non cambi la tradizione senti solo il rimorso dell'incidente cioè di aver sbagliato a sparare per sua imperizia e non di smettere di cacciare
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Allora quello che mette sotto il figlio facendo retro marcia non deve piu prendere l'auto.
E' una cosa un pò diversa... comunque mio zio che ha investuito e ucciso uno non ha guidato per anni... dipende dalle persone!
Ma cazzo io spero che la caccia sia un "surplus" a cui è piu facile rinunciare che l'utilizzo dellì'auto...
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E comunque onestamente ad uno che "spara ad un ragazzino scambiandolo per un cinghiale" spero revochino la licenza PER LEGGE!!!.... Spero eh...
lui forse si o forse no ? qui abbiamo ragione al 50% per cento ma all'interno della tradizione familiare questo non li farà di certo smettere di cacciare eh dai lo sai meglio di me .
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i cacciatori sono una lobby e finche portano voti a destra nulla cambia mentre se si tratta di ecologisti allora vanno alla sinistra. Poi mettici la lobby i fucili berretta e che ne ricavi : poteri forti
In merito a questo, posso garantirti che chi conosce la situazione armiera italiana è abbastanza seccato da queste lobby, i quanto spesso fanno un po' i furbi con normative e decisioni che sono addirittura controproducenti per un appassionato.
Ad esempio tempo fa volevano abolire le ex-ordinanza, in modo da obbligare noi tiratori a vertere su armi più moderne e costose, solo per arricchire i soliti noti.
Le lobby ci sono anche dentro le lobby. Sembra assurdo ma è così.
Ieri ero a Montepulciano e davanti a un'edicola c'era la locandina del giornale locale "La Nazione" tutta occupata dalla solita notizia: incidente di caccia, spara a un compagno cacciatore, è grave.
Per la serie: paese che vai, incidente di caccia che trovi...
Quanto meno questo non è morto (per il momento...) !!
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Immagino che si andrà anche oltre... avranno sicuramente aperto un procedimento penale che lo farà penare non poco e non pochi anni, che si concluderà con una condanna per omicidio colposo. Voglio sperare che con la fedina penale macchiata da un simile reato non si possa continuare ad avere il porto d'armi.
la caccia è come era un tempo l'incidente d'auto sotto il profilo giuridico. Un incidente e quindi il piu delle volte si assolti oggi pero mettere sotto uno con l'auto è diventato reato mentre, se sbagli e uccidi durante la caccia no o almeno puoi uccidere uno che ti sta sulle balle e farti all limite pochi anni rispetto un omicidio vero e proprio
Non è proprio così... Nell'incidente colposo a seguito di incidente stradale, si diventa severi in caso di guida in stato di ubriachezza o droga e in caso di omesso soccorso.
Allo stesso modo, se un cacciatore colpisse per errore un compagno di caccia e lo si trovasse pieno in alcool nelle vene, oppure se dopo aver colpito il compagno lo abbandonasse sanguinante, non credo che si sarebbe meno severi che per l'automobilista...
Proprio per la particolare dinamica dell'incidente di caccia, immagino che gli inquirenti la prima cosa che vogliano appurare e scongiurare sia che non ci sia stata volontarietà nello sparare a un essere umano.
Ho parlato di un tempo giuridico, anni fa, quando mettere sotto qualcuno , che tu fossi drogato o no non arrivavi ad essere condannato te la cavi con una multa e la patente non veniva ritirata. Solo che la sensibilità verso l'incidente provocato dall'auto a portato ad un inasprimento delle pene, mentre per la caccia le cose oggi sono rimaste le stesse . Perchè quando metti sotto qualcuno ne puoi sempre riscostruire la volontarietà nel giudare la macchina ad uccidere un essere umano?
Sta di fatto che un fucile nasce come mezzo di offesa e un'automobile come mezzo di trasporto.
Se chi causa un incidente invoca l'involontarietà a farlo e quindi la colposità, chiaro che si possa essere più portati alla diffidenza nel caso in cui il mezzo che ha causato l'incidente sia un fucile che non un'automobile.
Non importante il mezzo che usi, se tu hai una certa volonta crimis ( infatti molte volte si parla di uso di mezzi impropri). E il concetto di incidente e di colpa che si applicano nel penale rispetto a eventi incidentali che conta: sia che tu usi l'auto o che tu spari con una doppietta. Solo che un tempo l'auto che tu fossi drogato o non era non considerato reato ( se vai a vederti la cronaca del tempo vedivi gente che si, veniva condannata per colpa ma poi era sostanzialmente libera e non si faceva galera e manteva pure la patente) oggi no. Mentre l'incidente per caccia, pur con quello che tu vuoi e mi hai indicato, sostanzialmente rimane un reato di colpa e viene trattato come, colpa nella maggior parte dei casi. ( salvo che dopo doverose indagini , non si dimostri l'intento criminale).
