Grande Fratello rosso contro la polizia
Le foto, i nomi e le minacce sul web
Scoperto il blog Caccia allo sbirro : "Intimidisci il repressore". Difficile chiudere il sito sovversivo: "Gli autori nascosti all'estero". Il sindacato: "Fatto gravissimo"
BOLOGNA, 28 MARZO 2009 - IL TITOLO è esplicito: ‘Caccia allo sbirro’. Ma gli anonimi blogger, per essere più chiari, specificano il contenuto: ‘Sito di denuncia dei servi della borghesia’. Parole e musica da anni di piombo, aggiornati alle possibilità del mondo contemporaneo: videofonini, fotocamere e Internet. Mezzi che nel 1972, quando venne assassinato, prima mediaticamente e poi fisicamente, il commissario Luigi Calabresi, ancora non esistevano.
Dallo scorso febbraio è in Rete un blog che invita a pubblicare le foto di poliziotti in borghese, a indicarne nomi, ruoli, zona di operatività e, possibilmente, indirizzi. I primi ad avere il poco gradito privilegio di comparire nella campagna d’intimidazione sono stati alcune decine di agenti e funzionari di polizia bolognesi, ritratti da un anonimo fotografo nel corso di una manifestazione che si è tenuta il 1° luglio 2008 in piazza Trento e Trieste, sede della Procura. Quel giorno si celebrava l’udienza preliminare di un’inchiesta per associazione sovversiva con finalità di terrorismo a carico di 12 attivisti dei Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo.
PER LA CRONACA, furono tutti prosciolti dal giudice. Il pm titolare dell’indagine era Paolo Giovagnoli, lo stesso del processo per l’omicidio di Marco Biagi e attuale Procuratore capo di Rimini, un magistrato definito «novello inquisitore» nella copiosa pubblicistica dell’estremismo rosso. All’esterno del palazzo della Procura venne organizzato dai Carc un presidio. Nell’occasione uno o più attivisti hanno scattato primi piani di tutti i dirigenti della Digos, del Reparto mobile e dei funzionari addetti al servizio di ordine pubblico. Immagini che tra il 21 e il 25 febbraio scorsi sono state inserite nel blog. Un’altra foto e un video sono stati aggiunti il 24 marzo: la prima proviene da Milano e risale al 10 gennaio, quando si tenne un’iniziativa per la Palestina; il secondo contiene le riprese degli incidenti del 28 febbraio a Bergamo, dove estremisti di sinistra manifestarono contro l’apertura di una sede di Forza Nuova. Sugli autori ed ‘editori’ del blog sono in corso gli accertamenti della Digos, in una singolare e affannosa rincorsa tra indagatori e indagati.
PER IL SEGRETARIO provinciale del sindacato di polizia Sap, Gianni Pollastri, si tratta di «un grave tentativo di intimidazione: significa ‘sappiamo chi siete e dove siete’». L’intenzione è resa ancora più chiara dalle didascalie. Sotto la foto di un poliziotto proveniente da Milano c’è scritto: «Dagli un nome, intimidisci il repressore!!!». Individuare gli autori può non essere semplice, chiudere il blog potrebbe essere impossibile: «Spesso questi siti sono radicati all’estero — spiega il questore Luigi Merolla — e in alcuni Paesi non è possibile riuscire a ottenere l’esecuzione delle ordinanze della magistratura». Nel frattempo, per far affluire nuovo materiale, è stato divulgato in Rete un appello proveniente dal (nuovo) Partito Comunista Italiano, organizzazione che ha la sua base in Francia. Nel messaggio si spiega come dare il proprio contributo: «Ogni lavoratore avanzato, ogni elemento avanzato delle masse popolari, ogni sincero democratico può impugnare quest’arma! Rendiamo la vita difficile a sbirri, infiltrati e provocatori!». Attenti, il ‘Grande Fratello rosso’ vi guarda.
Fonte