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No, aspe'.
Ho seguito pomeriggio 5 per un po'.
Forse quella di cui parli tu è quella ragazza che aveva subito violenze dal padre, e come lei anche le sorelle, e la stessa madre MI SEMBRA.
Stavano cercando di spingere le figlie di 'zio' a confessare eventuali abusi, per liberarsi. Insomma.. volevano farle capire che essere state violentate è vergognoso per chi compie l'atto, nonper chi lo subisce, e di PARLARE.
Poi bho, ho cambiato. Sicuro che quella persone sia stata molestata da Misseri?
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Originariamente inviata da
MarNas
Forse Pomeriggio 5, con Barbara D'Urso. In collegamento c'erano anche Sabrina e Valentina Misseri.
E da quando le notizie dei cabaret si prendono sul serio?
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Pomeriggio 5? Parli di patrizia? Mi pare che si chiama così. Se ti riferisci a lei mi pare di aver capito che lei era stata molestata dal nonno che a sua volto aveva molestato sua madre e altre ragazze.
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Originariamente inviata da
( :*MissMoody*: )
Pomeriggio 5? Parli di patrizia? Mi pare che si chiama così. Se ti riferisci a lei mi pare di aver capito che lei era stata molestata dal nonno che a sua volto aveva molestato sua madre e altre ragazze.
Azz... che bella famiglia!:shock:
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Originariamente inviata da
MarNas
Azz... che bella famiglia!:shock:
Purtroppo al peggio non c'è mai fine...
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Originariamente inviata da
MarNas
Azz... che bella famiglia!:shock:
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Originariamente inviata da
Eric Draven
Ma pensi veramente quello che dici?
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Originariamente inviata da
Nuvolablu
Ci provo:)
Allora, non credo proprio al fatto che siamo tutti potenziali assassini.
Esiste il controllo delle pulsioni, e chi commette un atto criminale come questo presenta deficit a livello di tale capacità.
Le cause di questi deficit sono da indagare nel vissuto del soggetto, specialmente nelle sue prime relazioni oggettuali.
E chi ci garantice sul controllo delle pulsioni da parte di Eric Draven? E lui stesso che garanzie ha? E' in questo senso che siamo tutti potenzialmente dei "Michele Misseri"...
Quando vivremo in una società nella quale ogni individuo viene seguito da un punto di vista psicologico fin dalla nascita, allora avrai ragione tu. Una società perfetta dove eventuali situazioni che possano provocare un "vissuto" a rischio vengano stroncate sul nascere.
Senza immedesimarci nel protagonista di questa triste vicenda in oggetto, ci sono gli omicidi più comuni: uccidere un automobilista con un pugno perché non ci ha dato la precedenza, per esempio: quante volte succede... Sono d'accordo con te che le cause dell'utilizzare un "pugno" come reazione sono da ricercare nel vissuto dell'assassino, però in questo caso il vissuto potrebbe essere meno evidentemente a rischio di quello di Misseri. Intendo dire che in molti potrebbero averlo proprio - quel vissuto - e non prestarci attenzione, basterebbe aver avuto un'educazione un po' alla membro di segugio come spesso accade...
Senza contare il fatto che di mille persone che hanno avuto lo stesso tipo di vissuto, una soltanto diventa assassino, cioè non riesce a controllare le proprie pulsioni; allora dovremmo entrare nel merito di tale capacità di controllo, la quale col vissuto immagino che non c'entri una mazza.
Quindi alla fine potrei aver avuto un'educazione tra i cui ingredienti c'è stato qualche sganassone ogni tanto, che ai più sembra ben fatto anche se non lo è, ed ecco che abbinata alla mia scarsa capacità di controllo delle pulsioni, mi porterà un giorno ad ammollare un diretto sul muso al proprietario del cane di cui ho appena acciaccato una cacca, farlo cadere e battere con la testa sul granito del marciapiede e ucciderlo.
