Una ragazza di origine somala con passaporto italiano è stata aggredita mercoledì mattina, verso le 10.30, alla fermata del bus 17, in piazza Carducci. Un uomo sulla sessantina, non identificato dalle forze dell'ordine, l'ha prima insultata e poi colpita alle spalle con il bastone da passeggio. Ecco il racconto della giovane donna
Sabrina, il nome di fantasia, è uno scricciolo e dimostra meno anni di quelli segnati sui documenti, nata a Mogadiscio nel 1970 da papà italiano e mamma somala. Una donna minuta e fragile, invalida a causa della poliomielite che l´ha colpita da bambina. Ma il carattere di chi ha passato una vita irta di difficoltà e non ha intenzione di arrendersi nemmeno adesso. «Non voglio compassione, ma voglio parlare anche per tutte le altre persone che vengono aggredite per il colore della pelle, ma magari sono clandestine e non lo possono denunciare come ho fatto io», spiega. Ieri mattina poco prima delle 11 era alla fermata del 17 di piazza Carducci, quando è stata aggredita da un uomo sulla sessantina e picchiata con il bastone che usava per camminare.
Dieci giorni di prognosi per trauma cranico e contusione alla spalla. «Mi alzo alle 5 per andare a lavorare, pulisco uffici comunali per conto di una cooperativa sociale - racconta la donna - finisco di lavorare alle 10,30 e quando aspetto il pullman per tornare a casa, se c´è un posto libero sulla panchina, mi siedo». E così ha fatto. Lei aspetta il 17, la testa appoggiata su una mano per la stanchezza. «Ma quell´uomo ha iniziato a insultarmi - dice lucida, appena ripresasi dallo choc - mi diceva "Negra di merda" ma io mai e poi mai mi sarei alzata, non volevo dargliela vinta. Lui continuava e allora mi sono girata per dargli le spalle. E lui mi ha picchiato, due volte con il bastone». È stato allora che un ragazzo che era alla fermata l´ha bloccato. «Gli ha urlato che era pazzo, ha preso il bastone e gliel´ha buttato via. Meno male che c´era lui perché alla fermata c´era tanta gente, ma degli altri nessuno ha mosso un dito», si lamenta. Sono attimi concitati, l´uomo si infila sul primo bus che passa e se ne va, mentre la donna e il ragazzo che l´ha soccorsa attendono l´arrivo della polizia.
Il commissariato Barriera Nizza cercherà di dare un nome all´aggressore. Anche la politica si muove: il fidanzato della giovane fa parte del Collettivo comunisti piemontesi, che protestano: «Quest´aggressione è figlia del clima xenofobo che si respira». «Non è la prima volta che mi accade una cosa del genere - conclude Sabrina - Nel 1996ero andata in ospedale per curare una costola, mi cacciarono dicendo "Non curiamo i negri" e finimmo in procura. Pensavo non mi sarebbe accaduto più nulla e invece... Adesso ho paura, tanta paura, ma non mi arrendo».