A sedici anni Chloe si è buttata giù da un ponte, decisa a morire per sfuggire al suo aguzzino: un giovane asiatico che l’aveva stuprata e costretta alla prostituzione. La ragazzina, che vive a Leeds in Gran Bretagna, aveva provato a chiedere aiuto alla scuola e alla polizia ma nessuno l’aveva ascoltata. La sua storia è finita l’altro giorno sulla prima pagina del Times per denunciare la crescente presenza di bande criminali che vanno a caccia di ragazzine per venderle al miglior offerente. L’allarme è tale che il governo ha deciso di varare un piano d’azione a livello nazionale per arginare il fenomeno.
Ma torniamo a Chloe (il nome è di fantasia). Il suo calvario comincia nel febbraio del 2009 quando a un party di compleanno viene approcciata in giardino da un ragazzo che la convince a salire sulla sua vettura e poi la stupra. La ragazza viene trovata in stato di shock ma alla polizia, per vergogna, racconta solo di essere stata molestata e omette la violenza sessuale. L’estate dopo il ragazzo si ripresenta ad un’altra festa e lì comincia l’abuso sistematico: droga, prostituzione, alcool. Chloe non è più se stessa. A scuola se ne accorgono, convocano i servizi sociali e le forze dell’ordine. La giovane in lacrime racconta tutto a una poliziotta cominciando proprio dallo stupro che si teneva dentro da mesi. A questo punto tutti sanno ma nessuno agisce. Sia la scuola che la polizia pensano “che Chloe non corra pericoli immediati” e non la mettono sotto protezione. A gennaio la teenager rimane incinta e decide di tenere il bambino. Ma il suo aguzzino, ovviamente, non è d’accordo. Per farla abortire organizza uno stupro e un pestaggio di gruppo. A finire il “lavoretto” viene poi chiamata uno di quei finti medici che sistema questo genere di problemi. Questa volta Chloe non racconta nulla a nessuno. Si sente tradita perché nessuno ha cercato di proteggerla nonostante lei avesse rivelato anche i nomi dei suoi aguzzini e la casa in cui avvenivano gli incontri sessuali. Qualche giorno dopo la giovane salta da un ponte. E’ ancora viva solo per miracolo.
La storia di Chloe è come quella di tante altre ragazzine perdute e disperate. Oggi è la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Si calcola che, nel mondo, una donna su cinque sia vittima di stupro o tentato stupro nel corso della sua vita. Il nostro no può servire a cambiare le cose.
Chloe e le ragazzine sfruttate dalle gang criminali | Le persone e la dignità