Innocente libero dopo 20 anni di carcere, era accusato di omicidio
"Sono felice, ma nulla potrà bilanciare le sofferenze che ho patito in questi vent'anni". Angelo Massaro, 51 anni, è stato assolto dalla Corte d'appello di Catanzaro 'per non aver commesso il fatto' dall'omicidio di Lorenzo Fersurella
Un 51enne di Fragagnano (Taranto), Angelo Massaro, è stato assolto dalla Corte d'appello di Catanzaro 'per non aver commesso il fatto' dall'omicidio di Lorenzo Fersurella, ucciso nel tarantino nell'ottobre del 1995, e dal reato di occultamento di cadavere. E' quindi stato scarcerato dopo oltre 20 anni di detenzione. L'uomo era stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione (per cumulo di pene), ma poi la Corte di Cassazione aveva accolto la richiesta di revisione del processo avanzata dal difensore del 51enne, l'avvocato Salvatore Maggio. La vicenda di Angelo Massaro, che era stato arrestato sulla base di una intercettazione telefonica e di una dichiarazione di un collaboratore di giustizia che sosteneva di aver appreso da altri del presunto coinvolgimento dell'uomo nel delitto, era stata oggetto anche di una interrogazione parlamentare dei Radicali. Massaro, arrestato il 15 maggio 1996, è stato in carcere a Foggia, Carinola (Caserta), Taranto, Melfi e Catanzaro. Nei 20 anni di detenzione è stato spesso lontano dalla residenza famigliare e quindi dalla moglie e dai due figli. Dal carcere ha scritto lettere di sensibilizzazione al blog 'urladalsilenzio', al ministero della Giustizia, al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all' associazione 'Antigone' e all'associazione 'Bambini senza sbarre'. Il difensore di Massaro è riuscito a dimostrare che il suo assistito si trovava in una località diversa da quella dalla quale scomparve la vittima, depositando atti, testimonianze e le intercettazioni di un altro procedimento giudiziario. Nel 2011 Massaro era stato assolto dall'accusa di un altro omicidio avvenuto nel 1991. Ora il legale presenterà domanda di risarcimento per ingiusta detenzione.
"Il mio assistito - dice all'ANSA l'avv. Salvatore Maggio - è ancora a Catanzaro. Mi ha chiamato poco fa e si sente un po' spaesato. Non è facile dopo 21 anni sempre in una cella vedere le macchine, il bar, la strada. Il mondo è cambiato. Gli gira la testa, ha paura. E' veramente spaesato. Faceva i colloqui - dice Maggio - con i familiari ogni 15 giorni. Penso che tornerà a Fragagnano. I suoi figli ora sono maggiorenni. Quando fu arrestato il secondogenito aveva appena 45 giorni. Questa una storia molto particolare".
"Finalmente è emersa una verità, che poi è sempre la verità processuale che vorremmo tutti coincidesse con quella vera. Posso dire con amarezza che c'è una persona che non ha commesso il grave reato per il quale era stato condannato e che solo dopo 21 anni lascia le patrie galere. La giustizia è fatta da uomini e come tali possono sbagliare tutti". Così l'avv. Salvatore Maggio commenta la sentenza della Corte d'appello di Catanzaro che ieri ha assolto il suo assistito, Angelo Massaro, 51enne di Fragagnano (Taranto), dall'omicidio di Lorenzo Fersurella, ucciso nel tarantino il 22 ottobre del 1995. L'imputato era stato condannato in via definitiva a 24 anni di carcere (diventati 30 per cumulo di pena, comprensivo di una condanna a 11 anni per associazione finalizzata allo spaccio di droga), ma poi era stata disposta la revisione del processo sulla base delle indagini difensive svolte dal legale.
Massaro è stato scarcerato ieri, dopo la sentenza, ma non ha ancora raggiunto la sua famiglia. Il legale ha dimostrato che Massaro era stato condannato per una parola equivocata. "A una settimana dall'omicidio, colloquiando con la moglie - spiega l'avvocato - aveva detto, in dialetto, 'tengo stu muert', ma in realtà voleva intendere 'muers', cioè un materiale ingombrante attaccata al gancio di un autovettura e che stava trainando. Poi ho trovato un certificato da cui risultava che il mio assistito si trovava al Sert quando sparì Fersurella. Insomma, tutta una serie di elementi che non erano stati presi in considerazione. Sono contento per essere riuscito a dimostrare l'innocenza di una persona ed è una grande soddisfazione per lui, per la sua famiglia e per quello che è stato fatto".