Credete negli alieni?
Credete negli alieni?
No
Credo ci siano altre forme di vita in giro per l'Universo, certo.
Ma non credo alle storie di navicelle, sparizioni ecc
Domanda da un milione di dollari: per essere un sondaggio non dovrebbe esserci pure una votazione? xD
Certo!! Ieri mattina mentre prendevo il caffé è passato un venusiano davanti alla finestra, mi ha anche salutata! Simpatici i venusiani, sono molto cortesi u.u
Scherzi a parte penso che anche per una pura questione probabilistica ci siano altre forme di vita nell'Universo. E magari qualcuna anche culturalmente sviluppata, ma penso sia decisamente meno probabile che possano esserci forme di contatto. Quindi scordati scene alla "mars attack" o:
Io ci credo, spero di vederli un giorno <3
Sono seria.
certo che ci credo..
si. Non se che fisionomia abbiano, ma nella vastità dell'universo è impossibile essere gli unici.
Equazione di Drake
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'equazione di Drake (nota anche come equazione o formula di Green Bank) è una formula matematica utilizzata per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia.
Venne formulata nel 1961 dall'astronomo e astrofisico statunitense Frank Drake, ed è usata nei campi dell'esobiologia e della ricerca di forme di vita intelligente extraterrestri (Search for Extra-Terrestrial Intelligence, SETI)[1].
L'equazione [modifica | modifica sorgente]
La formula dell'equazione di Drake è la seguente[3]:
dove:
N è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazioneR* è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Latteafp è la frazione di stelle che possiedono pianetine è il numero medio di pianeti per sistema solare in condizione di ospitare forme di vitafl è la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vitafi è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligentifc è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicareL è la stima della durata di queste civiltà evolute...........................
I valori di Drake producono un valore N = 10 × 0,5 × 2 × 1 × 0,01 × 0,01 × 10 000 = 10.
Ogni variazione dei parametri, anche rimanendo nei limiti della verosimiglianza scientifica, causa notevoli variazioni nel risultato N, portando a aspre contrapposizioni tra "ottimisti" e "pessimisti". I valori di N tipicamente proposti dagli "ottimisti" si aggirano intorno a 600 000, mentre quelli proposti dai "pessimisti" sono nell'ordine di 0,0000001[8].
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Equazione di Drake - Wikipedia
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Quante civiltà extraterrestri?
di Piero Angela
da "Nel Cosmo alla ricerca della vita", 1980
Un calcolo probabilistico
Cominciamo col dire che, naturalmente, può esserci un atteggiamento di totale negazione, a priori, dell'esistenza di altre civiltà extraterrestri: e in tal caso è inutile fare dei conteggi.
Un altro atteggiamento (che è sostanzialmente quello condiviso dalla maggioranza degli scienziati) consiste nel dire che, siccome esistono delle leggi generali che valgono in tutti i punti dell'Universo, si può ragionevolmente pensare che un certo fenomeno avvenuto in un punto possa verificarsi anche in un altro, se le condizioni sono analoghe. Perlomeno mediamente.
Naturalmente la difficoltà consiste nel valutare le varie situazioni e i vari processi, e trarne poi una probabilità statistica. Per questo, con l'aiuto del Prof. Alfonso Cavaliere e del Prof. Daniele Fargion, astrofisici all'Università di Roma, abbiamo cercato di tracciare due «curve»: una ottimistica e l'altra pessimistica. La prima corrisponde alle valutazioni fatte da persone come Isaac Asimov o l'astronomo Carl Sagan. Nel suo libro "Civiltà extraterrestri" (Extraterrestrial Civilizations, 1979), Isaac Asimov fa un'analisi accurata delle probabilità; le sue cifre secondo alcuni sono persino prudenziali, ma noi le considereremo il massimo dell'«ottimismo ragionato» e rappresenteranno quindi la curva superiore [*]. Per quanto riguarda il pessimismo è difficile dire fino a che punto si può essere pessimisti: comunque ci sembra che le cifre sotto indicate possano rappresentare una valutazione abbastanza restrittiva. I dati si riferiscono alla nostra Galassia, dove conosciamo meglio il numero di stelle e certe condizioni locali. Naturalmente si tratta di cifre arbitrarie, ma costituiscono un esercizio interessante, per ragioni che vedremo in seguito.
Ottimismo e pessimismo
Iniziamo dunque col primo dato. Quante stelle esistono nella nostra Galassia? Circa 300 miliardi, si ritiene. Per un calcolo pessimistico diciamo solo 100 miliardi. Scriviamo quindi le nostre prime due cifre.
NUMERO DELLE STELLE NELLA NOSTRA GALASSIA
Ottimista: 300 miliardi
Pessimista: 100 miliardi
Quante di queste stelle possono avere un sistema solare simile al nostro? Se si scartano le stelle doppie, quelle troppo grandi, quelle troppo piccole ecc. si arriva alle seguenti valutazioni (che tiene conto del fatto che la vita media di una stella deve essere abbastanza lunga per dare il tempo alla vita di evolversi su un pianeta).
