ENNA - Lo aspettavano a casa ma i suoi genitori, da venerdì, non sapevano più niente di lui. Francesco era gettato in un canale di scolo lungo la provinciale per Enna con la testa fracassata. L'hanno ucciso a tredici anni, forse per uno sgarro. "E' stata una banda di assassini - sussurra un carabiniere - Forse una gang di ragazzi". Il papà fa lo spazzino, la mamma è una casalinga, abitano a Barrafranca, un paesino di 15 mila anime: "I suoi genitori è gente umile, che lavora sodo, lontana dalla malavita". Scartata la pista della vendetta mafiosa, poco credibile quella del maniaco sessuale, resta valida l'ipotesi della lite con un gruppo di coetanei.
Avrebbe compiuto 14 anni il primo gennaio Francesco Ferrari. Quel venerdì aveva appuntamento con gli amici in parrocchia per la Novena di Natale, ma l'appuntamento era saltato e da casa, Francesco è uscito prima che rientrassero i genitori e il fratello maggiore. E' uscito senza indossare il giubbotto, senza neppure portarsi dietro il cellulare: di certo pensava di rientrare presto.
Sulla strada, dov'è stato trovato il corpo del ragazzo, è andato anche il papà di Francesco: qualcuno però lo ha fermato prima che raggiungesse il canale: "Per favore, fatemelo vedere per l'ultima volta. Lo voglio vedere in faccia per capire cosa gli hanno fatto". Sua moglie non ha avuto la forza di uscire da casa: è sfinita dal dolore. Non riesce neppure più a piangere. Angelo, il figlio di vent'anni, l'abbraccia silenzioso.
I carabinieri stanno interrogando i compagni di scuola, ascoltano i loro genitori. Tutti ripetono la stessa storia: "Francesco era un bravo ragazzo, senza grilli per la testa. Andava alla scuola, la media, e passava il tempo con i ragazzi della chiesa: niente di più".
fonte la repubblica
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che schifo......