Il grido disperato di aiuto dei volontari della Lida di Palermo: «La situazione è fuori controllo: abbiamo bisogno di aiuto»
«La situazione del randagismo in Sicilia è totalmente fuori controllo». Al telefono, la voce di Barbara d’Aquila, 36 anni, vicedirettrice della Lida di Palermo è concitata. «Il mio cellulare non smette di suonare un attimo: una cucciolata in un bidone della spazzatura, gattini che stanno morendo di fame, un cane coinvolto in un incidente che nessuno soccorre». Sono tante le emergenze cui devono far fronte i volontari. Ma sono pochissimi: «In tutta Palermo e provincia siamo sette volontari operativi della Lida: alle tragedie sulla strada ci pensiamo solo noi più qualche altra associazione come l’Oipa che, però, si occupa prevalentemente di fare adottare i cani dal canile municipale». Dove operano decine di volontari, così come al rifugio La Favorita. Ma sulle strade la situazione è da vero e proprio far west, con tanto di teschi di cani morti lasciati per terra e mai raccolti perché mancano pure li agenti del servizio veterinario.
FOTO DELLA DISPERAZIONE - E, in effetti, a giudicare dalle foto scattate da Barbara e dagli altri volontari della Lida, che raccontano più di mille parole, non ci sono dubbi sul fatto che la situazione del randagismo nella zona sia totalmente fuori controllo. Le foto, che documentano una realtà che in pochi si aspetterebbero di trovare in Italia sono state scattate soprattutto a Monreale, ma anche a Carini. Monreale è nota in tutto il mondo per il suo splendido Duomo medievale visitato ogni anno da migliaia di turisti. A soli cinque chilometri da Palermo, è un comune molto popoloso, di quarantamila abitanti. Carini, comune di dimensioni analoghe, solo un po’ meno densamente abitato, è un paese delizioso che si estende dalle pendici del Pizzo Montanello al mare Tirreno, non lontano dall’aeroporto "Falcone e Borsellino" e da Capaci, luogo tristemente noto perché qui trovarono la morte per mano della mafia il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta nel 1992. In questi due comuni la situazione è quasi identica: cani che vagano tra le discariche di rifiuti, che sonnecchiano su vecchi materassi abbandonati o che seguono pericolosamente le auto in corsa. E poi ci sono gli animali morti di stenti, di malattia, uccisi dalle ruote di un'auto che quasi mai si ferma a prestare soccorso o, addirittura, soffocati dentro sacchetti di plastica.
CANILI LAGER - Continua Barbara: «Purtroppo Carini e Monreale sono soltanto due delle terribili realtà della provincia di Palermo. Troppi comuni non hanno una struttura propria né convenzioni con i privati, o in qualche caso le hanno ma si tratta di canili privati gestiti da imprenditori che speculano sulla pelle dei cani, opponendosi alle adozioni e facendo sparire gli animali chissà dove…». Certo, per fortuna, esistono anche canili privati gestiti in modo «onesto e impeccabile», con ambulatori veterinari super attrezzati e personale qualificato. «Qui portiamo spesso i nostri cani per farli curare» aggiunge la volontaria,
PROBLEMA ANCHE CULTURALE - Un altro problema è che in posti come Carini e molti altri della Sicilia la sensibilità e la cultura del rispetto per la vita animale è praticamente assente. «Chi sfama i randagi viene spesso minacciato e allora chiama noi chiedendoci di portare il cibo agli animali affamati per conto loro e noi lo facciamo perché non abbiamo paura delle minacce e poi non siamo semplici privati, ma un’associazione».
Il resto dell'articolo si trova qui: Allarme randagi in Sicilia: «Teschi lungo le strade, come nel far west» - Corriere.it