Quel che è successo ad Oslo è praticamente questo: il Arbeiderpartiet, il Partito Laburista liberale/socialista, ha in sé anche candidati post-immigrati.
Ovviamente gli immigrati chi votano?
Votano i rappresentanti della loro etnia. Il Partito prende nel Concilio Cittadino 20 posti, di cui 11 sono stati assegnati, evidentemente per numero di voti, a candidati non etnicamente norvegesi.
Evidentemente questo è saltato proprio all'occhio, tanto che lo stesso Partito, ricordo allofilo a morire, comincia a reclamare un cambiamento della Legge Elettorale.
Il veterano del Partito, Rune Gerhardsen, dice al giornale VG: "Ora abbiamo tre rappresentanti dalla Somalia e del Somaliland. Il tutto è in eccesso rispetto a quanto avremmo potuto aspettare." Poi dice che non ce l'ha con gli immigrati consilieri attuali, ma che vorrebbe solo che le cose fossero bilanciate.
Abid Raja, allogeno e membro del Partito Liberale, Venstre, dice che il commento di costui è "allarmante".
"Ciò che [Gerhardsen] dice a proposito dei suoi colleghi di partito di origine somala è un affronto alla loro dignità", dice Raja all'agenzia NTB.
Il tutto è supportato dal Ministro degli Esteri Jonas Gahr Støre, che vorrebbe un cambiamento con una Legge Elettorale in cui si voti una lista e non i candidati [praticamente come in Italia].
La Legge Elettorale norvegese ora, infatti, prevede che i candidati facciano campagna elettorale e che i cittadini li votino nominalmente. Ovviamente il senegalese fa propaganda per i senegalesi e questi, che sono molti, votano tutti lui.
Labour Party looks to slash Oslo immigrant dominance - The Local