori del social network con la seguente spiegazione: "Questo messaggio presentava contenuti che sono stati rimossi o resi invisibili in base alle impostazioni sulla privacy". Al suo posto ci sono quattro altri gruppi con circa cinquecento adesioni complessive che ne chiedono l'immediata eliminazione.
Ma davvero alcune persone possono essere così folli da esultare per la strage di Kabul? Il mistero, per ora, resta. Gli esperti di Facebook dicono che tutte le ipotesi sono valide: dall'estremismo politico (ma il linguaggio non sembrava quello tipico di questi settori), alla provocazione volta a suscitare reazioni giustamente inferocite e a far agire la censura di Facebook, alla goliardata cretina.
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ho imparato a non dare niente per scontato ma spero sia chiaro che il pensiero mio (e penso anche di altri) sia lontano anni luce da queste stupide bambinate.. tuttavia prima che qualcuno lo posti additando chi non chiama eroi i militari italiani come abbracciatore di questo pensiero (se pensiero si può definire) lo posto io così da eliminare ogni dubbio.
Non esageriamo.
Io, ad esempio, mi sono limitata a condividere il link del gruppo
"4 morti al giorno sul lavoro nessuno dice un *****
6 militari tutti in lutto?"
http://profile.ak.fbcdn.net/object3/...82555_5568.jpg
C'è da dire poi che questi sono eroi per un *****.
Sono morti loro, ma avrebbero potuto ammazzare qualcuno.
"Ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia"
Mi hanno dato della poraccia, cmq.
Solo perchè non 'onoro chi a dato la vita per la patria'.
:roll:
Uh. Inoltre.. si parla spesso dei tumori causati dai 'proiettili'.
Poveri militari !
La causa di servizio in questione si chiama «metalli pesanti », sostanze che si sprigionano in quantità tossiche da mercurio, cromo, cadmio, arsenico, piombo e uranio, i veleni che per anni hanno respirato i nostri militari impegnati in zone di guerra, dalla Somalia al Kosovo, prima che diventasse ufficiale e dimostrato che l’esposizione a certi proiettili provocava tumori senza appello.
Secondo Diana, che dice di avere la documentazione, sono «diecimila i ragazzi morti dal 1970 al Duemila per le esposizioni ai metalli pesanti».
Il caso del militare Diana
Secondo Roberto Chelucci, esperto dell'INAS : “Quando si parla di morti sul lavoro , dobbiamo tener conto di una situazione più grave e che riguarda i tumori di origine professionale, che sono circa il 5% del totale. Se nel 2006 (dati ISTAT) in Italia le morti di tumore sono state 172.000. Se applichiamo il 5% per cento a questo cifra otteniamo 8600 morti per neoplasie indotte dalle condizioni lavorative.
Note e Salute: Tumori da lavoro: ormai vera emergenza sociale