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generazione web: generazione di stupidi?

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
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    Predefinito generazione web: generazione di stupidi?

    Generazione web sott’accusa
    «Stupidi e deconcentrati»


    La rivista «Atlantic» contro la Rete: riduce la capacità di lettura

    NEW YORK — «Ho la sensazione che Internet stia frantumando la mia capacità di concentrazione e di osservazione. La mia mente si sta abituando a raccogliere informazioni nello stesso modo in cui la rete le distribuisce: un flusso di particelle che si muovono a grande velocità. Una volta mi sentivo come un subacqueo che si immerge nel mare delle parole. Ora schizzo sulla superficie come un ragazzino su un acquascooter ». Sull’ultimo numero di The Atlantic, il mensile culturale più letto dalle elite progressiste Usa, Nicholas Carr—ex direttore della Harvard Business Review—confessa di temere che la civiltà del «web» stia condizionando negativamente i nostri meccanismi mentali. Incide sul modo di leggere, di selezionare, di memorizzare. Ma, soprattutto, demolisce la capacità di concentrazione.
    Carr deve aver toccato un nervo scoperto perché l’articolo— complice la scelta di farne il servizio di copertina con un titolo scioccante («Is Google making us Stoopid?», «Google ci rende stupidi? ») — ha raccolto molti consensi: «È vero, immersi come siamo nel "multitasking mentale" appena ci sediamo per leggere un documento di qualche pagina o un libro, ci sentiamo a disagio dopo pochi paragrafi. Voltiamo pagina e siamo già pronti per un link», concorda l’intellettuale britannico Andrew Sullivan, un conservatore libertario, anch’egli collaboratore dell’Atlantic. E sui giornali del gruppo Tribune, il premio Pulitzer Leonard Pitts esulta: «Leggo l’Atlantic e scopro di non essere il solo che sta perdendo l’abitudine alla lettura. Ormai riesco a digerire la scrittura solo a piccoli blocchi. Datemi un testo di più pagine e vengo subito assalito dal desiderio incontenibile di controllare la mia posta elettronica. È tutto così dispersivo. Eppure vedo meno tv e sono meno indaffarato di dieci anni fa. Giorni fa mi hanno dato da recensire un libro. Avevo pochissimo tempo per leggerlo. È stata una fatica tremenda. Mi sono imposto di restare per ore su una sedia scomodissima. Ce l’ho fatta, ma alla fine avevo una sensazione di vuoto, di colpa per essermi allontanato per tanto tempo dal mondo».
    Carr non è certo un luddista, un nemico del progresso e della tecnologia. È un esperto di comunicazione che scrive libri sulla nuova civiltà digitale (l’ultimo, «The Big Switch: Rewiring the World» è uscito in America pochi mesi fa) ma è anche un attivissimo «blogger». Consapevole di attaccare un totem, Carr ha scelto i toni della riflessione a voce alta. Ha raccontato i suoi dubbi, i colloqui con persone che vivono i suoi stessi disagi. E ha messo le mani avanti: «Sono sensazioni, non pretendo di illustrare una verità scientifica. Del resto anche nel XV secolo Gutenberg fu messo sotto accusa da chi riteneva che la stampa avrebbe avuto un impatto disastroso sulla struttura sociale. Quindi farete bene ad essere scettici del mio scetticismo». Ma la sensazione che la civiltà di Internet stia portando con sé—sul piano culturale— effetti collaterali indesiderati e difficili da monitorare, è sempre più diffusa. Carr non è certo il primo a occuparsene: Google è da tempo sotto tiro per la sua pretesa di organizzare «tutta la conoscenza del mondo» e per la potenza di un motore di ricerca che riesce a memorizzare tutte le risposte date nei dieci anni della sua esistenza.
    Il gigante californiano della rete promette che userà questi dati solo per migliorare il servizio reso agli utenti, ma ormai è lui, non più Microsoft, il «grande fratello » dell’immaginario collettivo. Potesse tornare indietro, il cofondatore della società, Sergey Brin, forse eviterebbe battute infelici come quella su un futuro nel quale la gente andrà in giro con un microchip di Google impiantato nel cervello. Del resto i problemi che nascono dalla gestione dell’enorme flusso di informazioni che circolano in rete sta diventando un problema anche per le aziende che sono le assolute protagoniste di Internet. Giorni fa il New York Times raccontava gli incubi di Microsoft, Google, Intel e Ibm alle prese con la bestia che si sono cresciuti in casa: l’enorme flusso di e-mail che riduce la produttività dei dipendenti. La riflessione di Carr sull’alterazione di meccanismi della nostra mente è meno «aneddotica» di quello che può apparire. Carr azzarda un parallelo tra l’impatto del «taylorismo», che un secolo fa parcellizzò i processi industriali rendendoli più rapidi, e quanto accade oggi nel mondo digitale dominato da Google. E, comunque, dietro le sue ipotesi ci sono studi «quantitativi» seri come quello dello University College di Londra, mentre qualche mese fa anche la neuroscienziata cognitiva Maryanne Wolf, direttrice del centro per la lettura e il linguaggio della Tufts University di Boston, aveva lanciato un allarme analogo nel saggio «Reading Brain». (corriere)
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    Usando internet pensate di aver guadagnato qualcosa o di aver perso qualcosa nelle vostre capacità
    ----------------------------------------


  2. #2
    obo
    .
    35 anni
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    guadagnato moltissimo.
    forse ho perso qualcosa nei rapporti umani visto che dedico molto tempo ad internet (e pc in genere)ma quanto a conoscenze, capacità di lettura/scrittura, capacità di avere opinioni mie e saperle esporre, moltissimo.

    per di più la rete mi da non una, ma più informazioni e poi qui sta a noi saper discernere quello che ci serve e confrontare, capire ecc..

