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Mai un giorno di lezione in 3 anni

  1. #11
    Rude Chrystel
    Ospite

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    Ma che culo.
    Voglio sapere come hanno fatto.



  2. # ADS
     

  3. #12
    Perennemente incazzato!!! Earl88
    Uomo 35 anni
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    metà popolo terrone vive e "lavora" così...

  4. #13
    under construction ziomirto
    Uomo 44 anni
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    Quote Originariamente inviata da lakeofire Visualizza il messaggio
    Tanto se "tentano di licenziarle" ci pensa la CGIL

    la cgil tutela i lavoratori nn i truffatori

  5. #14
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Vercelli
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    metà popolo terrone vive e "lavora" così...
    scusa??

  6. #15
    Eurasia
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Earl88 Visualizza il messaggio
    metà popolo terrone vive e "lavora" così...

    Ma come ti permetti?
    Visto che sono certa non riuscirai a dimostrarmi empiricamente la validità di questo giudizio, la prossima volta faresti più figura motivando queste tue considerazioni sempliciste e profondamente offensive.

  7. #16
    Perennemente incazzato!!! Earl88
    Uomo 35 anni
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    Quote Originariamente inviata da Eurasia Visualizza il messaggio
    Ma come ti permetti?
    Visto che sono certa non riuscirai a dimostrarmi empiricamente la validità di questo giudizio, la prossima volta faresti più figura motivando queste tue considerazioni sempliciste e profondamente offensive.
    carta canta...

  8. #17
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Vercelli
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    carta canta...
    quale carta??...un articolo di giornale?? la tua grandissima inteligenza??

  9. #18
    Perennemente incazzato!!! Earl88
    Uomo 35 anni
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    Milano
    L’Italia, e soprattutto tre Regioni del Meridione, hanno un esercito di invalidi. Un esercito assolutamente sproporzionato, quindici volte più numeroso dell’esercito «vero», che pesa sui conti pubblici italiani fino a costituire, in Calabria, Campania e Sicilia, una sorta di diffuso e improprio «sostegno al reddito» o indennità di disoccupazione.
    I beneficiari di pensioni d’invalità in Italia, afferma uno studio della Confartigianato, sono 2.057.881, circa 15 volte i dipendenti delle Forze Armate. A rendere fortemente sospetta la reale «invalidità» di tutti questi beneficiari dell’assegno, sta il fatto che l’erogazione della pensione è collegata a precise condizioni di menomazione fisica, mentre la percentuale di pensioni d’invalidità erogate è in realtà fortemente differenziata per area territoriale. Secondo l’analisi di Confartigianato, il rapporto tra beneficiari di assegni d’invalidità e occupati è mediamente, in Italia, del 9,2\%. Ma nel Meridione si tocca il 13,6\%, mentre il Centro è a quota 8,9\% e il Nord si ferma al 6,8\%. In particolare in quattro regioni il rapporto tra beneficiari di pensioni di invalidità e occupati è enormemente elevato: in Calabria ci sono addirittura 15,5 beneficiari di pensioni di invalidità ogni 100 occupati; segue la Campania con 14,5\%, la Sicilia con 14,2\% e l’Umbria con il 13,1\%. Le regioni con l’incidenza più bassa di pensioni d’invalidità sono il Veneto, la Valle d’Aosta e la Lombardia con un «fisiologico» 6,2\%, precedute soltanto dal Trentino e dal Sudtirolo, che hanno soltanto 4,9 beneficiari di pensioni d’invalidità ogni 100 occupati.
    In Campania, Calabria e Sicilia, la pensione di invalidità è talmente diffusa che il numero di beneficiari è addirittura superiore al totale di lavoratori autonomi artigiani della Regione. In Campania gli invalidi che incassano l’assegno sono più del triplo dei lavoratori autonomi dell’artigianato), in Calabria e in Sicilia sono più del doppio. Gli invalidi della Campania sono in numero pressoché uguale (255 mila) al totale degli artigiani (titolari, soci e collaboratori di imprese artigiane) di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta messe insieme (253 mila).«Queste differenze distributive - rileva Confartigianato - sono state spiegate come fenomeno correlato alla irregolarità nel mercato del lavoro meridionale». Ma in realtà non sfugge all’analisi di Confartigianato la natura anomala di assegni d’invalidità così diffusi: «I trasferimenti per pensioni di invalidità - spiega lo studio - costituiscono un sostegno al reddito per disoccupati o per bassi redditi e una forma sostitutiva di pensionamento per coloro che, in avanzata età anagrafica, non disponevano di sufficienti posizioni contributive».
    Altre criticità sul fronte della gestione delle pensioni di invalidità, emergono dall’analisi dei dati sui procedimenti civili che hanno come oggetto le corresponsioni di pensioni, e che ricomprendono anche i procedimenti relativi alle pensioni d’invalidità.Dal totale dei procedimenti Confartigianato ha isolato quelli specifici ad ambiti di erogazioni previdenziali, che sono pari a 117.964 nel 2004, di cui 102.042 di primo grado (pari all’86,5\%) e 15.922 di secondo grado (pari al restante 13,5\%). Tra queste oltre la metà dei procedimenti (56.715, pari al 53,7\% del totale) riguarda le pensioni d’invalidità. Con una particolarità gran parte delle cause si fanno nel mezzogiorno dove si concentra l’82,4\% delle cause per le pensioni, dato che riventa 89,5\% se si tratta di pensioni d’invalidità.
    --

