L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali. C'é da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica". Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un passaggio del suo intervento alla conferenza organizzata a Montecitorio nel 70/o anniversario delle leggi antiebraiche e razziste. "Rievochiamo oggi - sostiene Fini - una pagina vergognosa della storia italiana. Quelle leggi hanno rappresentato uno dei momenti più bui nelle vicende de nostro popolo".
Secondo il presidente della Camera, "oggi fare seriamente i conti con l'infamia storica delle leggi razziali significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell'anima italiana Il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti di umanità e di solidarietà. Tra queste cause - prosegue - c'é certamente l'anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938 ma che era comunque già presente nella esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime". E tuttavia, per Fini, "l'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia. C'é da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica". "A giustificazione - dice ancora - potremmo addurre il carattere autoritario del regime"; tuttavia, per Fini alla base della mancata reazione della popolazione italiana ci furono altri elementi: "penso alla propensione al conformismo, a una possibile condivisione sotterranea e oscura di una parte della popolazione dei pregiudizi e delle teorie antiebraiche. Penso soprattutto ad una vocazione alla indifferenza più o meno diffusa nella società di allora". E allora, è il suo ragionamento, "denunciare la inequivocabile responsabilità politica e ideologica del fascismo non deve portare a riproporre lo stereotipo autoassolutorio e consolatorio degli 'italiani brava gente'". E allora, "Ricostruire con rigore la vergogna delle Leggi razziali, guardare senza reticenza dentro l'anima italiana non serve soltanto per raccontare il passato nella sua completezza. Serve anche e soprattutto a preservare il nostro popolo dal rischio di tollerare in futuro, tra inerzia e conformismo, altre possibili infamie contro l'umanità".
DEMOCRAZIA CONTRASTI ANTISEMITISMO DI DESTRA E SINISTRA
La "coscienza dei cittadini" va tenuta "sempre vigile e desta" dalla democrazia, per contrastare "con efficacia l'antisemitismo nelle vecchie e nuove forme ideologiche che questo oggi assume". E' quanto afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini intervenendo all'evento organizzato a Montecitorio per i settant'anni all'emanazione delle leggi razziali da parte della Camera dei Fasci e delle corporazioni, al termine del quale viene scoperta una lapide nella Sala della Regina. "C'é - spiega il presidente della Camera - l'antisemitismo esplicito dell'estrema destra e del neonazismo. C'é quello mascherato da antisionismo dell'estremismo no global e dell'ultrasinistra. E c'é quello ammantato di pretesti pseudoreligiosi dell'islamismo radicale che assume spesso gravi forme terroristiche, come è accaduto a Mumbai". Per Fini "le Istituzioni devono impedire che di fronte a questi fenomeni si produca assuefazione nell'opinione pubblica. Oggi come settant'anni fa un'ideologia che sopprime i diritti dell'uomo e propugna l'annientamento di uno Stato e di un popolo può produrre grandi tragedie e sofferenze nella complicità silenziosa di una società distratta e indifferente".