Perchè allora alla pari dell'incidente d'auto, l'incidente di caccia non viene trattato con la stessa severità? Il cambio della fattspecie giuridica penale sarebbe, nella caccia, un deterrente a certe tragedie
Piu leggo di incidenti di caccia e cacciatori piu li considero dei pezzi di merda che non considero degni di vivere... generalizzo? si, generalizzo merde!
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Mi riapri una ferita... quando avevo 12 anni anche il mio cane fu ucciso da un cacciatore.
Un po' di anni più tardi invece, ero con la mia fidanzatina dietro le dune a fine settembre, e c'erano dei cacciatori che facevano un'uscita prima dell'apertura della caccia con i loro cani, come usano fare per allenarsi. Ebbene, loro non ci vedono e dalla macchia mediterranea scendono poi fino sulla spiaggia deserta, con cani e fucili in spalla. Passava una signora con un cagnolino piccolo e quando la incrociano il cagnolino va verso i cani dei cacciatori. Non ci crederai ma vidi uno dei cacciatori puntare il fucile sulla signora intimandogli di portare via subito il suo cane!
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Come sempre generalizzare è sbagliato, ma il terreno è senz'altro molto fertile per trovarci delle merde come dici!
Potrei raccontare un altro paio di aneddoti di cacciatori che usano impropriamente il loro fucile...
La domanda che io mi son posta è la seguente:
E' il fucile che serve per la caccia o è la caccia che serve per il fucile?
In altre parole: La passione del cacciatore è per la caccia oppure è il possedere il fucile?
Come per la grandezza dei pesci nei pescatori è la compensazione della poca virilità... :lol:
comunque anche io ne avrei di aneddoti... o di fatti di cronaca che se avrebbero avuto come soggetti "giovani sbandati" avrebbero raggiunto le prime pagine dei giornali nazionali...
http://www.lavpordenone.altervista.o...ages/vauro.jpg
un grande esempio di virilità applicato alla caccia, ma a casa? Mentre tu vai nel bosco a caccia di uccelli, tua moglie è a casa che li aspetta..."
La caccia uccide anche gli uomini Vittime innocenti di troppi fucilihttp://inchieste.repubblica.it/image...2ff953d781.jpg
Pochi ne parlano ma di pratica venatoria non muoiono soltanto gli animali. Negli ultimi quattro anni, 114 morti e 303 feriti provocati dai pallini dei cacciatori. Non più una faccenda legata alla difesa della fauna e del territorio bensì qualcosa che tocca le persone e la loro incolumità. L'Italia è il primo produttore europeo di armi sportivo-venatorie
ROMA - E' la mattina del 13 ottobre e Vincenzo Pulicicchio, settant'anni, è stato a raccogliere funghi. Torna all'auto con il paniere pieno; cammina lungo la strada sterrata, frequentata da pedoni e veicoli, che divide la provincia di Catanzaro da quella di Cosenza, quando scorge un paio di esemplari irrinunciabili. Si sporge appena verso il cespuglio e dall'alto un colpo di carabina gli trapassa la spalla, spezzandogli l'aorta. Dissanguato, secondo l'Associazione Vittime della Caccia, è il nono dei 16 morti e 48 feriti provocati dalle armi venatorie dalla pre-apertura di questa stagione - 1 settembre - a oggi. Seguono di pochi giorni un ragazzo di sedici anni, ucciso per errore vicino Pavia dall'amico di diciassette, e Onorio Dentella, raggiunto nel Bergamasco dal proiettile del nipote inciampato durante una battuta. I cacciatori hanno fatto strage fra i loro colleghi (12 morti e 34 feriti), ma anche tra persone che avevano il solo torto di passare davanti alla canna dei loro fucili: 4 morti (2 bambini) e 14 feriti (3 bambini).
Di caccia allora non muoiono solo gli animali, ma non se ne parla mai: perché? A sentire i parenti di molte vittime, gli scampati, diverse associazioni che si occupano di diritti umani, un fitto velo di omertà copre questi fatti, che spostano l'asse rispetto alla questione venatoria. Non più una faccenda legata alla difesa della fauna e del territorio, roba da animalisti e ambientalisti, bensì qualcosa che tocca le persone e la loro incolumità, e ha al centro gli strumenti con cui il pericoloso hobby è praticato: le armi.
