Con le parole non mi uccidi!
Da sempre sullo stesso percorso con lo sguardo chissà,
quello è un altro discorso,
mi sposto dove trovo assimilo un disco nuovo,
rigido quando provo il solito senso di vuoto.
Mi spingo fuori da ogni città e con la testa arrivo dove nessun uomo va,
fuori da qualsiasi club,
fuori dalla rabbia e da ogni tipo di atrocità,
cullando il mio suono come un papà riprovo curiosità,
ritrovo la verità,
l’odio spinge dove può fino a quando l’uomo uccide la sua vanità;
prego, tutti per di quà ad ognuno le sue,
zitti mentre procediamo, state in fila per due!
Ne ho viste di code tagliate di scatto
da qualche matto che ha detto “cazzi vosti, io scappo!”.
Se tanto mi da tanto lo faccio, adesso parto: rimpiazzatemi con un altro!!

Rit.
Odio solo odio, odio è quello che provo,
mando giù fino a quando non ho in bocca un gusto nuovo
Odio solo odio, odio è quello che provo,
quello che provo, quello che provo
E se ogni volta che lo uccido lui ritorna dal vuoto so che l’odio che provo è di quello buono e lo suono!
Odio solo odio, odio è quello che provo,
quello che provo, quello che provo

La gente non lo sa il dolore con la fatica!
Qualcosa che si sposa per la vita,
il nemico e la nemica,
è così che una questione microscopica rende una giornata claustrofobica;
poi l’odio mi si arrotola allo stomaco,
lui mi vuole buono e so che più lotto più avrò la meglio e questo è comico!
Non provocatemi adesso che vedo grigio,
è un tunnel che mi ci infilo e non so più se me la sbrigo...
Tanto anche se grido le mie canzoni vanno via col vento pigro del mondo che mi sta in giro,
non è un lamento è una questione di principio e da quando ho cominciato il mondo è un grande sacrificio!
Butto al vento fogli...
siamo nobili o folli a giocarci ‘sta mano senza più jolly?
Le solite domande che si muovono per lasciare il posto che trovano nel mio stomaco...

Rit.