    ita(g)lia un paese d'invalidi! :: Noterdechedelada.net :: Stória, cültüra, tradissiù bressàne

  10. #19
    Sempre più FdT
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    Milano
    L’Italia, e soprattutto tre Regioni del Meridione, hanno un esercito di invalidi. Un esercito assolutamente sproporzionato, quindici volte più numeroso dell’esercito «vero», che pesa sui conti pubblici italiani fino a costituire, in Calabria, Campania e Sicilia, una sorta di diffuso e improprio «sostegno al reddito» o indennità di disoccupazione.
    I beneficiari di pensioni d’invalità in Italia, afferma uno studio della Confartigianato, sono 2.057.881, circa 15 volte i dipendenti delle Forze Armate. A rendere fortemente sospetta la reale «invalidità» di tutti questi beneficiari dell’assegno, sta il fatto che l’erogazione della pensione è collegata a precise condizioni di menomazione fisica, mentre la percentuale di pensioni d’invalidità erogate è in realtà fortemente differenziata per area territoriale. Secondo l’analisi di Confartigianato, il rapporto tra beneficiari di assegni d’invalidità e occupati è mediamente, in Italia, del 9,2\%. Ma nel Meridione si tocca il 13,6\%, mentre il Centro è a quota 8,9\% e il Nord si ferma al 6,8\%. In particolare in quattro regioni il rapporto tra beneficiari di pensioni di invalidità e occupati è enormemente elevato: in Calabria ci sono addirittura 15,5 beneficiari di pensioni di invalidità ogni 100 occupati; segue la Campania con 14,5\%, la Sicilia con 14,2\% e l’Umbria con il 13,1\%. Le regioni con l’incidenza più bassa di pensioni d’invalidità sono il Veneto, la Valle d’Aosta e la Lombardia con un «fisiologico» 6,2\%, precedute soltanto dal Trentino e dal Sudtirolo, che hanno soltanto 4,9 beneficiari di pensioni d’invalidità ogni 100 occupati.
    In Campania, Calabria e Sicilia, la pensione di invalidità è talmente diffusa che il numero di beneficiari è addirittura superiore al totale di lavoratori autonomi artigiani della Regione. In Campania gli invalidi che incassano l’assegno sono più del triplo dei lavoratori autonomi dell’artigianato), in Calabria e in Sicilia sono più del doppio. Gli invalidi della Campania sono in numero pressoché uguale (255 mila) al totale degli artigiani (titolari, soci e collaboratori di imprese artigiane) di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta messe insieme (253 mila).«Queste differenze distributive - rileva Confartigianato - sono state spiegate come fenomeno correlato alla irregolarità nel mercato del lavoro meridionale». Ma in realtà non sfugge all’analisi di Confartigianato la natura anomala di assegni d’invalidità così diffusi: «I trasferimenti per pensioni di invalidità - spiega lo studio - costituiscono un sostegno al reddito per disoccupati o per bassi redditi e una forma sostitutiva di pensionamento per coloro che, in avanzata età anagrafica, non disponevano di sufficienti posizioni contributive».
    Altre criticità sul fronte della gestione delle pensioni di invalidità, emergono dall’analisi dei dati sui procedimenti civili che hanno come oggetto le corresponsioni di pensioni, e che ricomprendono anche i procedimenti relativi alle pensioni d’invalidità.Dal totale dei procedimenti Confartigianato ha isolato quelli specifici ad ambiti di erogazioni previdenziali, che sono pari a 117.964 nel 2004, di cui 102.042 di primo grado (pari all’86,5\%) e 15.922 di secondo grado (pari al restante 13,5\%). Tra queste oltre la metà dei procedimenti (56.715, pari al 53,7\% del totale) riguarda le pensioni d’invalidità. Con una particolarità gran parte delle cause si fanno nel mezzogiorno dove si concentra l’82,4\% delle cause per le pensioni, dato che riventa 89,5\% se si tratta di pensioni d’invalidità.
    --

    ita(g)lia un paese d'invalidi! :: Noterdechedelada.net :: Stória, cültüra, tradissiù bressàne
    quindi informazioni prese da un sito bresciano.....riguardo la pensione di invalidità......... è uguale per te ad affermare che "metà popolo terrone vive e "lavora" così... ".........senza contare che il livello di disoccupazione, di popolazione e di giovani è più basso al sud e quindi le cifre in proporzione sono piu alte.....

