A Casper, nel Wyoming, Stati Uniti, per vendicarsi della ex che lo aveva lasciato, il marine Jebidiah Stipe ha postato su Craigslist un annuncio con foto a nome della ragazza, in cui lei esplicitamente chiedeva di essere violentata. «Ho bisogno di un uomo davvero aggressivo, che non si faccia scrupoli con le donne» recitava il testo dell’inserzione, che ha subito attirato l’attenzione del ventiseienne Ty McDowell, che si è detto disponibile a recitare il ruolo richiesto.
Dopo uno scambio di e-mail con Stipe (che, dietro l’anonimato del computer, continuava a fingere di essere l’ex fidanzata), McDowell ha ricevuto l’indirizzo della donna e dettagliate istruzioni su come eseguire la presunta fantasia. Così McDowell si è presentato nella casa della ragazza, l’ha imbavagliata, legata e violentata selvaggiamente, puntandole un coltello da cucina alla gola. Poi se ne è tranquillamente tornato a casa, seguendo le istruzioni ricevute, convinto di aver avuto a che fare con una vittima consenziente.
La ragazza, che poco tempo prima aveva denunciato alla polizia di aver trovato il finto annuncio su Internet e l’aveva fatto rimuovere, ha chiamato il 911 ed è stata trovata dai soccorritori nuda in salotto, con le mani legate e ferite su tutto il corpo. Le indagini hanno presto portato alla luce la dinamica dell’aggressione e i due uomini sono stati incriminati per violenza sessuale. McDowell, però, si proclama innocente e afferma di avere agito in buona fede, pensando di soddisfare il desiderio della donna.
Il caso ha di nuovo acceso i riflettori sui rischi che il sostanziale anonimato garantito dalla Rete, dove chiunque può fingersi qualcun altro, può comportare, soprattutto per quanto riguarda l’adescamento delle vittime, anche minorenni, e il favoreggiamento della prostituzione.
Se è vero che Craigslist nel 2008 – di concerto con il National Center for Missing and Exploited Children – ha acconsentito a limitare la possibilità di postare annunci a chi sia in grado di fornire un numero di telefono del posto di lavoro e i dati della propria carta di credito (da cui viene prelevata una piccola commissione), sono in molti a ritenere che questo non basti e a chiedere nuove e più severe leggi per arginare il fenomeno dei crimini sessuali connessi all’uso della Rete. «Il mondo sta cambiando così velocemente, che mi sembra ormai evidente la necessità di un’evoluzione delle norme» commenta il senatore del Wyoming e presidente del Senate Jurdiciary Committee, Tony Ross.