I RISVOLTI DEL CASO MORO
1) 1981 ( rispunta Prodi a 3 anni dall'omicidio e a 5 dalla SEDUTA SPIRITICA)
Il 10 giugno 1981 Romano Prodi viene chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro per rispondere degli avvenimenti che sarebbero occorsi durante la seduta spiritica.
Il caso viene riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, al fine di chiarire le motivazioni che avrebbero portato su un'altra pista le ricerche della prigione di Moro ed escludere che l'utilizzo del nome "Gradoli" fosse stato un modo per informare le stesse Brigate Rosse dell'avvicinamento delle forze di polizia all'omonima via, sita nei pressi della via Cassia di Roma. Il professor Prodi non si rende disponibile per essere ascoltato dalla Commissione parlamentare, contrariamente a Mario Baldassarri e Alberto Clò (ministro dell'Industria nel governo Dini e proprietario della casa di campagna nella quale si svolsero i fatti), entrambi presenti alla seduta spiritica.
Il 5 aprile 2004 Romano Prodi viene ascoltato come testimone dalla "Commissione parlamentare d'inchiesta concernente il dossier Mitrokhin e l'attività d'intelligence italiana". Secondo il presidente della commissione, Paolo Guzzanti, Prodi "non ha avuto il coraggio di pronunciare le parole seduta spiritica, piattino o tazzina". Nel corso della seduta, l'On. Fragalà ha ricordato all'ex presidente dell'Iri un articolo del settimanale "Avvenimenti", secondo il quale Giuliana Conforto, figlia di Giorgio Conforto, agente del Kgb con nome in codice Dario, aveva ospitato Valerio Morucci e Adriana Faranda, brigatisti contrari al sequestro di Moro. Un'amica di Conforto, Luciana Bozzi, aveva affittato la casa di via Gradoli al commando delle Br. Secondo questa tesi, non commentata da Prodi, fu il Kgb a far sapere del covo di via Gradoli e la messinscena della seduta spiritica fu organizzata per coprire la vera fonte.
Una seconda tesi, supportata tra l'altro dal senatore Francesco Cossiga - che riguardo al caso Moro ha sempre rilasciato dichiarazioni quantomeno ambigue -, identifica l'informatore in "qualcuno appartenente all'area dell'eversione tra Autonomia Operaia e Potere Operaio. Dicono fosse un professore universitario".
2) 2004 ( il processo continua...)
Va da sé che Paolo Guzzanti e Francesco Cossiga siano politicamente più inclini a fare passare la tesi dell'omicidio deciso e pilotato dai servizi segreti dell'Est, in contrapposizione all'altra ipotesi prevalente, ovvero che la segnalazione della parola "Gradoli" alle forze dell'ordine rappresentasse un doppio avvertimento a Mario Moretti, figura di terrorista controversa e più volte descritta come infiltrato vicino ai servizi segreti italiani. Il primo: che il covo di via Gradoli era ormai "bruciato". Il secondo: che la questione doveva essere chiusa il più presto possibile con l'assassinio di Aldo Moro e il tramonto del progetto che voleva un "Governo della non sfiducia", inviso agli Stati Uniti in quanto sorretto, tra gli altri, dal Partito Comunista.
ci sono di mezzo gli stessi politici nella morte di moro..
AI TEMPI I MEZZI DI COMUNICAZIONE A PARTE LE TRE RETI TELEVISIVE RAI scarseggiavano: soffiate, ipotesi e poi la fine che a tutti noi e' stata comunicata, un COMUNICATO STAMPA con il ritrovamento del CADAVERE dell'on moro in una Renault 4 rossa, in un posto STRATEGICO tra Via delle Botteghe oscure... e la sede della Democrazia Cristiana...VIA FANI(vi riporto un pò di informazioni sui " fermenti politici":
Non c'era ancora Internet, negli anni di piombo. Ma la Re te riesce a ricostruire una memoria storica anche di eventi lontani.
Quelle vicende di quasi ventuno anni fa sono scolpite nella memoria collettiva e chi li visse non potrà più dimenticare i fatti inquietanti che segnarono i cinquantacinque giorni dalla strage di via Fani al ritrovamento del cadavere dello statista democristiano, un corpo rannicchiato dentro una Renault R 4 rossa, parcheggiata simbolicamente a metà strada tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù tra la sede della DC e quella del PCI, in via Caetani.
Il 16 marzo 1978, il presidente dell'allora Democrazia Cristiana italiana, On. Aldo Moro, venne sequestrato a Roma a Monte Mario in via Fani dalle Brigate Rosse e gli uomini della sua scorta vennero assassinati. Viene rapito mentre si stava recando in Parlamento per partecipare al dibattito sulla fiducia del nuovo governo Andreotti costituito con l'appoggio e l'ingresso del PCI nella maggioranza programmatica e parlamentare, da Moro ampiamente favorito. Per tutta la durata di quel sequestro (55 giorni) i media e l'opinione pubblica italiana, europea e mondiale seguirono col fiato sospeso quel tragico fatto. Con vari ultimatum, pena la vita dello statista, le BR chiedono un riconoscimento politico del loro movimento e la liberazione dei brigatisti sotto processo a Torino. PCI-DC sono per la "fermezza", "rifiutare ogni compromesso", il PSI è invece per la trattativa. Passano 53 giorni di lacerazioni politiche, Vennero mobilitati politici di ogni Paese, lo stesso Papa Paolo VI, addirittura Cosa Nostra: invano. Il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia, lo statista venne ucciso dalle Br. Il suo corpo sarà trovato nel bagagliaio di una Renault R 4 rossa, posta emblematicamente a metà strada tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure. Ai funerali sono presenti tutti i partiti, ma è assente la famiglia, che polemizza (e polimezzerà sempre) "la fermezza"; di aver escluso degli spiragli per trattare la vita del loro congiunto e di avere abbandonato al suo destino e con cinismo, lo statista.
povero moro...ho visto il film "buongiorno Notte" e un pò i brigatisti mi hanno ricordato i talebani di oggi che rapiscono la gente per chissà quale motivo e la uccidono senza pensare al valore della vita... comunque da quello che so era un buon personaggio e anche una buona persona ... ho anche letto alcune delle lettere che spedì durante la sua prigionia e sono veramente commuoventi...
povero moro...ho visto il film "buongiorno notte" e i brigatisti mi hanno ricordato i talebani di oggi che rapiscono la gente per vendicarsi e poi la uccidono...
credo che moro sia stata una buona persona da quello che so e da lle commuoventi lettere che ha scritto durante la prigionia... non auguro a nessuno la sua terribile fine immeritata..
buongiorno notte e' un bel film però e' rivisto e romanzato ( non e' cosi' che avvenner) se vuoi avere una bell'idea del SEQUESTRO MORO e dell'attesa prima del ritrovamento del cadavere guarda " IL CASO MORO" di Giuseppe Ferrara... Sicuramente l'ultima scena di buongiorno notte e' una bella idea di liberta'... quando Moro cammina... libero...
Oggi 16 marzo 2008 sono passati esattamente trent'anni dal rapimento di aldo moro.
Valentino Parlato PRESIDENTE del quotidiano " Il manifesto" ha ricostruito attraverso rievocazioni, pentimenti e cambi di rotta politici il giorno e i giorni successivi del sequestro in un articolo riportato sul quotidiano comunista in edicola oggi.
Vi consiglio di leggerlo insieme a " L'affaire moro" di leonardo sciascia un altro bello spaccato di quell'Italia e di quei giorni di "fuoco"...