BELLUNO - «Ma non è che questo qua mi ha fatto qualcosa di strano», si era chiesto avvertendo dolore al fondoschiena. Un pensiero fugace quello che passò per la testa del giovane, mai avrebbe immaginato quanto invece ci avesse azzeccato.
Ieri mattina lui, come un’altra decina di pazienti del falso medico Roberto Benatti, si è seduto in tribunale a Busto Arsizio (Varese) per raccontare lo squallido percorso terapeutico sul lettino del porno massaggiatore che a Colle Santa Lucia, nel Bellunese, aveva a lungo avuto uno studio.
Dell’imputato - che nel frattempo è fuggito a Santo Domingo approfittando della scadenza dei termini di custodia cautelare - si era fidato ciecamente: «Andavo da lui perché tutti ne parlavano bene e quando mi propose la sua famigerata manovra non avevo avuto dubbi», ha raccontato. Una fiducia mal riposta se è vero come è vero (ci sono decine e decine di fotografie scattate da Benatti ai suoi pazienti dormienti e mostrate da un riluttante pubblico ministero Raffaella Zappatini alle vittime) che Benatti narcotizzava i clienti, soprattutto quelli giovani e atletici, e li sodomizzava dando libero sfogo a ogni tipo di perversione.
Perché la "manovra" consisteva proprio in quello e non nell’allungamento vertebrale da effettuarsi con manipolazione interna, come illustrava lui. «Mi aveva fatto addormentare, ma a un certo punto della seduta mi risvegliai per il forte dolore e ricordo di averlo visto a gambe nude, coperto solo dal camice. Mi diede un’altra pastiglia e io tornai a dormire», ha proseguito.
Violenza sessuale è l’accusa principale ma tra i reati contestati ci sono pure l’esercizio abusivo della professione medica, spaccio di sostanze, truffa ed evasione fiscale. Cosa davvero accadesse nello studio di Gallarate e in quello di Colle Santa Lucia, emerse per pura casualità nel maggio del 2007, quando un giovanissimo atleta si risvegliò all’improvviso dalla sedazione, trovandosi Benatti nudo chino su di lui. Il ragazzo gridò, i parenti fecero irruzione nella stanza e chiamarono i carabinieri.
Pornoterapista sodomizzava i pazienti Da Belluno in fuga ai Caraibi