Quanti cittadini italiani finiscono dunque nei bersagli destinati agli animali? Quante armi, in virtù della caccia, circolano fra la popolazione civile? In mancanza di dati ufficiali, richiesti con insistenza alle istituzioni, ogni anno l'Associazione Vittime della Caccia mette insieme una parziale lista dei caduti, dedotta da notizie di stampa locale poi verificate. Se la stagione 2010-2011 risulta particolarmente tranquilla, 25 morti di cui uno solo non cacciatore e 75 feriti (subito prima del periodo venatorio peraltro, vicino Altamura in provincia di Bari viene abbattuto da un bracconiere don Francesco Cassol, addormentato nel sacco a pelo durante un ritiro spirituale), il 2009/2010 registra 31 decessi e 86 feriti, e nel 2008/2009 i morti sono 42, di cui 27 estranei alla caccia, e i feriti globali 94. Negli ultimi quattro anni, (pur con una tendenza in calo) è una strage: 114 morti e 303 feriti. "Il nostro elenco si limita alle vittime dei fucili da caccia, sia in ambito venatorio che, quando riusciamo a saperlo, extra venatorio," spiega Daniela Casprini, presidente dell'associazione. "Escludiamo incidenti come cadute, infarti, e pure i suicidi ameno che questi ultimi non siano stati commessi da minorenni" Ciò nonostante la nota che si scorre sul sito dedicato alle vittime della caccia è assai nutrita: il bambino di Lucca impallinato al volto mentre gioca nel cortile di casa, le sorelline colpite dalle schegge del fucile dello zio, l'automobilista incolonnato e raggiunto da proiettile vagante, la segretaria comunale di Venosa colpita in giardino, il giovane che a Siena stramazza in campo mentre gioca a pallone, quando a Palermo, sempre con un fucile da caccia, un uomo spara dal balcone e uccide l'ex genero.
Oltre a essere, infatti, grazie all'articolo 842 del codice civile, gli unici depositari del diritto a entrare nelle proprietà altrui a meno che non siano recintate a norma (chiudere quattro ettari costa 15-20mila euro) potendo sparare fino a 150 metri dalle abitazioni e a 50 dalle strade, i cacciatori sono anche autorizzati a possedere un numero illimitato di fucili e carabine, con cui, al contrario di chi ha un revolver per la difesa personale, possono esplodere colpi anche in luoghi pubblici. In base alla direttiva 91/477/CEE e ss. mm. ii. a loro è inoltre consentito di viaggiare con i fucili al seguito per tutti gli stati membri con la carta europea armi da fuoco, e anche fuori dalla UE, grazie a permessi rilasciati senza grandi difficoltà dalle questure.
Come mai tanti favori a una minoranza - si stima che i cacciatori siano poco più di 700mila - non così amata dall'opinione pubblica, che oggi sembra più a favore di animali, ambiente e vita pacifica? L'Italia è il primo produttore europeo di armi sportivo-venatorie, copre circa il 60% dell'intera offerta comunitaria, arrivando al 70% se si considerano solo le armi lunghe da caccia e tiro, ed è il più importante paese esportatore nel mondo di armi sportive, commerciali e munizioni, con aziende leader nel settore come Beretta e Fiocchi. "Secondo dati Eurispes 2008 il comparto ha un giro d'affari valutato poco meno di 2 miliardi di euro, invece per il Consorzio Armaioli Italiani nel 2010 l'indotto delle armi civili realizzava più di 3 miliardi" dice Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell'Archivio Disarmo. "La Rete Italiana Disarmo indica oggi in Italia 10 milioni di armi detenute ufficialmente, di cui la metà presso civili. Tra le categorie in possesso di licenza ci sono 50.000 guardie giurate, 178.000 sportivi del tiro a segno e circa 720.000 cacciatori."
Spiegano dall'ANPAM, Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili: "Non sappiamo il numero esatto di armi da caccia vendute in Italia. Ma tutte le armi sportive e civili prodotte qui o importate devono essere testate, approvate, immatricolate e punzonate presso il Banco Nazionale di Prova. Conoscendo quindi la nostra produzione totale, esportata per il 90%, e quante armi lunghe vengono importate, stimiamo che ogni anno da noi ne vengano vendute intorno alle 50 mila, fra caccia e tiro sportivo."
Ma quante e quali armi può avere un cacciatore? Quali esami psicofisici occorre superare per utilizzarle? "Un cacciatore possiede tutte le armi che vuole, ma fuori può portarne una sola, e se la lascia incustodita è reato penale" dice Gianluca Dall'Olio presidente di Federcaccia. A parte le carabine a canna rigata impiegate nella caccia agli ungulati, cervidi, mufloni e cinghiali, potenti quanto armi da guerra e capaci di raggiungere gittate di migliaia di metri "di regola si usano fucili ad anima liscia, principalmente calibro 20 e calibro 16, e ai nostri 450mila tesserati distribuiamo precisi vademecum."
