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Non c'è una regola precisa, la letteratura (intesa come fonti da cui reperire eventuali regole) è piuttosto scettica. Di solito varia da caso a caso, e tutto in funzione alla leggibilità del testo. In ogni caso la raccomandazione più attendibile è quella di aggiungere la D solo davanti a vocali identiche come hai detto
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Originariamente inviata da
Rosemary
E' con estrema vergogna che ammetto di non ricordare una cosa -ma sicuramente non l'ho studiata, altrimenti vergogna doppia- riguardante la cosìdetta consonante eufonica; ma c'è una regola precisa?
Io ho sempre pensato che va piazzata laddove ci sono due vocali identiche:
Luca ed Enrico Maria ad andare Puzza od odore
Ma ne siamo sicuri? In un libro di un docente universitario vedo che non la mette per niente.:|
E leggendo qua e là mi pare addirittura Manzoni avesse questo vizio :\
Soltanto quando c'è identità vocalica (ed ecco), ma non quando la consonante che segue la vocale della seconda parola è una -d- ( porta la lettera ad Ada non è corretto)
Non si tratta di un vizio, anzi, trovo la -d eufonica veramente brutta quando viene piazzata ovunque e anche un po' arcaica.
La -d di od è desueta, od è bruttissimo, meglio usare oppure.
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E pensare che l'usava Manzoni, ahahaha!:lol:
Il mio insegnante invece non ho fatto caso se segue la regola della d come consonante della seconda parola, devo darci un occhio! Grazie anche a te, Randy! ^_^
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Originariamente inviata da
Rosemary
E pensare che l'usava Manzoni, ahahaha!:lol:
Il mio insegnante invece non ho fatto caso se segue la regola della d come consonante della seconda parola, devo darci un occhio! Grazie anche a te, Randy! ^_^
Ma in quasi due secoli anche la lingua di Manzoni sta diventando desueta :lol:
La narrativa italiana si avvicina alla lingua "viva" dopo l'esperienza neorealista.
Se prendi Uno, nessuno, centomila (1926) e Il Sentiero dei Nidi di Ragno (1947) ti trovi davanti a due lingue diversissime, a distanza di soli 21 anni. La lingua di Calvino è vicinissima alla nostra.
Non c'è quasi nessuna difficoltà linguistica a leggere qualcosa uscito dal '45 a oggi. Con le dovute eccezioni (Pasolini, Gadda, il Fenoglio del Partigiano Johnny), la lingua è semplicissima, reale, concreta. Per alcune cose è bene far appello a quegli esempi letterari, più che a Manzoni :D (con la giusta consapevolezza, con la giusta conoscenza dell'autore, con la giusta conoscenza della nostra lingua e della sua storia)
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Ma scusate sono corrette le forme come " assolutissimamente" e affini? Si sente spesso in televisione ma è orribile da sentirsi!
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Originariamente inviata da
Canalfeder
Ma scusate sono corrette le forme come " assolutissimamente" e affini? Si sente spesso in televisione ma è orribile da sentirsi!
Che io sappia, gli avverbi in -mente hanno comparativo e superlativo.
Forse assolutissimamente è un po' scorretto solo perché assoluto già da solo indica uno scioglimento dal contesto, e non può avere gradi. Ma è una mia ipotesi, un po' "rigorosa" e secondo me come forma del parlato o di un registro linguistico più basso va benissimo.
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Ah ecco. Però suona lo stesso male :183:
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Holly, il riferimento a Manzoni era una battuta, di certo se devo appellarmi a qualcuno del passato per il cosìdetto 'italiano perfetto' non mi appello a lui XD
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Tanto l'italiano perfetto non esiste :lolll:
(e c'è anche da vedere se e come esiste l'italiano :lol:)
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Originariamente inviata da
Holly
(e c'è anche da vedere se e come esiste l'italiano :lol:)
Ora non esageriamo.:lol:
Grazie per avermi delucidato sulla consonante eufonica. ^_^