Nuovi disagi ieri mattina per i viaggiatori della ferrovia Roma Nord a causa del furto di alcuni cavi di rame. Rallentamenti e sospensione di 14 corse in entrambi i sensi di marcia nella tratta Roma-Civitacastellana-Viterbo si sono verificati fin dall’inizio del servizio. Forti i disagi provocati ai passeggeri. Principalmente ritardi o blocchi sulla linea, come è accaduto ieri ai cittadini del XX Municipio e ai pendolari che utilizzano la ferrovia Roma-Viterbo per recarsi a lavoro. “Sono stati dovuti - spiega Metropolitana di Roma, gestore della ferrovia - a ragioni di sicurezza”, in quanto i cavi di rame rubati permettevano il funzionamento dei segnali elettrici. Il più ricercato è proprio il rame della rete ferroviaria per il suo livello di qualità e di purezza. Ed infatti è anche il più rubato. Furti che provocano alle ferrovie danni per circa 3 milioni di euro all’anno. Per non parlare dei forti disagi provocati ai pendolari. “Non solo dobbiamo viaggiare su vagoni sporchi - commenta inferocita Alessia, responsabile di un punto vendita - e spesso in ritardo, dobbiamo anche vedere soppresse le corse a causa degli immigrati che rubano il rame. Aprirò il negozio in centro in ritardo a causa delle ferrovie: chi mi paga i danni ?”. “Si annuncia l’acquisto di nuovi treni, ma a sorvegliare la linea ferroviaria chi pensa?”, aggiunge Maurizio, ingegnere. Non c’è pericolo di incidenti per i passeggeri. La sottrazione dei cavi di rame fa scattare i meccanismi di sicurezza che interrompono il circuito, bloccando la corrente e, quindi la linea ferroviaria, per il tempo necessario alla riparazione dei guasti.“I rom rubano il rame per rivenderlo ma prima bruciano i cavi di notte sotto agli argini del Tevere - spiega la signora Rosy alla stazione di Labaro - La puzza e il fumo arrivano fino alle finestre di casa, soprattutto d’estate quando vorremmo tenere le finestre aperte per il caldo. Sono fumi tossici”.Il rituale è sempre lo stesso. I ladri agiscono di notte, indisturbati. Zaini in spalla e tronchesi in mano, arrivano sui binari, in un quarto d’ora mettono a segno il colpo e spariscono nel nulla. Nel buio all’improvviso gli agenti della polizia ferroviaria (Polfer) notano un luccichio sui binari: sono le trecce tagliate di netto di un cavo appena rubato. I ladri sono appena passati di lì, ma coglierli in flagranza di reato è difficile. Troppa estesa la linea ferroviaria (16 mila chilometri), troppo rapido il colpo dei soliti ignoti del rame. I ladri stanno già concludendo il rituale: i cavi di rame, avvolti nella plastica, vengono bruciati. Resta solo il metallo che viene rivenduto a un mercato nero sempre più dinamico. Lo popola una piccola manovalanza, spesso straniera, ma non mancano anche gli italiani. Rumeni e nomadi sono i più accreditati. Cercano un guadagno facile, rivendendo il metallo ai grossisti.I prezzi del rame hanno subito una crescita impressionante. Se nel 2003 costava 1.500 dollari alla tonnellata. Oggi la media è di oltre in media 8.000 dollari per ogni tonnellata. In parallelo sono cresciuti i furti. Un chilo di rame sul mercato clandestino può arrivare a costare anche 10 euro.