Mi suonava strano ancora nessuno ne avesse parlato. Forse non fanno notizia incidenti come questo, specie dopo il disastro della Tyssen
Però siccome ho a cuore questo argomento vorrei spender qualche parola. E sentire i vostri pareri.
Premetto dicendo che non è una industria chimica ma una attività commerciale di smaltimento rifiuti. Sono due cose belle diverse. Ma come al solito c'è disinformazione e i giornalisti ne sparano di colossali.
Altresì è assurdo che in Lombardia ci sia lo stesso numero di morti che la Germania in un anno
Sempre più incidenti capitano dove meno te l'aspetti e non era così assurdo capitasse proprio in un'azienda come questa...
MILANO 5 novembre 2010 - Sono in pericolo di vita due dei sei operai rimasti ustionati in modo grave nell'esplosione di giovedì alla ditta chimica Eureco in via Mazzini a Paderno Dugnano. Quattro dei feriti sono in cura a Milano, mentre per due è stato necessario il trasferimento in altre città. Al Centro Grandi Ustionati del Niguarda, in particolare, è ricoverato un meccanico di 55 anni, Salvatore Catalano, che abitava con la compagna Antonella al primo piano dello stabilimento: lei era la custode, dovevano sposarsi il 20 novembre. Catalano ha ustioni di terzo grado sull'85% del corpo; le sue condizioni sono critiche, è sottoposto a sedazione farmacologica e a ventilazione assistita. La prognosi è riservata. Sempre al Niguarda, due operai sono ricoverati in Terapia intensiva: il primo, trasferito giovedì dal San Paolo, è S. L., albanese di 37 anni. Ha ustioni di III grado sul 95% del corpo. Anche le sue condizioni sono molto critiche, e la prognosi riservata. Il secondo è un suo connazionale di 21 anni, K. X., precedentemente ricoverato al San Gerardo di Monza. Ha ustioni di II e III grado sul 25% del corpo: attualmente è in via di stabilizzazione, respira spontaneamente e non è in pericolo di vita, anche se la prognosi è comunque riservata. Un altro operaio è ricoverato al Fatebenefratelli, in attesa di essere trasferito al Niguarda: ha ustioni sul 40-45% del corpo, di II e III grado. Il paziente che era stato portato al San Raffaele di Milano, invece, è stato trasportato nella serata di ieri a Genova con l'elisoccorso del 118 di Como. L'ultimo operaio, che era ricoverato al San Carlo, è stato invece trasferito al Centro ustioni di Torino giovedì sera in autoambulanza. È stato sottoposto a un primo intervento chirurgico ed è in prognosi riservata, intubato e ventilato mediante macchinari.
APERTA UN'INCHIESTA - Il pm di turno Emanuela Massenz, di Monza, competente per territorio, ha effettuato venerdì mattina un sopralluogo all'interno della Eureco, quindi ha aperto un’inchiesta, per il momento a carico di ignoti, sull’esplosione. L’ipotesi di reato è quella di lesioni colpose sui luoghi di lavoro. Tuttavia già sabato nel fascicolo sarà iscritto a titolo di indagato per lo stesso reato il titolare dell’azienda. A quanto si apprende, si tratterà di un’iscrizione a titolo di garanzia dello stesso datore di lavoro, non di un’attribuzione di responsabilità, che sarà formalizzata domani all’apertura degli uffici. In questo modo il titolare potrà partecipare con i propri legali o consulenti agli eventuali accertamenti non ripetibili utili agli inquirenti per ricostruire la dinamica dell’incidente e che poi potrebbero essere utilizzati come prove in un eventuale processo. Intanto i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’area coinvolta dall’esplosione. L’azienda è sottoposta a sequestro.
IL SOPRALLUOGO - Davanti ai cancelli dell'azienda sono arrivati anche alcuni funzionari della Cgil, che però sono rimasti al di fuori dei capannoni. «Il sistema di appalti e subappalti ad aziende esterne, come la cooperativa per la quale lavoravano i feriti, provoca purtroppo un deficit delle misure di sicurezza e di prevenzione», ha detto Tiziana Scalco, della Cgil di Milano. «Quando si stoccano materiali pericolosi - ha continuato - è necessario che le misure di sicurezza siano molto rigorose». La Cgil chiede che «si faccia chiarezza in tempi rapidi sulle cause del grave infortunio in un'azienda nella quale si erano già verificati episodi simili, sulle condizioni di lavoro in Eureco e sulle responsabilità di questo ennesimo grave incidente». Sul posto sono intervenuti i tecnici di Brianza Acque, per verificare la presenza di eventuali inquinanti. Anche il Presidente nazionale dell'Inail, Franco Lotito, si è recato alla fabbrica per un sopralluogo.