  11. #20
    Eurasia
    Ospite

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    Milano
    L’Italia, e soprattutto tre Regioni del Meridione, hanno un esercito di invalidi. Un esercito assolutamente sproporzionato, quindici volte più numeroso dell’esercito «vero», che pesa sui conti pubblici italiani fino a costituire, in Calabria, Campania e Sicilia, una sorta di diffuso e improprio «sostegno al reddito» o indennità di disoccupazione.
    I beneficiari di pensioni d’invalità in Italia, afferma uno studio della Confartigianato, sono 2.057.881, circa 15 volte i dipendenti delle Forze Armate. A rendere fortemente sospetta la reale «invalidità» di tutti questi beneficiari dell’assegno, sta il fatto che l’erogazione della pensione è collegata a precise condizioni di menomazione fisica, mentre la percentuale di pensioni d’invalidità erogate è in realtà fortemente differenziata per area territoriale. Secondo l’analisi di Confartigianato, il rapporto tra beneficiari di assegni d’invalidità e occupati è mediamente, in Italia, del 9,2\%. Ma nel Meridione si tocca il 13,6\%, mentre il Centro è a quota 8,9\% e il Nord si ferma al 6,8\%. In particolare in quattro regioni il rapporto tra beneficiari di pensioni di invalidità e occupati è enormemente elevato: in Calabria ci sono addirittura 15,5 beneficiari di pensioni di invalidità ogni 100 occupati; segue la Campania con 14,5\%, la Sicilia con 14,2\% e l’Umbria con il 13,1\%. Le regioni con l’incidenza più bassa di pensioni d’invalidità sono il Veneto, la Valle d’Aosta e la Lombardia con un «fisiologico» 6,2\%, precedute soltanto dal Trentino e dal Sudtirolo, che hanno soltanto 4,9 beneficiari di pensioni d’invalidità ogni 100 occupati.
    In Campania, Calabria e Sicilia, la pensione di invalidità è talmente diffusa che il numero di beneficiari è addirittura superiore al totale di lavoratori autonomi artigiani della Regione. In Campania gli invalidi che incassano l’assegno sono più del triplo dei lavoratori autonomi dell’artigianato), in Calabria e in Sicilia sono più del doppio. Gli invalidi della Campania sono in numero pressoché uguale (255 mila) al totale degli artigiani (titolari, soci e collaboratori di imprese artigiane) di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta messe insieme (253 mila).«Queste differenze distributive - rileva Confartigianato - sono state spiegate come fenomeno correlato alla irregolarità nel mercato del lavoro meridionale». Ma in realtà non sfugge all’analisi di Confartigianato la natura anomala di assegni d’invalidità così diffusi: «I trasferimenti per pensioni di invalidità - spiega lo studio - costituiscono un sostegno al reddito per disoccupati o per bassi redditi e una forma sostitutiva di pensionamento per coloro che, in avanzata età anagrafica, non disponevano di sufficienti posizioni contributive».
    Altre criticità sul fronte della gestione delle pensioni di invalidità, emergono dall’analisi dei dati sui procedimenti civili che hanno come oggetto le corresponsioni di pensioni, e che ricomprendono anche i procedimenti relativi alle pensioni d’invalidità.Dal totale dei procedimenti Confartigianato ha isolato quelli specifici ad ambiti di erogazioni previdenziali, che sono pari a 117.964 nel 2004, di cui 102.042 di primo grado (pari all’86,5\%) e 15.922 di secondo grado (pari al restante 13,5\%). Tra queste oltre la metà dei procedimenti (56.715, pari al 53,7\% del totale) riguarda le pensioni d’invalidità. Con una particolarità gran parte delle cause si fanno nel mezzogiorno dove si concentra l’82,4\% delle cause per le pensioni, dato che riventa 89,5\% se si tratta di pensioni d’invalidità.
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    Mi spiace, ma non è attendibile l'interpretazione dei dati raccontata in un articolo del gazzettino del lunedì. Ti consiglio di fare delle ricerche più approfondite e di evitare giudizi gratuiti, perchè fai veramente una pessima figura almeno ai miei occhi. In un altro topic hai scritto che c'è molta disinformazione, penso che tu sia stato vittima dello stesso fenomeno visto che leggi e interpreti ciò che vuoi credere. E in ogni caso ciò non giustifica minimamente la frase da te scritta.

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