Tutta la nostra vita si basa sulle nostre convinzioni, su ciò in cui crediamo
o non crediamo. Proviamo ora a pensare a che tipo di convinzioni
dominano le nostre giornate. Sono di quelle che possono
potenziare i nostri risultati o piuttosto sono di tipo limitante? E
cosa succederebbe se ognuno di noi potesse scegliere liberamente
ciò in cui credere? Potremmo finalmente liberarci di ogni blocco
e di ogni pensiero non produttivo. Noti testi di aeronautica affermano
che “il calabrone abbia un peso tale che in rapporto alla
dimensione delle sue piccole ali, secondo le leggi della fisica, non
potrebbe volare... ma il calabrone non lo sa e vola lo stesso!”.
Facciamo un esempio concreto: mettiamo il caso che siamo
convinti di essere timidi. O insicuri. O addirittura di essere dei
buoni a nulla. Magari lo pensiamo perché da piccoli ci hanno
affibbiato questa etichetta, e noi abbiamo continuato a portarcela
dietro durante tutta la nostra crescita, convincendocene ogni
giorno di più. Di conseguenza abbiamo agito sulla base di questa
etichetta se da bambini ci hanno detto che non sapevamo disegnare, o qualche compagno dell’asilo magari ci ha detto che il nostro disegno era sgraziato, o ancora se noi stessi ci siamo detti che quello che avevamo
disegnato era qualcosa di non corrispondente alle nostre
intenzioni, sulla base di questo ci siamo costruiti una
convinzione negativa. Per tutti gli anni a seguire ci siamo
comportati di conseguenza, rafforzando così l’idea e gli effetti
pratici della nostra identità di persone artisticamente poco capaci.
Eventi anche molto lontani nel tempo, che oggi giudicheremmo
magari anche insignificanti, ma che da bambini ci hanno colpito
molto, sono dunque la base delle nostre convinzioni. Tuttavia visto che esse sono nate a partire da un evento cui abbiamo
attribuito importanza e fondatezza, allo stesso modo possiamo
però cambiare, ed in maniera altrettanto facile e veloce.
Oggi possediamo nuove risorse che prima non avevamo a
disposizione, che possono consentirci di gestire meglio le
emozioni, di scoprire il funzionamento dei nostri processi
mentali. In sintesi, di guadagnare la consapevolezza del fatto che
quanto gli altri dicono di noi è solo parte della loro mappa del
mondo, non è la realtà oggettiva delle cose. Del resto, anche le
nostre stesse convinzioni si originano da esperienze che non sono
la realtà, ma sono soltanto la nostra personale interpretazione
della realtà.
Ci sono alcuni episodi davvero stupefacenti di persone che,
a seguito di un intervento estetico, continuavano a non piacersi;
addirittura casi in cui le persone continuavano a vedere il proprio
naso storto. Questo perché l’intervento del chirurgo aveva
modificato il loro aspetto esteriore e non, naturalmente,
l’immagine interiore che avevano di loro stessi. Casi in cui
sarebbe stato necessario piuttosto un supporto di tipo psicologico.
Insomma, quello che pensiamo di noi è quello che trasmettiamo non solo agli altri, ma prima di tutto anche a noi stessi. E
l’autostima altro non è che una convinzione su chi siamo e su
quello che sappiamo fare.
Una delle metafore utilizzate più di frequente è quella della
camminata sui carboni ardenti. Carboni veri, che ardono
realmente, ad una temperatura che oscilla tra i seicento e gli
ottocento gradi. Ci si trova lì, all’inizio della pista, con di fronte
circa sei metri di ustionante carbone che brilla e fiammeggia
rosso nella notte buia. Sembra impossibile riuscire a trovare il
coraggio di appoggiare i nostri piedi, che si scottano
soltanto camminando sulla sabbia di una spiaggia scaldata dal
sole. Non è possibile. Non
possiamo farcela senza aiuti chimici o senza un trucco. Un limite
troppo grande? No, solo una convinzione molto grande. Come
facciamo a rinunciare a questa nostra convinzione, che quel
carbone non ci ustionerà i piedi? La risposta è una: la nostra
mente. Concentrazione, un lavoro di ricostruzione delle nostre
credenze, un grido a squarciagola per darci carica ed energia, e si parte. Con il cuore che batte forte, camminando passo dopo
passo, in un batter di ciglia siamo arrivati alla fine. Incredibile, ce
l’abbiamo fatta, abbiamo superato un limite che ritenevamo
invalicabile, siamo arrivati indenni al nostro traguardo. Nessuna
scottatura, solo tanta emozione e nuove motivazioni. Una volta
capito il funzionamento di questo meccanismo, siamo in grado di
cambiare qualsiasi nostra convinzione, eliminando
comportamenti improduttivi e abitudine nocive. Un meccanismo
che ci restituisce il possesso del nostro corpo e del nostro spirito.
Come abbiamo fatto a non bruciarci e ad accedere a queste nuove
incredibili risorse? Semplice, attivando quello che si chiama
“successo: la nuova credenza che abbiamo ci ha
focalizzato su quello che siamo in grado di fare e ha aperto le
porte a nuove risorse. Risorse che abbiamo sempre avuto ma che
non sapevamo di possedere, risorse cui ora possiamo accedere
quando vogliamo. Dalle risorse poi si passa all’azione: adottiamo
cioè nuovi comportamenti che ci forniscono nuovi e insperati risultati. Risultati positivi che non fanno altro che andare a
confermarci l’effettiva esattezza della nostra credenza. In questo
modo ci consentono di accedere con convinzione sempre
maggiore alle nuove risorse. E così via, in un ciclo infinito di successo..
Che pensate?