ODISSEA TRAFFICO - L'incendio alla Eureco, che si trova proprio di fianco alla superstrada Milano-Meda, ha mandato in tilt la viabilità dell'intero Nord Milano, con lunghissime code che si sono estese a macchia d'olio, dalla stessa Milano-Meda alla tangenziale nord A52, alla provinciale Rho-Monza via via che i minuti passavano. La superstrada è stata chiusa in entrambe le direzioni. La polizia stradale ha bloccato l'accesso alla superstrada anche dalla tangenziale nord e dalla Rho-Monza. Tutti gli automobilisti, mezzi pesanti, moto, e quanto altro si sono riversati sulla viabilità dei comuni. Anche Varedo ha sofferto code e disagi. La polizia ha riaperto tutte le strade attorno alle 17.30, la situazione è tornata alla calma solo verso le 21.
LA COMMISSIONE PARLAMENTARE - Nei prossimi giorni la Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato della Repubblica effettuerà un sopralluogo presso lo stabilimento. «La Commissione - si legge in una nota - cercherà di acquisire informazioni dirette sull'accaduto, anche mediante audizioni con i soggetti istituzionali competenti per le indagini, con i rappresentanti dei lavoratori e dei vertici aziendali, nonché con i responsabili della sicurezza dell'azienda stessa. L'intervento si inquadra nell'ambito dell'attività di inchiesta della Commissione e mira a ricostruire la dinamica dell'incidente, al fine di individuare le eventuali criticità nei sistemi di sicurezza e valutare i possibili miglioramenti nelle procedure e nelle norme, che possano contribuire a prevenire il ripetersi di tali sciagure ed elevare la sicurezza dei lavoratori». La Commissione ha inoltre espresso la propria «vicinanza e solidarietà agli operai rimasti vittima della sciagura e ai loro familiari».
Capannoni sotto sequestro
«Gravi carenze nella sicurezza»
Paderno Dugnano: gli investigatori al lavoro per stabilire le cause dell'esplosione alla Eureco
MILANO - I capannoni sotto sequestro. Piantonati dai carabinieri per tutta la notte. È lì, tra gli attrezzi di lavoro, il muletto distrutto dalla fiammata e i rifiuti stoccati, la chiave per svelare il giallo della Eureco di Paderno Dugnano. I carabinieri di Monza, già poche ore dopo lo scoppio che ha investito 7 operai (5 albanesi e 2 italiani), hanno parlato di «carenze nelle misure di sicurezza» dello stabilimento di via Mazzini, 101. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Milano, hanno registrato «problemi di sicurezza dei luoghi di lavoro», ma anche procedure anomale nello stoccaggio dei rifiuti. Sospetti che hanno indotto i carabinieri a sequestrare l'area per «congelare lo stato dei luoghi». Solo stamani gli inquirenti, insieme ai tecnici dei vigili del fuoco, effettueranno un nuovo sopralluogo.
Ieri, al momento dell'esplosione, il titolare della Eureco, Giovanni Merlino, 59 anni, originario del Foggiano ma residente a Paderno Dugnano, si trovava a Rimini per una Fiera: «Non rilascio dichiarazioni», ha chiarito al suo arrivo. Gli inquirenti lo hanno potuto sentire solo alcune ore più tardi, ma anche per dare la precedenza alle operazioni di messa in sicurezza, solo oggi saranno conclusi gli accertamenti: sui documenti contabili e sulle autorizzazioni. Merlino, nel 2003 finì ai domiciliari per una vicenda di irregolarità nelle «bolle» di smaltimento dei rifiuti al termine di un'inchiesta piemontese che aveva portato alla scoperta di una discarica di rifiuti tossici di Sant'Albano Stura (Cuneo). Poi, nel luglio scorso, il rinvio a giudizio per un'indagine della Procura di Lodi su oli smaltiti (da un'altra ditta) senza rispettare le procedure.
Nello stabilimento coesistono 4 aziende, tutte della famiglia Merlino, attive nel settore ambientale: C.r. srl, Ge.tra.me srl, Project engineering srl e, appunto, la Eureco srl, European ecology international. Una società a conduzione familiare (il 60% al padre e il 5% rispettivamente alle figlie Elisabetta ed Elena), con una partecipazione al 30% di una società con sede in Lussemburgo (Varfor holding). Nel complesso - hanno accertato gli inquirenti - erano presenti operai legati a una ditta esterna con sede a Senago, alla quale apparterrebbero i cinque immigrati feriti. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Gruppo di Monza, coordinati dal colonnello Giuseppe Spina e a quelli di Desio. E ieri in via Mazzini erano presenti anche gli uomini del Nucleo operativo ecologico. Gli stessi che stanno conducendo l'inchiesta sull'inquinamento del Lambro.
spero vivamente sia fatta luce sulla vicenda.
non è possibile che ci siano sempre troppe carenze in materia di sicurezza sul lavoro...
mi fa incàzzare anche il fatto che sia dato poco risalto a vicende come questa mentre altre vengono messe in piena luce...
ok che è tutto soggettivo ma questi non sono morti meno importanti di altri...