Nasce orami più di un anno fa Zopa.it...Se gli amici si vedono nel momento del bisogno allora Zopa.it è potenzialmente uno dei network più sociali della rete. Questa volta però non si condividono passioni come musica, viaggi e sport, ma altre tipologie di “interessi”, quelli del credito. Zopa.it è infatti il primo sito italiano di social lending, ovvero di prestito sociale. Il servizio nella sua versione italiana ha aperto i battenti proprio ieri dopo aver terminato la fase a inviti e dopo aver avuto l’ok dalla Banca d’Italia, ma in Inghilterra (e negli Stati Uniti) è già una realtà di fatto da un paio di anni. Il principio è abbastanza semplice e passa attraverso il concetto della Zona di Possibile Accordo, di cui Zopa rappresenta l’acronimo. Zopa in pratica si fa intermediario di una negoziazione fra due parti, il richiedente e il prestatore: fissa le regole, fornisce la piattaforma tecnologica, garantisce l’affidabilità delle parti attraverso valutazioni sul merito creditizio e gestisce le transazioni, inclusi i flussi di pagamento. “È una specie di borsa tra persone che permette di scambiarsi denaro”, ci spiega Carlo Vitali Marketing Manager di Zopa.it, sottolineando la trasparenza e l’affidabilità del sistema che per minimizzare il rischio dei prestatori suddivide sempre l’importo prestato tra 50 diversi richiedenti. “Basti pensare, sottolinea il responsabile, che nell’esperienza britannica il tasso di insolvenza ammonta ad oggi allo 0,2% (contro un tasso pari a circa il 2,2% nel mercato dei prestiti personali del Regno Unito)”.
Ma come funziona in pratica il servizio? Chi desidera un prestito non deve far altro che iscriversi al sito, proprio come si fa su Facebook o Myspace, specificare l’importo richiesto (da un minimo di 1500 euro a un massimo di 15.000) e la durata (da 12 a 36 mesi). In base ai dati personali e reddituali forniti e a un controllo online sulla sua situazione creditizia (mediante interrogazioni alle banche dati del Credit Bureau), il richiedente verrà classificato da Zopa.it in base a quattro classi di merito, sulla base delle quali riceverà una proposta di prestito. Il principio è simile anche per chi sta dall’altra parte, ovvero per il prestatore. Questi comunica a Zopa.it l’ammontare della somma che intende versare (da un minimo di 100 euro ad un massimo di 50mila euro), la durata (da 12 a 36 mesi) e il tasso che desidera ottenere. Sarà il sistema a questo punto a posizionare la sua offerta nel modo più consono affinché l’obiettivo sia raggiunto. Una volta concluso l’”affare”, sia il richiedente che il prestatore dovranno riconoscere a Zopa un costo di commissione, fisso (all’1%) per i prestatori, e variabile (dallo 0,5 al 2% a seconda della classe di merito) per i richiedenti.
Ma qual è il profilo medio di un utente di Zopa? “Ci sono sostanzialmente tre tipologie di utilizzatori” spiega Carlo Vitali “per esempio c’è l’investitore informato che si aspetta da iniziative di questo tipo maggiore trasparenza e rendimento, c’è naturalmente una fetta del popolo del Web 2.0, e c’è poi chi è ideologicamente contro le banche e le finanziarie ed è alla ricerca di un servizio che possa garantire un rapporto paritario e soprattutto senza imposizioni”. Ad oggi in Italia il servizio ha già radunato circa 8000 iscritti, perlopiù uomini (circa il 93%) fra i 25 e i 45 anni. Ma l’obiettivo è naturalmente quello di crescere nel più breve tempo possibile sfruttando magari la viralità tipica di molte iniziative targate Web 2.0. Nel Regno Unito, dal 2005 ad oggi, Zopa ha già superato i 175.000 iscritti, per un totale di circa dieci milioni di euro di prestiti erogati.
Fonte: Panorama
Cosa ne pensate? investireste in Zopa o richiedereste prestiti a questo "social network"? Io un pensierino più grande che piccino lo sto facendo, insomma tassi di interesse del 7% lordi con rischio basso non sono noccioline...se poi si aumenta il rischio i tassi decollano...in banca o nelle finanziarie a decollare è solo quello che si tengono!!