NUMERO DEI SISTEMI SOLARI SIMILI AL NOSTRO
Ottimista: 1,7% di 300 miliardi = 5 miliardi
Pessimista: 0,1% di 100 miliardi = 100 milioni
Ma se esistono sistemi solari simili al nostro, quante probabilità vi sono che esista un pianeta nella posizione giusta, cioè non troppo caldo e non troppo freddo? Alcuni studiosi, come Michel Hart, ritengono che non sia estremamente raro che un pianeta possa trovarsi alla distanza giusta, e che forse noi siamo gli unici. Tuttavia la maggior parte degli esperti e piuttosto incline a credere che un pianeta in orbita giusta non dovrebbe costituire un'eccezione. La stima ottimistica è del 20%, la pessimistica può scendere al 10%.
NUMERO DEI SISTEMI SOLARI SIMILI AL NOSTRO
CHE POTREBBERO AVERE UN PIANETA IN POSIZIONE GIUSTA
Ottimista: 20% di 5 miliardi = 1 miliardo
Pessimista: 10% di 100 milioni = 10 milioni
Come si vede, in due passaggi, il pessimista si trova già a una valutazione cento volte inferiore, rispetto all'ottimista (cioè 10 milioni rispetto a 1 miliardo).
A questo punto nasce una domanda importante: ammesso che esista un pianeta adatto, quale è la probabilità che la vita sia poi veramente cominciata? Questo è il punto più controverso.
Tutti sono d'accordo che si possono formare ovunque molto facilmente delle molecole organiche, le quali sono già in pratica i mattoni della vita: quanto però alla probabilità che si uniscano insieme per creare delle grandi molecole capaci di replicarsi, e poi dare origine a delle forme di vita di tipo batterico, questo dipende da valutazioni veramente soggettive, perché oggi non disponiamo di parametri validi.
Alcuni ritengono che ciò sia assai poco probabile, altri invece ritengono che se il tempo a disposizione per un evoluzione biochimica è sufficiente, ci sono buone probabilità che questo processo si verifichi. Altri ritengono addirittura che si tratti di un fenomeno quasi spontaneo, così come avviene per la formazione di amminoacidi. Asimov è fra questi, e nel suo libro dà questo evento al 100%, considerandolo praticamente una conseguenza spontanea, quando il pianeta è adatto alla vita.
A questo punto ci sembra ragionevole sdoppiare le ipotesi pessimistiche. Un moderato (cioè che accoglie le precedenti valutazioni pessimistiche, ma in questo caso si dimostra assai più possibilista) potrebbe valutare queste evento al 50%.
L'ipotesi estrema potrebbe, in teoria, scendere a zero: ma in realtà nessuno di coloro che studiano questi problemi esclude che ciò sia avvenuto.. Una probabilità su 10 mila (lo 0,01%) sembra poter rappresentare una valutazione abbastanza pessimistica. Si hanno quindi a questo punto tre cifre.
NUMERO DEI PIANETI ADATTI ALLA VITA SU CUI PUO’ ESSERSI
SVILUPPATA UNA FORMA DI VITA DI TIPO BATTERICO
Ottimista: 100% di 1 miliardo = 1 miliardo
Moderato: 50% di 10 milioni = 5 milioni
Pessimista: 0,01% di 10 milioni = 1.000
Il passo successivo è l'evoluzione della vita. Qui c'è abbastanza accordo sul fatto che la vita, una volta partita, possa in qualche modo evolversi. Per gli ottimistil'apparizione di esseri pluricellulari è solo questione di tempo: 70% di probabilità. Il moderato potrebbe dire: 20 probabilità su cento. Il pessimista potrebbe scendere a 5 probabilità su cento.
NUMERO DEI PIANETI SUI QUALI DA FORME DI VITA DI TIPO BATTERICO
AVREBBERO POTUTO SVILUPPARSI FORME DI VITA DI TIPO PLURICELLULARE
Ottimista: 70% di 1 miliardo = 700 milioni
Moderato: 20% di 5 milioni = 1 milione
Pessimista: 5% di 1000 = 50
Vediamo ora il gradino successivo: lo sviluppo dell'intelligenza. Per l'ottimista il passaggio dall'essere pluricellulare a forme intelligenti è quasi certo (90%). Il moderato potrebbe valutare questa probabilità al 25%; il pessimista al 2%.
NUMERO DEI PIANETI SUI QUALI PARTENDO DA FORME DI VITA DI TIPO PLUCELLULARE
AVREBBERO POTUTO SVILUPPARSI FORME INTELLIGENTI
Ottimista: 90% di 700 milioni = 600 milioni
Moderato: 25% di 1 milione = 250.000
Pessimista: 2% di 50 = 1
Una volta che si arriva agli esseri intelligenti, gli ottimisti ritengono che il passaggio a forme di vita sociale, con sviluppo di forme di tecnologia, sia ovvio (100%). Anche il moderato si sbilancia e accetta l'idea che partendo da forme di vita intelligenti (dato un tempo sufficiente) si possa giungere a una società tecnologica (100%). Il pessimista, invece, ritiene che ciò possa avvenire solo molto raramente (5%).
