«Qui ci vorrebbe la peste»
Gli "auguri di Natale" di Daniele Luttazzi, l'unico epurato ancora fuori dalla tv: «Sono un cane sciolto. L'Italia è divisa in clan. Se non appartieni a nessuno di essi, ti fanno fuori in due secondi»
A Natale siamo tutti più buoni? Non ditelo a Daniele Luttazzi: il comico fa i suoi personalissimi "auguri" in un'intervista riportata dal sito Dagospia e lancia duri attacchi contro il potere più o meno visibilmente costituito. Come quello che lo tiene, unico del famigerato editto bulgaro berlusconiano, lontano dalla tv: «Sono un cane sciolto. L'Italia è divisa in clan che si spartiscono il potere. Se non appartieni a nessuno di essi, ti fanno fuori in due secondi. La mordacchia alla satira, oltre a essere anticostituzionale, è insopportabile. I bacchettoni mi fanno schifo. Chi ne giustifica le azioni censorie, ancora di più».
L'unica soluzione sembra così diventare il monologo teatrale, ma senza ambizioni da capopopolo: «Scrivo e recito cose che fanno ridere me. Quando il pubblico si rivolge a te come a un guru senza macchia, o come a un leader che è lì a indicarti la verità e la via, sbaglia e gli va detto. In questo Paese, i demagoghi attecchiscono troppo facilmente, coi risultati che vediamo e da cui la storia del secolo scorso pare non averci immunizzato». Niente grillismi né guzzantismi, dunque: «C'è una differenza enorme: loro si fanno forti del numero di chi li segue, io no».
Intento però, Luttazzi le sue convinzioni le dice chiaramente: prima o poi una controcultura emergerà; Barack «Obama non dice nulla di diverso da quello che i democratici Usa hanno sempre detto, ma sa dirlo in maniera avvincente»; «il capitalismo troverà il modo di proseguire nello sfruttamento. È il suo mestiere. Fra qualche decina d'anni, però, la crisi ambientale romperà il giocattolo: quello capitalistico è un modello insostenibile».
E per l'Italia - dove è in corso un processo sull'interruzione del suo programma sulla 7 - continua a prendere di mira «la politica reazionaria del governo Berlusconi, l'opposizione molle del PD, l'oscurantismo del Vaticano», nella speranza che arrivi una "bella pestilenza" a eliminare «i soprusi del potente sul debole. Soprusi che oggi sono sistema: il pensiero unico reazionario e guerrafondaio sta governando il mondo col precariato di massa, le politiche antisociali e le speculazioni finanziarie. È la peste attuale, cui alludo col mio Decameron. La peste del Boccaccio segnò la fine del medioevo e l'inizio del Rinascimento. Auguriamocelo». (Libero News)
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