In questo senso sostenevo che siamo tutti potenziali assassini.
Poi potrei anche sbagliarmi, anzi ne sarei felice, sono terrorizzato all'idea che un giorno potrei far del male a qualcuno. Resta il fatto che sono convinto che la quasi totalità degli assassini di omicidi non premeditati, prima di cadere in quell'errore, non avrebbero mai pensato di poterlo fare.
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Povera ragazza, che brutta fine...
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Originariamente inviata da
Abel Balbo
E chi ci garantice sul controllo delle pulsioni da parte di Eric Draven? E lui stesso che garanzie ha? E' in questo senso che siamo tutti potenzialmente dei "Michele Misseri"...
Quando vivremo in una società nella quale ogni individuo viene seguito da un punto di vista psicologico fin dalla nascita, allora avrai ragione tu. Una società perfetta dove eventuali situazioni che possano provocare un "vissuto" a rischio vengano stroncate sul nascere.
Senza immedesimarci nel protagonista di questa triste vicenda in oggetto, ci sono gli omicidi più comuni: uccidere un automobilista con un pugno perché non ci ha dato la precedenza, per esempio: quante volte succede... Sono d'accordo con te che le cause dell'utilizzare un "pugno" come reazione sono da ricercare nel vissuto dell'assassino, però in questo caso il vissuto potrebbe essere meno evidentemente a rischio di quello di Misseri. Intendo dire che in molti potrebbero averlo proprio - quel vissuto - e non prestarci attenzione, basterebbe aver avuto un'educazione un po' alla membro di segugio come spesso accade...
Senza contare il fatto che di mille persone che hanno avuto lo stesso tipo di vissuto, una soltanto diventa assassino, cioè non riesce a controllare le proprie pulsioni; allora dovremmo entrare nel merito di tale capacità di controllo, la quale col vissuto immagino che non c'entri una mazza.
Quindi alla fine potrei aver avuto un'educazione tra i cui ingredienti c'è stato qualche sganassone ogni tanto, che ai più sembra ben fatto anche se non lo è, ed ecco che abbinata alla mia scarsa capacità di controllo delle pulsioni, mi porterà un giorno ad ammollare un diretto sul muso al proprietario del cane di cui ho appena acciaccato una cacca, farlo cadere e battere con la testa sul granito del marciapiede e ucciderlo.
In questo senso sostenevo che siamo tutti potenziali assassini.
Poi potrei anche sbagliarmi, anzi ne sarei felice, sono terrorizzato all'idea che un giorno potrei far del male a qualcuno. Resta il fatto che sono convinto che la quasi totalità degli assassini di omicidi non premeditati, prima di cadere in quell'errore, non avrebbero mai pensato di poterlo fare.
Questo è logico ma non c'entra con la potenzialità di commettere un omicidio.
Tra il dire e il fare ce ne passa, e "io" posso dire di volerti uccidere ma poi il passaggio all'atto starà ad indicare appunto il limite tra normalità e patologia.
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Originariamente inviata da
Nuvolablu
Questo è logico ma non c'entra con la potenzialità di commettere un omicidio.
Tra il dire e il fare ce ne passa, e "io" posso dire di volerti uccidere ma poi il passaggio all'atto starà ad indicare appunto il limite tra normalità e patologia.
Ma la patologia quando è che ce l'hai: solo dopo aver commesso l'insano atto oppure anche prima?
E' questo il punto, che mi rendo conto diventa più filosofico che psicologico, però è ciò che dà la risposta al dubbio se siamo o meno tutti potenziali assassini.
Perché è troppo facile dire di un assassino che è patologico, la cosa è accettabile solo se tale patologia è individuabile ancor prima di commettere il crimine. Se non lo è, allora siamo tutti potenziali assassini.
Se invece lo è, la nostra società è responsabile di non averlo verificato prima; sarebbe al pari e più importante di una vaccinazione collettiva: individuare i potenziali assassini e curarli preventivamente.