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Definizione di cultura
non ho trovato niente che c'entrasse col discorso che sto per fare
se mi sono perso qualcosa pace. chiedo venia in anticipo...
avevo già scritto tutto ma mi si è svampato :x
un mio amico mi ha raccontato di una vicenda avvenuta ad un suo amico
e mi ha dato il permesso di parlarne. studiano entrambi chimica a Venezia, ateneo ove il rettore ha minacciato di chiudere baracca e burattini buttando tutti in strada... vedremo cosa succede. non che da me sia diverso...
comunque tornando all'argomento... mi diceva che a questo suo amico era capitato di esser stato apostrofato da una ragazza; questa sosteneva che tutti i laureati in chimica, fisica, matematica, ingegneria sono inutili e privi di cultura... ed è andata avanti per un po'... dicendo che un professore di chimica non sa altro che quattro cose... e che la cultura è altro
cosa è per voi cultura?
la cultura è prerogativa solo di chi ha fatto studi umanistici? o ha una laurea umanistica?
è il solito copione mediocre, la solita storia trita e ritrita
il divario tra mondo scientifico e mondo umanistico in Italia è parte figlio dell'idealismo di Croce e Gentile: quest'ultimo filosofo in particolare è l'autore di quella riforma della scuola che trovava nel liceo classico la punta di diamante e che come tale è rimasta così fino ad un decennio fa
una parte di responsabilità ce l'ha anche il pensiero cattolico: ha sempre messo alla berlina la scienza pura, e ha dato la sua approvazione a scienze come medicina, architettura, ingegneria, perché a suo dire fanno del bene
non a caso il primo corso di laurea in chimica venne istituito a Marburgo nel 1609 (università protestante, luterana) e in Italia si dovette aspettare il 1737 a Bologna con Jacopo Bartolomeo Beccari
non ci si deve aspettare che studi scientifici trovino consenso tra il popolino, vuoi per l'ignoranza diffusa, imputabile ad una scuola che non sa insegnare, vuoi perché gli uomini di scienza non sanno comunicare con chi non è pratico di scienza
sul fatto che un docente di chimica dell'università non sia uomo di scienza avrei MOLTO da ridire. uno dei miei professori di chimica è un pozzo di cultura. non è solo un esperto assai profondo della chimica che pratica e approfondisce da quasi 40 anni ma è anche dedito alla farmacologia, alla medicina, al teatro, all'arte in molte forme... e ama la musica classica oltre che Guccini :lol: potrei farvi altri esempi di persone che sebbene passino la loro vita immersi nella chimica ne sanno anche molto di altro...
è necessario operare una distinzione fondamentale: quella tra "competenza" e "cultura"
la competenza è data dall'insieme delle conoscenze e delle abilità necessarie all'esercizio della professione
la cultura è data dall'insieme delle conoscenze e delle abilità extraprofessionali: qualificano la persona e la arricchiscono in humanitas
aveva ragione Einstein nel dire: "tutti siamo ignoranti, ma non tutti siamo ignoranti delle stesse cose"
ci sono operai, contadini, idraulici... che pur non avendo calcato il pavimento di una università hanno un cultura davvero degna di nota e quasi da far invidia ad un professore
magari non hanno potuto studiare ma non per questo si sono lasciati demoralizzare, anzi hanno studiato da soli
l'ostracismo alla quale è stata condannata la cultura scientifica è in parte dovuto anche all'atteggiamento di chiusura degli uomini di scienza; dall'altra parte la scienza è sempre presentata e vista come male, un male da demonizzare; vuoi perché durante il fascismo se ne fece un uso in campo bellico (ma non solo) forse esagerato, vuoi perché dopo la guerra molti ambienti vennero devastati da disastri provocati dall'uomo
taluni cultori dell'umanismo sono infastiditi dal fatto che un certo mercato del lavoro richieda tecnici che possono poi aspirare a ruoli dirigenziali, dai quali loro si sentono esclusi a priori; loro, eredi e custodi della tradizione che sta alla base della civiltà occidentale e che affonda le radici nelle antiche civiltà del Mediterraneo, nella Grecia, nel mondo romano, sono parte di un mondo nel quale non si riconoscono, dal quale pretenderebbero un ruolo di primo piano che un tempo avevano
vorrei terminare il papiro con una piccola considerazione: sapete quanti uomini che si occupano di altro sono legati alla chimica? no? eccovene alcuni esempi:
De Chirico nel suo "breve trattato sula pittura" insegna come preparare pigmenti e colori, e questa sempre chimica è
Carlos Kleiber direttore d'orchestra insigne, aveva conseguito il dottorato in chimica a Zurigo
Federico Zeri noto critico d'arte, aveva frequentato chimica a Roma
Alberto Cavaliere giornalista e politico italiano, era chimico
Primo Levi scrittore, scampato all'Olocausto, era chimico
Alex Baroni cantante, era chimico
Giuseppe Sebesta padre dei musei etnografici in Italia, era chimico
Aleksandr Borodin compositore russo, era professore di chimica
Margareth Thatcher primo ministro inglese, soprannominata Lady di Ferro, è laureata in chimica
Angela Merkel cancelliere tedesco, è laureato in fisica con un dottorato in chimica fisica
Gianni De Michelis noto e discusso politico italiano, era professore di chimica a Venezia
la maggior parte degli umanisti colti, profondi e appassionati che questo mio amico conosce hanno grande stima delle scienze e degli scienziati, come delle possibili applicazioni tecniche
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Quoto Einstein:lol:
Tutti per forza di cose scegliamo un campo nel quale specializzarci.