C'è chi dubita però che sia opportuno favorire ancora la massiccia presenza di questi utensili fra la gente.
Nel 2005 Christian Maggi ha 19 anni, vive a Sori in provincia di Genova e una sera, rientrando in motorino, si sente apostrofare dal terrazzo sopra il garage. "Vi siete divertiti?" chiede il vicino, 81 anni. Christian alza gli occhi e l'ex cacciatore gli scarica addosso 150 pallini. "Era in cura alla Asl, prendeva farmaci antimaniacali, ma gli lasciavano in casa due fucili" racconta il fratello Daniele. "Il processo penale si è chiuso subito, il gip non lo imputò di tentato omicidio ma di lesioni personali aggravate. Ha sparato nella schiena di Christian, inoperabile e costretto a convivere con tutto quel piombo in corpo, e non si è fatto un giorno di fermo." Ed è ancora in una frazione di Sori, a Sussisa, che nel 2010 incontrano la morte le guardie zoofile Elvio Fichera e Paola Quartini, lei della LIPU, per mano di un cacciatore a cui stanno notificando una sanzione per le pessime condizioni di detenzione dei suoi cani. Renzo Castagnola uccide entrambi, quindi si toglie la vita.
"Parliamo di tragedie, ma non sottovalutiamo il disagio di dover tollerare estranei armati in casa propria" commenta Danilo Selvaggi, responsabile dei rapporti istituzionali della LIPU-Birdlife Italia. "Esiste inoltre una zona grigia fra caccia legale e bracconaggio, popolata di cacciatori che commettono piccole ma continue infrazioni."
Tanti sicuramente sono ligi, ma c'è pure chi s'impone tagliando reti, uccidendo per rappresaglia animali d'affezione; conversazioni sui blog rivelano disinvoltura nell'ammettere frodi e abusi. Il clima è teso anche altrove, lo raccontano gli otto volontari italiani e tedeschi del CABS-Committee Against Bird Slaughter che nei Pirenei sono stati inseguiti dalle pallottole dei bracconieri a cui avevano disattivato quasi 700 trappole illecite. Per le guardie zoofile delle nostre associazioni più impegnate, fra cui Lipu, Lac, WWF, non è mai una passeggiata. Il 18 ottobre a Lumezzane, Brescia, finito un sequestro tre guardie del WWF tornano all'automobile, incustodita. Ripartiti, scoprono che qualcuno ha provveduto a tagliare i tubi del liquido dei freni, e solo un testacoda li salva da un burrone.
Possibile che le istituzioni al servizio del cittadino siano così evasive?
A quanto pare il Ministero degli Interni non è disponibile a trattare il tema, né sui guai combinati dalle armi da caccia la Polizia di Stato sa fornire alcun dato, informazione, commento. E dire che varie cronache riferiscono persino fenomeni di ricettazione di questi strumenti.
"Papà è morto alle 10.40, noi però siamo stati avvisati dai carabinieri alle 14.10, quando la notizia già circolava su internet; non abbiamo visto nemmeno un verbale" racconta Antonio Pulicicchio, figlio del cercatore di funghi ucciso a Soveria Mannelli. "A chi ha sparato pare fosse stato sospeso il patentino, si era unito lo stesso a una battuta al cinghiale e un amico medico gli ha prestato la carabina. Ha centrato mio padre da dieci metri. A causa dei cinghialai, squadre di rambo che si muovono anche in cinquanta, da queste parti la gente ha paura a uscire di casa."
Luciano Cerutti invece viene stroncato a 56 anni in Val di Cadore, novembre 2005, da un selecacciatore, autorizzato ai cosiddetti abbattimenti di selezione fuori stagione. Femmine sterili, esemplari malati che verrebbero individuati a colpo sicuro, anche se per i requisiti minimi stabiliti dal Ministero della Salute con decreto 28/IV/1998 può rinnovare il porto d'armi chi veda con un solo occhio e abbia 8/10 di acutezza corretti da lenti e occhiali, chi decifri fonemi a non meno di sei metri di distanza pure per mezzo di impianti acustici (sotto questa soglia, ci si può consolare con la caccia in appostamento); nessuna prescrizione contro l'impossibilità di deambulare, mentre in caso di minorazioni agli arti superiori si può ricorrere alle protesi.
