ovvero
Come finì a Giannutri
Il Gianfranco c’ha sotto una berta
solo a stento celata da slip
e poiché lui fa parte dei vip
i fotografi l’hanno scoperta.
L’han sorpreso che al mar, sulla sabbia,
lui palpava il culetto alla moglie:
l’avifauna soffriva di doglie
come chiusa sta un’aquila in gabbia.
Dagospia ne fe dono a internèt:
non Gianfranco e nemmeno il pitone
ma la foto, fu offerta in visione
così al popolo come al jet-set.
Della Camera il nostro Primate
alla privacy fece un appello;
ma se tu sei rapace d’augello
meglio stai sulle spiagge private.
E così lui per esser protetto
va a sguazzar dove Legge lo vieta:
due o tre tuffi nell’acqua segreta
non son poi un reato ‘sì abietto!
Anzi anzi dovremmo apprezzare
che un politico di tale vaglia
non si mescoli con la marmaglia
quando sa di poterla frustrare.
E del resto fu lui quel che ieri
tolse fuoco alla fiamma del MIS.
Oggi offre, non chiesto, anche il bis
noleggiando l’idrante ai pompieri.
La morale è già nota agli antichi:
non c’è legge se non c’è l’inganno.
Chiunque porga le chiappe allo scranno
può mangiar sia le nozze che i fichi.