NUMERO DEI PIANETI SUI QUALI, PARTENDO DA FORME INTELLIGENTI,
AVREBBE POTUTO SVILUPPARSI UNA CIVILTA’ TECNOLOGICA
Ottimista: 100% di 600 milioni = 600 milioni
Moderato: 100% di 250.000 = 250.000
Pessimista: 5% di 1 = 0,05
Ma subentra a questo punto un altro notevole passaggio restrittivo. Se vogliamo comunicare con un'altra civiltà extra terrestre, infatti, noi non siamo ovviamente interessati alle eventuali civiltà già scomparse o a quelle non ancora nate: noi siamo interessati solo a quelle contemporanee, cioè che esistono in questo momento. Per fare questo calcolo occorrerebbe sapere quanto dura una civiltà tecnologica. Perché se dura un tempo molto lungo, allora ci sono più probabilità che le nostre esistenze si incrocino; se la durata è molto breve, allora le probabilità diminuiscono notevolmente.
Mediamente sulla Terra un mammifero, come specie, dura cinque o dieci milioni di anni; l'uomo con la sua civiltà tecnologica, durerà di più o di meno? Asimov dice di meno: solo un milione di anni. Se si applica un criterio analogo per gli altri pianeti, facendo un po' di conti si ha solo una probabilità su mille (cioè lo 0,1%) che un'altra civiltà tecnologica sia nostra contemporanea. Questa è l'ipotesi ottimistica.
Il pessimista moderato potrebbe dire che la durata di una civiltà tecnologica è molto inferiore al milione di anni: solo 20.000 anni. Tuttavia, poiché un sistema solare del nostro tipo (e quindi un pianeta come la Terra) è solo a metà strada della sua esistenza (e quindi ha ancora qualche miliardo di anni di vita), potrebbero riemergere in seguito, sullo stesso pianeta, varie volte, altre civiltà. Diciamo 10 altre volte, per complessivi 200.000 anni. Quindi lo 0,02%. Il pessimista, invece, potrebbe dire che una civiltà tecnologica dura solo duemila anni, poi si autodistrugge e non riappare mai più. Ecco quindi le nostre ultime cifre.
NUMERO DEI PIANETI DELLA GALASSIA SUI QUALI ESISTE OGGI UNA CIVILTA’ TECNOLOGICA
Ottimista: 0,1% di 600 milioni = 600.000
Moderato: 0,02% di 250.000 = 50
Pessimista: 0,0002% di 0,05 = 0,0000001
La cifra ottimista è molto elevata: secondo Asimov esisterebbero oggi nella nostra Galassia 600.000 civiltà extraterrestri. Ci sembrano decisamente troppe, anche se non abbiamo prove per dimostrare il contrario.
Il pessimista moderato arriva alla cifra conclusiva di 50. Cioè noi saremmo una delle poche civiltà tecnologiche oggi esistenti nella Galassia.
Tra queste due cifre, 50 e 600.000, esiste dunque un ventaglio di probabilità,in cui si possono situare coloro che ritengono possibile o probabile l'esistenza di altre civiltà nella nostra Galassia.
Quanto al pessimista egli è sceso molto al di sotto dello zero, e secondo i suoi calcoli noi non dovremmo praticamente esistere se non per puro caso. C'è infatti solo una probabilità su dieci milioni (appunto lo 0,0000001) che esista oggi una civiltà tecnologica nella nostra Galassia. Siamo stati eccezionalmente fortunati ad apparire. E’ come se avessimo azzeccato cinque volte di seguito un en plein alla roulette.
Una sorprendente moltiplicazione
Non so quale di queste varie opzioni è più vicina al vostro modo di vedere. Si tratta, naturalmente, di un esercizio teorico e ognuno può scegliere delle strade intermedie o zigzaganti o diverse. E rifare i conti per le sue ipotesi. Se però sostanzialmente le vostre conclusioni rimangono nell'arco di queste valutazioni, c'è un fatto molto sorprendente che succede.
Infatti, queste cifre si riferiscono soltanto alla nostra Galassia. E nell’Universo esiste un numero immenso di galassie: si calcola ve ne siano almeno dieci miliardi osservabili... A questo punto le cifre cambiano completamente, perché bisogna moltiplicare il tutto per almeno dieci miliardi, e allora si sale a cifre sbalorditive.
Il pessimista, in tal caso, salirebbe da 0,0000001 a 1.000. Vale a dire che, in base alle sue restrittive percentuali di valutazione, vi sarebbero oggi nell'Universo almeno 1.000 civiltà extraterrestri.
Il moderato salirebbe a 500 miliardi... E l’ottimista a 6 milioni di miliardi di civiltà extraterrestri contemporanee alla nostra! Ecco quindi i dati conclusivi per l'Universo:
NUMERO DI CIVILTA’ TECNOLOGICHE OGGI NELL’UNIVERSO
Ottimista: 6 milioni di miliardi
Moderato: 500 miliardi
Pessimista: 1.000
http://cfivarese.altervista.org/SI_Drake_Angela.html