Non credo nell'esistenza dei veri "tuttologi" e quelli che pensano di esserlo sono solo dei fanatici.
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Le scienze umanistiche si sono sempre mosse simultaneamente a quelle matematiche, basta pensare alla filosofia, poi chiaro che se sei giovane non puoi interessarti a 360° poiché hai un percorso da completare che richiede priorità assoluta in quanto è lungo e difficile...
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E' un discorso che regge su tutti i fronti, non solo sulla chimica.
Per essere competenti, secondo me, non basta nemmeno avere una cultura mirata su un certo argomento. Bisogna anche essere acuti ed intelligenti.
E di intelligenza ne vedo veramente poca in giro ^^
La cultura è alla portata di tutti. Basta avere una buona dose di curiosità e aver voglia di soddisfarla. Molte persone hanno un'ottima cultura solo perchè hanno una buona memoria. Poi, però, per applicare la conoscenza, in qualsiasi campo, ci vuole anche competenza, e intelligenza, come dicevo sopra.
Mi sto ripetendo :evil:
Cmq chi sostiene che un chimico qualsiasi non ha cultura, non è intelligente
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L'uomo completo, per come la vedo io, dev'essere sempre curioso, e la curiosità se è vera contagia tutti i campi del sapere. Idealmente quindi una persona "acculturata" deve possedere nozioni tanto scientifiche quanto umanistiche, tanto più oggi in quanto la modernità si basa sulla scienza e che l'una, senza l'altra, è incompleta. Ricordiamoci anche che le grandi suddivisioni fra i campi del sapere sono artificiali, nella realtà fuori dai libri tutti i fenomeni catalogati dal sapere si confondono. E la comprensione della realtà è il campo d'azione della cultura, al di fuori del quale essa diventa puro sfoggio di supremazia nozionistica.
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Mah.
Per me la persona acculturata, oltre ad avere un campo di competenza, sa tenere un discorso interessante su qualsiasi materia.
Per questo, come ha detto Rude, deve essere spigliato, acuto...ma soprattutto curioso di conoscenza!
Forse le materie umanistiche danno più l'idea di cultura a 360 gradi perchè spaziano effettivamente su più argomenti. Uno che studia latino e greco, per esempio, conosce bene la letteratura latina, greca, italiana, tedesca se vogliamo (i vari studiosi che commentano le opere), la storia quindi, la filosofia, i rudimenti scientifici di euclide, pitagora ecc.
Magari sì, spaziando su argomenti fors eun poìm più alla portata di ogni discussione.
Però è un'apparenza, ovviamente. Lo scientifico attento al reale e curioso di sapere non si ferma alla scienza ^^
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Quote:
Originariamente inviata da
Lucien
L'uomo completo, per come la vedo io, dev'essere sempre curioso, e la curiosità se è vera contagia tutti i campi del sapere. Idealmente quindi una persona "acculturata" deve possedere nozioni tanto scientifiche quanto umanistiche, tanto più oggi in quanto la modernità si basa sulla scienza e che l'una, senza l'altra, è incompleta. Ricordiamoci anche che le grandi suddivisioni fra i campi del sapere sono artificiali, nella realtà fuori dai libri tutti i fenomeni catalogati dal sapere si confondono. E la comprensione della realtà è il campo d'azione della cultura, al di fuori del quale essa diventa puro sfoggio di supremazia nozionistica.
Infatti vorrei ricordare che, in ambito di ricerca scientifica, è fondamentale uno studio che sia il più multidisciplinare possibile considerando le diverse competenze possibili e i sistemi differenti di analisi che si possono fare su un singolo fenomeno.
Per il resto concordo.
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[deficiente mode on] La cultura è il ''sapere le cose'' [deficiente mode off]
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"State seguendo un corso di 30 ore e vi credete già competenti in materia, seguite le mie lezioni prendete appunti e magari vi siete imparati già il manuale a memoria e magari godete pure nel lanciare riflessioni trovate scritte da altri autori con l'arroganza di chi pretende di averle inventate. Conoscete il basso rilievo inciso all'entrata di questo palazzo? chiaro che no, non l'avete nemmeno guardato, e allora io mi chiedo: che siete venuti a fare qui? se non sapete rispondere significa che questo indirizzo non fa per voi, e allora io mi chiedo quale sia la cultura che tanto agognate... andate al cinema, andate a teatro, andate a un concerto...la cultura non è solo sui libri, siate curiosi e interessatevi di ciò che vi circonda, non limitatevi a riporre attenzione solo la dove vi puntano il dito e vi dicono dove guardare. C'è più storia e cultura nella strada che percorrete ogni giorno che nella bibliotecha che si trova al termine di questa, rendetevene conto".
Risposta magnifica di un docente che ha ownato la presunzione di uno studente.