Siamo alle solite. Nessun organo di informazione ne parla, ma in Romania c’è una vera rivoluzione. Migliaia di giovani hanno invaso strade e piazze. Gli scontri con la polizia sono sempre più frequenti. É così da più di una settimana, ma solo ora giungono le prime attendibili notizie.
La rivolta é nata dopo i pesanti tagli imposti dalla BCE al governo di Emil Boc. L’ austerity riguarderà particolarmente il bilancio della sanità pubblica. Raed Arafat, che della sanità era vice-ministro, si é immediatamente dimesso. E la popolazione è scesa in piazza.
Domenica scorsa a Bucarest i dimostranti hanno lanciato pietre contro la polizia in assetto anti-sommossa, che ha risposto con lacrimogeni. Alla fine 50 persone hanno dovuto far ricorso a cure mediche e una settantina sono stati gli arrestati. Altre manifestazioni si sono tenute a Cluj, Timisoara e Iasi.
I manifestanti vogliono a gran voce le dimissioni del presidente Basescu e del primo ministro Boc, gli schiavi della BCE, del FMI e della finanza globale. Chiedono il ritorno della monarchia parlamentare, vogliono un governo che sappia fronteggiare gli istituti bancari e finanziari, che hanno in mano l’intera Europa e che, stanno commissariando uno ad uno tutti i paesi dell’Unione.
Le agenzie di stampa nazionali (mediafanews.ro e livenews.ro) parlano di un vero e proprio golpe. parlano di una popolazione esasperata così nelle grandi città, come nei piccoli villaggi, che assaltano letteralmente negozi e supermercati.
Boc intanto fa sapere che non si dimetterà e che non permetterà nuove elezioni o un referendum popolare che possa portare la Romania verso una monarchia popolare protezionista ed antieuropea. I rumeni non demordono e continuano a riempire le piazze.
Tutta la stampa europea ovviamente tace. La paura che questo sentimento di ribellione e malessere sociale contagi altri Paesi d’Europa é alta. La strategia é sempre la solita: avvolgere la ribellione nel silenzio per isolarla ed impedire il contagio. Romanian Press Club, associazione che rappresenta i giornalisti nel Paese, ha espresso preoccupazione per “alcune azioni eccessive” della polizia nei confronti di reporter che stavano cercando di documentare la rivolta.
É in questo clima surreale, da regime dittatoriale cinese, che le parole del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz riecheggiano vuote e prive di qualsiasi consistenza:
I governi di tutti i Paesi colpiti dalla crisi, ma soprattutto della Romania, dovrebbero ascoltare i manifestanti per conoscere i loro problemi. Servono misure economiche urgenti per migliorare le condizioni di vita della popolazione. Se la Romania vuole la monarchia parlamentare bisogna indire subito un referendum popolare.
CI NASCONDONO UN’ALTRA RIVOLUZIONE. IN ROMANIA.