  3. #3
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Non ritengo di aver perso nè guadagnato nulla di particolare.....se non magari ulteriormente migliorare il mio inglese e un pochettino pure il mio francese, e aver guadagnato l'accesso ad una mole impressionante di informazioni che difficilmente avrei potuto avere, se non magari in ritardo o mai del tutto..... Sono ANNI che uso internet e sono altrettanti ANNI che riesco tranquillissimamente a leggere libri sia "di studio" sia "di svago" tanto quanto prima......

    Non sto dicendo che sia un falso totale questo articolo, non ho gli strumenti per poterlo dire.....posso però dire che minimo PER ME questo discorso non è valido.

  4. #4
    Eurasia
    Ospite

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    Quando ne ho la possibilità e gli impegni non soffocano la mia giornata, dedico volentieri un tempo notevole al web. Questo non vuol dire che ho perso di vista lo studio, i rapporti umani o quanto altro, anzi per molti aspetti si sono rafforzati. Credo che l'articolo si riferisca a quelle persone che vivono sul web 24 ore su 24, lì posso capire benissimo visto che conosco persone a cui dispiace staccarsi dal pc anche solo per andare al bagno.

  5. #5
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da EuRaSiA Visualizza il messaggio
    Quando ne ho la possibilità e gli impegni non soffocano la mia giornata, dedico volentieri un tempo notevole al web. Questo non vuol dire che ho perso di vista lo studio, i rapporti umani o quanto altro, anzi per molti aspetti si sono rafforzati. Credo che l'articolo si riferisca a quelle persone che vivono sul web 24 ore su 24, lì posso capire benissimo visto che conosco persone a cui dispiace staccarsi dal pc anche solo per andare al bagno.
    Anche questo è vero, non ci avevo pensato

    In tal caso è possibilissimo, ma chi fa invece un uso NORMALE del web (e badate bene che la "normalità" in questione non è data SOLO dal tempo che uno ci passa) ritengo che nel peggiore dei casi non perda assolutamente nulla, e nei casi migliori possa invece anche guadagnarci sotto ogni punto di vista....perchè no, anche come capacità relazionali in genere.

  6. #6
    FdT-dipendente
    Donna 33 anni da Lecce
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    Quote Originariamente inviata da obo Visualizza il messaggio
    guadagnato moltissimo.
    forse ho perso qualcosa nei rapporti umani visto che dedico molto tempo ad internet (e pc in genere)ma quanto a conoscenze, capacità di lettura/scrittura, capacità di avere opinioni mie e saperle esporre, moltissimo

  7. #7
    Vivo su FdT rusticone
    Uomo 39 anni da Taranto
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    Guardando me stesso do ragione all'articolo

  8. #8
    Overdose da FdT
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    Quote Originariamente inviata da darkness creature Visualizza il messaggio
    Anche questo è vero, non ci avevo pensato

    In tal caso è possibilissimo, ma chi fa invece un uso NORMALE del web (e badate bene che la "normalità" in questione non è data SOLO dal tempo che uno ci passa) ritengo che nel peggiore dei casi non perda assolutamente nulla, e nei casi migliori possa invece anche guadagnarci sotto ogni punto di vista....perchè no, anche come capacità relazionali in genere.
    ma non e detto neanche il contrario la dipendenza non nasce solo stando 24 ore al giorno ma quando una cosa diventa una abitudine e tu non ne puoi fare a meno, solo che non ce ne accorgiamo e poi avere una percezione erronea di "normalità" .
    L'articolo non parla di socialità , anche se questo aspetto non lo nego, non è importante,ma parla anche di capacità che vengono un certo senso vengono alterate dall'uso del web rendendoci un po piu lenti in certi aspetti.

  9. #9
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    ma non e detto neanche il contrario la dipendenza non nasce solo stando 24 ore al giorno ma quando una cosa diventa una abitudine e tu non ne puoi fare a meno, solo che non ce ne accorgiamo e poi avere una percezione erronea di "normalità" .
    L'articolo non parla di socialità , anche se questo aspetto non lo nego, non è importante,ma parla anche di capacità che vengono un certo senso vengono alterate dall'uso del web rendendoci un po piu lenti in certi aspetti.
    Ma infatti il mio PRIMO messaggio, cioè quello che NON hai quotato, rispondeva esattamente a questo tuo interrogativo

  10. #10
    0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 Killuminato
    Uomo 42 anni da Modena
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    questo é un articolo che andrebbe censurato per la stupiditá e la superficialitá con la quale é stato scritto.

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