E ora che ci penso, come avrebbe detto il mio alter-ego Charlie Brown:
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Ne ho fatte ben altre, ben più compromettenti. Non tanto i regalucci da poco conto che ci si fa tra amici, nemmeno i centomila chilometri percorsi per scarrozzarla di qua e di là, di cui ogni centimetro era benedetto e guidavo sempre piano per star un pò di più con lei. Potevano ancora passare per semplici gesti d'amicizia. Ma dove stava il confine fra questi e gli atti d'amore? Certe volte credo di averlo oltrepassato, nella follia dei momenti.
Un caso eclatante, che ricordo bene grazie al diario: lo scorso Maggio eravamo in giro per Nizza, il tempo era instabile e mentre che passeggiavamo è venuta giù una ramata d'acqua. Non ci ho pensato un secondo a lasciarle il mio ombrello tutto per lei. Non voleva saperne, pretendeva ci riparassimo in due: ma l'ho avuta vinta io, dicendole che in due ci si bagnava entrambi e che avevo la giacca impermeabile. Entrammo al ristorante che m'ero fatto la doccia completa (era impermeabile: però pioveva tanto che l'acqua mi ruscellava nel colletto): ma avevo protetto la mia bella, ero felicissimo, e non mi venne neppure il malanno che lei mi aveva pronosticato.
Era da sempre che sognavo d'avere un'occasione così. E quell'inverno, ogni volta che lei mi diceva d'aver freddo, era una tortura, smaniavo e mi mordevo le mani, che le avrei gettato subito addosso il mio cappotto e non potevo farlo per non rivelarmi: le proponevo la mia sciarpa, quando proprio non ce la facevo a star zitto e fermo, e lei declinava gentilmente.
Devo decidermi a fare qualcosa per il mio nasone sproporzionato: per risparmiare sulla plastica, pensavo di andare a confessare tutto questo al suo fidanzato :x