Ha salutato le amiche e le istruttrici di ginnastica ritmica (la sua  grande passione) e si è incamminata verso casa, distante dalla palestra  soltanto 700 metri. Poi di lei non si è più saputo nulla. C'è angoscia a  Brembate Sopra per la sorte di Yara Gambirasio, 13 anni, studentessa di  terza media e promettente ginnasta. 
I carabinieri, in campo con  una vera e propria task force per le ricerche, hanno sentito familiari,  amiche, insegnanti, compagni di scuola, vicini di casa: nulla nella  vita di Yara sembra far propendere per un allontanamento volontario. 
L'ipotesi,  dunque, è quella più inquietante: qualcuno potrebbe averla presa sul  tragitto da casa alla palestra, contro la sua volontà. Questa la pista  al momento privilegiata dagli inquirenti. Il pm Letizia Ruggeri, che  coordina le indagini, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per  sequestro di persona. 
Papà fa l'impiegato e mamma l'educatrice  in un asilo nido: gli inquirenti escludono un rapimento a scopo di  estorsione. Chi può avere incontrato Yara, allora, sulla breve strada  verso casa? Un balordo? O una persona che conosceva? S'indaga per  scoprirlo. 
Yara Gambirasio abita in via Rampinelli a Brembate  Sopra. Frequenta la terza media alla scuola Maria Regina delle Orsoline  di Somasca in via Broseta, a Bergamo, e la sua passione è la ginnastica  ritmica: atleta della polisportiva di Brembate Sopra, si è distinta per  capacità primeggiando anche alle finali nazionali della sua categoria. 
Yara  venerdì alle 17,15 esce di casa per recarsi a piedi al centro sportivo  comunale: vuole portare alle sue istruttrici di ginnastica uno stereo.  Giunta al palazzetto alle 17,30 circa, Yara consegna lo stereo, poi si  trattiene un'oretta per assistere all'allenamento delle amichette. Verso  le 18,30 saluta e se ne va. Le ultime a vederla sono state proprio le  istruttrici e le giovani ginnaste. 
Alle 19,15 la madre Maura,  preoccupata perché Yara ancora non torna, prova a chiamarla sul  cellulare: spento. Prova ancora, niente. Va a cercarla al centro  sportivo: non c'è. Sale l'angoscia, scatta l'allarme: i familiari  chiamano i carabinieri. 
I carabinieri della stazione di Ponte  San Pietro e della compagnia di Bergamo si mettono subito al lavoro e,  con il passare delle ore, l'ipotesi di una «ragazzata» si affievolisce:  bei voti a scuola, una famiglia serena, nessun grillo per la testa, Yara  - dicono tutti - non sarebbe mai scappata di casa.. Scendono in capo  anche i militari del nucleo investigativo provinciale. 
Gli  investigatori si mettono all'opera sui tabulati telefonici e appurano  così che alle 18,49 il telefonino «Lg» di Yara viene spento e non si  accenderà più. L'ultima cella agganciata dall'apparecchio è nella stessa  zona della sparizione. Nei minuti precedenti nessuna telefonata  particolare: solo qualche scambio di sms con un'amichetta della  ginnastica, per dirsi «Ci vediamo domenica alla gara di ginnastica». 
Scattano  le ricerche. Alcuni cascinali della zona frequentati da senzatetto e  sbandati vengono perlustrati: Yara non c'è. Il centro sportivo di  Brembate viene passato al setaccio anche con le unità cinofile dell'Arma  di Orio al Serio. Gli investigatori vanno anche a scuola dalle Orsoline  a Bergamo e cercano fra le cose di Yara. Altri detective sentono  familiari, conoscenti e insegnanti. Anche un amico con cui Yara aveva  più confidenza viene ascoltato: niente. Per tutti Yara non aveva alcun  motivo di scappare. 
Anzi, dicono in molti, ultimamente il suo  umore era ottimo: voti buoni a scuola, successi nella ginnastica, una  famiglia serena. Yara Gambirasio sembra essere stata risucchiata  dall'oscurità, in quei 700 metri che separano il palazzetto di Brembate  Sopra da casa sua. Domenica carabinieri, polizia locale dell'Isola e  protezione civile estenderanno le ricerche, a partire dall'alba.
Yara, la tredicenne scomparsa «Presa contro la sua volontà» - Cronaca - L'Eco di Bergamo