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Che Rumore Fa La Felicità ?

  1. #11
    Cloeclelia
    Ospite

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    Ma perché esiste la felicità? o.o secondo me la felicità, quella vera vera, è quando tutto ma proprio tutto va nel verso giusto ed è quasi perfetto. E, non per essere pessimista , non credo che esista uomo sulla terra che non abbia qualcosa di cui lamentarsi!

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  3. #12
    Kakihara
    Uomo 33 anni da Bari
    Iscrizione: 12/7/2012
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    Quote Originariamente inviata da Cloeclelia Visualizza il messaggio
    Ma perché esiste la felicità? o.o secondo me la felicità, quella vera vera, è quando tutto ma proprio tutto va nel verso giusto ed è quasi perfetto. E, non per essere pessimista , non credo che esista uomo sulla terra che non abbia qualcosa di cui lamentarsi!
    No non credo, se tutto fosse perfetto a lungo andare, porterebbe all'infelicità data dalla noia o altro. Secondo me la vera felicità capisci di provarla quando fai un esame di quello che hai e che non hai. Se hai più avvenimenti positivi che negativi in quel dato momento dovresti essere generalmente felice, questo ovviamente cambia per importanza degli avvenimenti e dal grado di soddisfazione di una persona
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  4. #13
    FdT-dipendente Angol Mois
    Donna 32 anni
    Iscrizione: 25/1/2014
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    Per me felicità non significa che deve essere tutto perfetto,anzi! Niente è perfetto per nessuno, questo implicherebbe che uno non può mai essere felice XD orrore! XD Per me uno è felice quando è consapevole che non tutto può essere perfetto e come vuole lui, ma è anche uno che sa adattarsi e accontentarsi delle cose belle che ha nella sua vita e delle fortune che ha avuto, come la possibilità di studiare, di essere in salute... ovvio che tutti i giorni c'è anche una minima cosa che non va,ma questa deve deprimere?

    - - - Aggiornamento - - -

    ps: anzi come dice anche kakihara (wow stranamente kakihara ogni tanto mi sorprendi !) ( XD) chi ha una vita troppo bella e perfetta a lungo andare si annoia, non scoprirà piu niente di nuovo nella vita e non avrà piu occasioni per provare davvero la felicità! tipico dei figli di papà babbioni,che hanno tutto servito, che fanno tanto i fighi in apparenza, ma la loro vita è una delle piu tristi del mondo, non sanno cosa siano l'amicizia e l'amore perchè hanno tutto troppo bello e tanto carino u.u ripeto,in apparenza.

  5. #14
    Cloeclelia
    Ospite

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    Ok allora dobbiamo considera la felicità solo come brevi e brevissimi istanti in cui si sta meglio! Un pò come la quiete dopo la tempesta. La felicità non è altro che un brevissimo periodo di tregua dopo la tempesta.

  6. #15
    Ravenclaw Jeggi
    Donna 31 anni
    Iscrizione: 1/11/2011
    Messaggi: 3,736
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    Credo che la felicità sia più che la quiete tra una tempesta e l'altra. Quella è la serenità.
    Per me la felicità è composta da pochi attimi, brevi. E dipendono da persona a persona. Ma, soprattutto, sono momenti rari.
    Però non saprei dire cosa mi rende felice, non c'è una cosa specifica che mi dona felicità.
    Magari in una giornata nera in cui sto a pezzi e con l'umore ai minimi storici, trovo un motivo per ridere...
    Non so.
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  7. #16
    FdT-dipendente Angol Mois
    Donna 32 anni
    Iscrizione: 25/1/2014
    Messaggi: 1,326
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    uhmmm no non nel senso dopo la tempesta secondo me.. nella gran parte delle cose si può trovare qualcosa di buono, e notando il poco buono si può essere felici XD se no davvero,non lo saremmo mai!

  8. #17
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
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    Una volta mi impegnavo per essere felice.
    Poi ho capito che a impegnarsi a essere sereni si guadagna di più. E si mira a qualcosa di raggiungibile.
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    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  9. #18
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 33 anni da Padova
    Iscrizione: 27/7/2008
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    La felicità è scoprire quando credevi che tutto fosse perduto e di dover rinunciare alla tua professione che quella volta in sala operatoria è stato solo un malore passeggero. Che se un operazione su decine non va non vuol dire niente.

    Scoprire che lui per paura di perderti metterebbe te davanti a medicina. Capire di stare con una persona speciale e che per te farebbe di tutto. Pochi incontrano l'anima gemella, ma ogni giorno che passa mi rendo conto che è lui la mia persona.