"Mio marito era salito alla sua piccola baita, bruciava ramaglie, l'uomo gli ha sparato da 55 metri. Non c'era nebbia, il fucile era dotato di binocolo; cercava un cervo e ha centrato Luciano al cuore" racconta la vedova Marcella Del Longo. "Non ha mai detto nemmeno 'mi dispiace'. Ho due figli, il più piccolo ha perso il padre che adorava a tredici anni. Oggi a quell'uomo vorrei chiedere: cos'ha visto, quella mattina? Non mi risulta che mio marito avesse orecchie a punta, lunghe corna . Alcuni cacciatori hanno avuto il coraggio di chiedermi com'era vestito, come se bisognasse andare in giro a palle e strisce per non finire ammazzati."
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La caccia uccide anche gli uomini Vittime innocenti di troppi fucili - Inchieste - la Repubblica
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caccia agli animali o agli uomini :roll:? certo che
Io non trovo il divertimento derivato dalla caccia, lo trovo un hobby talmente stupido, talmente da persone malate che non capisco come faccia a essere ancora ritenuto legale. Non è per nulla bello mettersi a sparare animali a caso solo per passatempo, con tutti gli sport che ci sono da fare c'è ancora chi continua a fare il cacciatore, ma poi cosa si prova a puntare un fucile contro un essere che sta beatamente per i caxxi suoi, nel suo habitat.
Se fosse per me prenderei a sprangate in testa questa gente, tra l'altro non solo uccidono animali, ma rischiano anche di far fuori una persona oltre altri incidenti e naturalmente una cosa del genere è anche permessa, ma per piacere, se vogliono sparare in giro si sparassero nelle chiappe fanno prima.
evidentemente i morti sono ancora troppo pochi per vietarla... apsetteranno che ne muoiano 100 al giorno non so...
Nel solo 2008 sono morti 1380 motociclisti in Italia(fonte ANIA).
Però nessuno si sogna di dire "sport stupido, al bando le moto, impennate in bicicletta"...
Leggo tanta incoerenza, onestamente.
Io non ho la moto...e i motociclisti in genere si ammazzano loro.. il cacciatore ammazza altri!"
Cooomunque spero in un costante aumento degli incidenti... non mi fate pena nemmeno un pò!
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Onestamente tantissimi sono contro le moto da strada "per strada" e tantissimi ora corrono solo in pista...io per dire una moto che fa i 300 all'ora in terza non la farei girare per strada... e ci sono tantissime associazione per le vittime della strada" quindi non è che nessuno dice mai niente contro le moto o le macchine eh,...
Intendevo qui dentro, non in generale.
E comunque il 90% delle moto in circolazione superano i 200Kmh, quindi tanto varrebbe proibirle tutte, anche perchè non serve andare a 300 per farsi male seriamente.
Ah, e comunque non mi pare molto garbato sperare in altri incidenti, e come se io sperassi in altri morti nei rave, non credo tu la prenderesti bene, o sbaglio? Un minimo di rispetto.
Nel post dedicato agli incidenti di caccia, si parla di quelli.
Se si aprisse un post (perché non lo fai tu per verificare?) sugli incidenti stradali mortali, stiamo parlando di 5000 morti l'anno in Italia, credo che la quasi totalità delle persone che si indignano per la morte di un dodicenne in una battuta di caccia al cinghiale, si indignerebbero altrettanto per questa piaga sociale.
E se invece coloro che si nascondono dietro i morti sulle strade per giustificare l'uso delle armi da caccia, fossero gli stessi che giustificherebbero la loro imprudenza alla guida coi morti negli incidenti di caccia?
Io chiedo: ma non si potrebbero evitare pericolose pratiche venatorie e nello stesso tempo di fare gli stronzi al volante (o al manubrio della moto)?
Il ragionamento "c'è sempre di peggio" di Imok fa capire l'impossibilità di difendere in altri modi tale pratica da imbecilli...
Il mio intervento era per fare un paragone, in quanto sembra che morire in auto sia più accettabile rispetto al morire per mano di un cacciatore imprudente.
Io non ci vedo una grande differenza, è sempre una tragedia, però demonizzare una pratica antica come la caccia (al fine di mangiare eh, non di farsi il pellicciotto) mi pare stupido, quando le auto che comunemente usiamo tutti creano un problema ben più elevato.
E ora non mi dire "aboliamo le auto" però.:lol:
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Secondo me è da imbecilli andare allo stadio a fare rissa con la Celere, magari crepando sugli spalti, per una partita del cazzo.
Ci sono tante cose dannose al mondo, la caccia onestamente mi sembra uno dei mali minori, anche se concordo nel dire che non tutti la praticano seguendo alla lettera le norme di comportamento e sicurezza.