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Boh ma comunque l'Ikea in fondo è un'azienda come le altre, e i neoliberisti dicono sempre "l'azienda non è un'associazione di beneficenza" per giustificare le peggiori porcate, ma in questo caso è vero: chi glielo fa fare di correre il rischio di irritare qualche integralista solo per difendere i propri "valori"? In fondo la loro scelta è solo un eccesso di prudenza, l'estremo opposto dell'atteggiamento nostrano che nel catalogo troverebbe normale vedere Victoria Silvested nuda sul divano Oerstalvikksundvalk a 399 euro; quindi chi è il cattivo della storia? I sauditi che si incazzano se vedono una guancia scoperta (ricordo le grane che erano venute fuori durante la guerra del Golfo per le pin-up nude disegnate sugli aerei della NATO) o l'Ikea che si adegua per non perdere clientela o, peggio, per non farsi cacciare dal paese?
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Non è questione di cattiveria, ma il classico caso in cui il profumo dei soldi fa piegare a novanta qualsiasi forma di valore, anche quelli basilari sul quale si fondano organizzazioni come quella in oggetto. Forse chi ha studiato il caso IKEA sin dagli albori probabilmente può capire ciò che intendo. Qui non si tratta di adeguarsi ad uno stile locale o all'organizzazione del lavoro, ma di accettare un patteggiamento che va a totale sfavore dell'immagine della donna eliminandola del tutto dalla categoria razza umana degna di essere considerata. Però mi fa piacere la tiepidezza di alcuni commenti, un buon grado di tolleranza è sicuramente il punto di partenza per un'apertura al dialogo.
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Originariamente inviata da
Temperance
Sono d'accordo con randy e layne, semplice strategia di marketing.
Anche secondo me è questa la chiave di tutto, sì
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Originariamente inviata da
Sedna
Non è questione di cattiveria, ma il classico caso in cui il profumo dei soldi fa piegare a novanta qualsiasi forma di valore, anche quelli basilari sul quale si fondano organizzazioni come quella in oggetto. Forse chi ha studiato il caso IKEA sin dagli albori probabilmente può capire ciò che intendo.
Mah. Forse hanno sempre basato le campagne pubblicitarie su certi temi senza avere le giuste basi per poterlo fare.
Però il cliente abbocca.
Dietro l'immagine di un'azienda «etica» | Chainworkers 3.0
Ma, cmq sia... Non so se in Arabia Saudita ci sono fabbriche o PDV Ikea.
Se sì immagino siano coinvolti anche dei lavoratori, per cui un catalogo dovevano pur farlo.
Voglio dire... i soldi sicuramente contano, ma conta anche mantenere dei posti di lavoro.
:roll:
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Originariamente inviata da
RudeMood
Mah. Forse hanno sempre basato le campagne pubblicitarie su certi temi senza avere le giuste basi per poterlo fare.
Però il cliente abbocca.
Dietro l'immagine di un'azienda «etica» | Chainworkers 3.0
Ma, cmq sia... Non so se in Arabia Saudita ci sono fabbriche o PDV Ikea.
Se sì immagino siano coinvolti anche dei lavoratori, per cui un catalogo dovevano pur farlo.
Voglio dire... i soldi sicuramente contano, ma conta anche mantenere dei posti di lavoro.
:roll:
Seguendo la logica del lavoro di immagine/marketing sarebbe stato più equo eliminare del tutto anche uomini e bambini maschi lasciando il catalogo spoglio di immagini. Comunque ciò che hai scritto all'inizio in parte può essere vero, dopo quest'ultimo aggiornamento la prova è lampante.
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Originariamente inviata da
Sedna
Non è questione di cattiveria, ma il classico caso in cui il profumo dei soldi fa piegare a novanta qualsiasi forma di valore, anche quelli basilari sul quale si fondano organizzazioni come quella in oggetto.
Sono, di solito, agguerrita e incazzata (non sto scherzando) su questo genere di argomenti, per cui sono sinceramente contenta che tu abbia voluto segnalarci e proporre una discussione su questa cosa... Però, nonostante io sia tendenzialmente abituata ad avere un ruolo da Don Chisciotte contro i mulini a vento, questa volta penso non ci sia niente da dire... Lucien ha detto esattamente quello che intendevo:
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Originariamente inviata da Lucien
Boh ma comunque l'Ikea in fondo è un'azienda come le altre, e i neoliberisti dicono sempre "l'azienda non è un'associazione di beneficenza" per giustificare le peggiori porcate, ma in questo caso è vero
Ripeto, secondo me la cosa era controversa, l'avranno senz'altro ponderata bene (per altro l'ikea impiegherà fior di esperti in marketing) e questa sarà stata considerata la soluzione più semplice e meno polemica.
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Mah, secondo me potevano mettere delle modelle locali, credo che nessuno si sarebbe offeso.
Certo, se l'ikea fosse stato un marchio afgano e nei cataloghi venissero usate modelle arabe col velo, la cosa che mi verrebbe da pensare è che la loro strategia di marketing sia un po' debole. Ma non perchè le donne arabe mi disturbano o altro, ma proprio perchè bisogna adattare il prodotto al segmento di mercato al quale ci si rivolge. Questa scelta però potrebbe sembrare, in questo caso, estrema. Come ho detto prima se ci avessero messo delle donne, anche dai tratti mediorientali, avrebbero fatto una figura migliore.
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Originariamente inviata da
Annie Lennox
Come ho detto prima se ci avessero messo delle donne, anche dai tratti mediorientali, avrebbero fatto una figura migliore.
Nei confronti di chi ?
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Originariamente inviata da
RudeMood
Nei confronti di chi ?
Sicuramente non nei tuoi, ma certamente nei confronti delle donne afgane ed arabe in generale, o in particolare nei confronti di quelle che combattono per essere considerate qualcuno o non solo un buco per procreare o un figa da chiavare.
L'ikea in generale si è indirettamente schierata con quelle persone che credono che la donna non meriti nemmeno di essere vista in volto, quindi meriti di essere nascosta su un catalogo.
In generale penso che non ne siano usciti bene, quando forse la loro intenzione era proprio quella.
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Proprio ieri mi guardavo il cataogo on line ikea.. e mi scompisciavo a vedere le "improbabili famiglie" usate per le pubblicità!
Il baba barbuto ai fornelli è il top!