    (certo, se riuscissi anche a passare quell'esame dopo esser stata bocciata non sarebbe male dato che ormai ne ho fatta una malattia...)
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  10. #19
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Essere felice non è una delle mie ambizioni primarie.
    Sarà che spesso quando mi sento felice mi sento anche un po' cretino. Ieri sera per esempio la mia squadra del cuore ha vinto con un gol segnato all'ultimo minuto e io mi son sentito per un brevissimo periodo felice; quindi mi son detto: "...e allora?"
    Ho letto di qualcuno che più che la felicità persegue la serenità. Pensandoci bene però, anche la serenità di che cosa è frutto se non di una situazione mentale che ci privi di qualsiasi motivo d'ansia? Ma non preoccuparci delle cose che ci circondano non fa anch'esso un po' deficienti? Vero è il detto inglese "No news, good news", quindi tutti vorremmo che non ci piovesse addosso il cataclisma, però è nella legge della vita il dover fare i conti con la brutta malattia, con la perdita di un affetto importante, con dei bisogni di prima necessità da colmare senza poterlo, etc. Quindi uno stato di serenità perpetuo equivarrebbe a non vivere (eventualità la cui auspicabilità sarebbe comunque da non sottovalutare).
    Allora mi rifaccio ad Alberto Moravia che disse "Non perseguo la felicità, ma l'espressione". Esprimersi nel senso latino del termine, cioè far uscire del succo da se stessi.
    Io per esempio ho vissuto una brutta malattia, l'uscirne è stato fonte di una sensazione di felicità: quando il verdetto finale è stato "continuare a vivere", pur disprezzandola, a questa vita mi ci ero così attaccato che mi son sentito felice. Però la vera ricchezza, ciò di cui oggi mi sento pieno, è stata l'esperienza della malattia più che la ormai probabile guarigione. In sala d'attesa per la medicazione periodica, è quello che mi sono scambiato con gli altri astanti che mi rende ricco oggi.
    Ho vissuto due lutti importanti, ma più che infelice per l'abbandono, mi sento ricco per il vissuto insieme.
    Poi certo, è faticoso essere in ansia perché tua moglie ha il diabete, perché tuo figlio non va bene a scuola, perché perderai la causa, perché tua madre sai che è agli sgoccioli... però questo è il vivere, ha senso esprimersi su questi palcoscenici, essere resilienti a ogni avversità facendo tesoro di ogni esperienza. La felicità è cosa da stolti.
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  11. #20
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
    Messaggi: 35,150
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Essere felice non è una delle mie ambizioni primarie.
    Sarà che spesso quando mi sento felice mi sento anche un po' cretino. Ieri sera per esempio la mia squadra del cuore ha vinto con un gol segnato all'ultimo minuto e io mi son sentito per un brevissimo periodo felice; quindi mi son detto: "...e allora?"
    Ho letto di qualcuno che più che la felicità persegue la serenità. Pensandoci bene però, anche la serenità di che cosa è frutto se non di una situazione mentale che ci privi di qualsiasi motivo d'ansia? Ma non preoccuparci delle cose che ci circondano non fa anch'esso un po' deficienti? Vero è il detto inglese "No news, good news", quindi tutti vorremmo che non ci piovesse addosso il cataclisma, però è nella legge della vita il dove fare i conti con la brutta malattia, con la perdita di un affetto importante, con dei bisogni di prima necessità da colmare senza poterlo, etc. Quindi uno stato di serenità perpetuo equivarrebbe a non vivere (eventualità la cui auspicabilità sarebbe da non sottovalutare).
    Allora mi rifaccio ad Alberto Moravia che disse "Non perseguo la felicità, ma l'espressione". Esprimersi nel senso latino del termine, cioè far uscire del succo da se stessi.
    Io per esempio ho vissuto una brutta malattia, l'uscirne è stato fonte di una sensazione di felicità: quando il verdetto finale è stato "continuare a vivere", pur disprezzandola, a questa vita mi ci ero così attaccato che mi son sentito felice. Però la vera ricchezza, ciò di cui oggi mi sento pieno, è stata l'esperienza della malattia più che la ormai probabile guarigione. In sala d'attesa per la medicazione periodica, è quello che mi sono scambiato con gli altri astanti che mi rende ricco oggi.
    Ho vissuto due lutti importanti, ma più che infelice per l'abbandono, mi sento ricco per il vissuto insieme.
    Poi certo, è faticoso essere in ansia perché tua moglie ha il diabete, perché tuo figlio non va bene a scuola, perché perderai la causa, perché tua madre sai che è agli sgoccioli... però questo è il vivere, ha senso esprimersi su questi palcoscenici, essere resilienti a ogni avversità facendo tesoro di ogni esperienza. La felicità è cosa da stolti.

    Secondo me dipende un po' da quello che si intende per "serenità". Per me è anche essere in pace con il mondo, è anche "tranquillità", il che non vuol dire che uno non è mai in ansia o non è mai triste.
    Hai ragione su tutta la linea, ma affrontare l'infelicità quotidiana quando non si è in pace con se stessi è molto peggio.
    A Kakihara piace questo intervento
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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