Atene s’è anche impegnata a una riforma dei mercati del lavoro e dell’energia e ad accelerare sulle privatizzazioni
EMANUELE BONINI
Rimodulazione del debito in cambio di taglio delle pensioni e aumento delle tasse. Ecco alcune delle condizioni chiave dell’accordo raggiunto nella notte tra la Grecia e i creditori, impegnati nella revisione del nuovo accordo di assistenza finanziaria da 86 miliardi di euro in oltre tre anni (2015-2018). Un’intesa che ha il sapore di una nuova cura lacrime e sangue per Atene, che vede però la prospettiva di erogazione di nuove tranche di prestiti e l’alleggerimento del debito. Il nuovo accordo sarà approvato il 22 maggio in occasione della prossima riunione dell’Eurogruppo, che già prevedeva nella bozza di agenda dei lavori il capitolo ellenico. Ma dell’accordo si parlerà già oggi in occasione del pranzo di lavoro che il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha con i presidenti di Eurogruppo, Bce e fondo salva-Stati Esm.
Scongiurata crisi greca, non quella in Grecia
Alla fine il governo ellenico ha ceduto. Si impegnerà a tagliare le pensioni ed aumentare le tasse, riformerà il mercato del lavoro e quello energetico, velocizzerà il processo di privatizzazioni nel Paese. I creditori (Commissione Ue, Bce, Fmi) accettano che l’esecutivo ellenico conceda sussidi per gli affitti e più sostegno all’infanzia. Il raggiungimento dell’accordo disinnesca la bomba ellenica, evitando una nuova crisi dell’euro. Permette al governo di Atene di essere nelle condizioni di poter ricevere la tranche di aiuti per far fronte alle spese più immediate (a luglio si devono restituire 7 miliardi di euro di prestiti) e ai Paesi di Eurolandia di dare certezze ai mercati. Non solo. Soprattutto si le condizioni permetteranno che si inizi a discutere di alleggerimento del debito, condizione ritenuta dal Fondo monetario internazionale (Fmi) come imprescindibile per continuare a far parte del programma di assistenza. «Abbiamo aperto la strada per i negoziati sull’alleggerimento del debito», le parole di un soddisfatto Euclid Tsakalotos, ministro delle Finanze greco. Ad Atene però manifestano pensionati e cittadini, contrari ai tagli alle pensioni e all’aumento delle tasse, e non sono escluse nuove mobilitazioni contro il governo di Alexis Tsipras e le istituzioni.
Soddisfatti i creditori
L’accordo preliminare sul pacchetto di riforme politiche a sostegno degli aiuti viene salutato da Fmi, Commissione europea, Bce e fondo salva Stati Esm, che in una nota congiunta sottolineano come Atene abbia confermato di voler attuare rapidamente il pacchetto di misure. Un modo per mettere nero su bianco cosa l’esecutivo guidato da Tsipras deve fare senza indugio. Pierre Moscovici, commissario per gli Affari europei, parla di «sviluppo assai positivo» in un negoziato che era giunto in un fase «complessa». A Bruxelles si ritiene che gli impegni appena assunti «aprono la strada per il completamento delle revisione» del programma, mettendo la Grecia nella condizioni di «modernizzare l’economia e assicurare una un percorso fiscale credibile nei prossimi anni».
Grecia, accordo con i creditori: 86 miliardi in cambio di tagli alle pensioni e più tasse - La Stampa
Avevano votato contro l'austerità a costo di uscire dall'ue e tsipras ha fatto come gli pareva ed adesso continuando a rimanere nella truffa europea questo è il risultato, più tasse, pensioni più basse e sempre più verso le privatizzazioni.