Benedizione negata a scuola, è bufera sul preside
PAVULLO. «In questo mondo si è perso il buonsenso», dice il parroco don Paolo Soliani. «Per tutta la settimana abbiamo provato a convincerlo che non era il caso di impedire la benedizione della scuola e che avrebbe fatto meglio a parlarne col provvedditore...», aggiunge sconsolata l'assessore comunale Stefania Cargioli. «Sarebbe bene che qualcuno facesse un passo indietro se si vuole farne tre avanti. Quel preside deve ringrazie l'intelligenza dei pavullesi», rincara la dose l'assessore provinciale Facchini. Così diventa un caso tutto da discutere il no del preside Carlo Prandini alla benedizione della nuova sede dell'istituto Marconi.
Scuote la testa don Paolo Soliani, parroco di San Bartolomeo, quarant'anni di sacerdozio alle spalle. Troppo intelligente per accendere la miccia della polemica contro il preside Carlo Prandini, bolognese, da pochi mesi a capo dell'istituto professionale Marconi, che sabato durante la cerimonia inaugurale della nuova sede gli ha negato la possibilità di benedire scuola e classi. «C'erano tutti. Sindaco, preside, assessori comunali e provinciali, semplici cittadini. Io ero stato invitato a benedire la scuola come ho fatto e si fa tante altre volte. Avevano finito i discorsi ed ero pronto per la benedizione. Il preside Prandini mi si è avvicinato e mi ha invitato a non farlo dicendomi che "la scuola è laica. Che non si può benedire perchè è un atto di culto e c'è una legge chiara in materia...". Io questa legge, francamente, non la ricordo ma ricordo che da sempre qui come nel resto d'Italia le scuole si possono benedire... E che c'è una materia di religione cattolica nelle scuole pubbliche. Ma vede, non è questo il punto. Il punto è che la benedizione è un gesto d'amore, nel prossimo. Che va oltre qualsiasi religione... Solidarietà? Certo che l'ho ricevuta. Da tutti, sindaco Canovi in testa. L'assessore Cargioli ha provato a farmi fare la benedizione, poi ho visto che il preside l'ha fermata ed è venuto da me...».
A quel punto il parroco pavullese ha capito. Troppo intelligente per fare polemica e rovinare la festa di una scuola.
Parola ai politici, taglio del nastro, un giro per le aule ma da quel momento tra autorità e semplici cittadini presenti alla cerimonia è calato il gelo e l'imbarazzo.
Il preside Prandini dalla sua parte e don Paolo dall'altra. «Non mi ha più rivolto la parola e ho capito subito che era meglio tornassi indietro. Ho dato una occhiata alla scuola. Son contento per gli alunni che avranno aule e laboratori moderni. Per i professori e anche il preside Prandini. E ovviamente per Pavullo. Ma a quel punto ho preferito tornare in chiesa...».
Non ne ha voluto nemmeno parlare con il vescovo Cocchi, ieri a Pavullo per la cerimonia della cresima, don Paolo. La sua amarezza se l'è tenuta dentro, mentre il preside Prandini il fine settimana lo ha trascorso lontano da Pavullo e dalle polemiche che si sono subito levate.
«Ma la delusione, l'amarezza è grande - racconta il sessantanovenne parroco di San Bartolomeo - Mi domando dov'è il buonsenso. Credo ci sia stato un drammatico ecesso di zelo da parte del preside. Lo Stato laico professa tanto l'accoglienza verso i diversi e poi si vieta proprio a chi magari non la pensa come te ma però rappresenta una stragrande maggioranza di una comunità di presiedere un piccolo atto augurale.Ringrazio, comunque, l'assessore Cargioli che mi ha dato il benvenuto e col sindaco ha cercato ugualmente di farmi fare la benedizione. Per me la storia finisce qui».
La storia, invece, era iniziata ben prima del taglio del nastro della scuola di sabato.
«Perchè avevo incontrato il preside durante la settimana per concordare il programma della cerimonia. Avevamo fatto già stampare inviti e volantini - racconta l'assessore comunale all'istruzione Stefania Cargioli - e quando il preside ha visto che nel programma c'era la benedizione dell'edificio da parte di don Paolo mi ha detto che questo non si poteva fare perchè la scuola e lo Stato sono laici e c'era una legge che lo proibiva».
E lei assessore, che ha fatto?
«Ho cercato di dissuaderlo. Gli ho manifestato la contrarietà del Comune invitandolo a parlarne prima col consiglio d'istituto, dei genitori e il provveditore. Ho insistito ed ero convinta che durante la cerimonia tutto sarebbe rientrato con un sì alla benedizione. Poi don Paolo è arrivato, gli ho dato il benvenuto e il preside prima mi si è avvicinato dicendomi che il programma era diverso poi gli ha negato la benedizione. Per evitare problemi e rovinare la cerimonia abbiamo lasciato perdere... Ma il preside sappia che a Pavullo si usa ancora il buonsenso e la comunità, tutta, è con don Paolo».