Come da titolo ...
Insegnamento del dialetto a scuola : Pro o Contro?
Motivate la vostra risposta...
A mio modesto parere sono contro, perchè ci possono essere alunni stranieri/di altri paesi italiani, che partirebbero svantaggiati...
Visualizzazione stampabile
Come da titolo ...
Insegnamento del dialetto a scuola : Pro o Contro?
Motivate la vostra risposta...
A mio modesto parere sono contro, perchè ci possono essere alunni stranieri/di altri paesi italiani, che partirebbero svantaggiati...
Prima indici un referendum per cambiare la costituzione,poi se ne riparla;)
potrebbe essere una scelta facoltativa..
quindi si ma senza obbligo, come la seconda lingua.
Con l'aria di secessione che tira la vedo ardua ..
Contro, preferirei dare più lavoro ai professori di grammatica italiana e matematica.
Quoto..
Per il dialetto ci sono i nonni;)
contro.
non è , come dire, formativo (non so se sia la parola adatta) o cmq necessario insegnare il dialetto a scuola. ci sono cose piu importanti con tutte queste carenze.
poi ci sono regioni in cui si parla correntemente e quindi non c'è bisogno di insegnarlo (semmai bisogna proteggere l'italiano). in altre in cui si è perso o si sta perdendo, se molti non lo parlano un motivo c'è
fermo restando che la variazione dei dialetti (nemmeno regione per regione ma città per città) è una delle caratteristiche più sfiziose che ci sono
Contro. A parte il fatto che la sola esistenza di una grammatica del dialetto distruggerebbe l'idea stessa di dialetto. (I dialetti sono lingue senza esercito!)
In secondo luogo, per studiare non dialetto ma dialettologia servono competenze che si possono apprendere esclusivamente all'università.
E poi perché è bene che si impari l'italiano vero e proprio. E perché non è tempo di dividere l'Italia in microgruppetti culturali. Sarebbe deleterio.
Contrario che venga insegnato a scuola. Ma, almeno per quanto mi riguarda, mi dispiace non conoscere la grammatica del mio dialetto.
Il napoletano è una lingua a tutti gli effetti con una sua grammatica. anche l'UNESCO l'ha riconosciuta e definita patrimonio da proteggere.
I dialetti non hanno grammatiche.
Altrimenti non sono dialetti.
E TUTTI i dialetti sono lingue.
La differenza non è nella definizione di lingue. Sia i dialetti che le "lingue" come normalmente le intendiamo sono la stessa cosa. La differenza è che il dialetto è meno prestigioso e non ha una grammatica che ne fissi le regole e ne limiti l'evoluzione.
Vi prego, non dite grammatica del dialetto, la piccola linguista dentro di me protesta :087:
@Holly guarda che alcuni dialetti le regole le hanno eccome. E sono diverse dalla grammatica italiana, non basta tradurre le perole in dialetto e usare le stesse regole. Solo perché di solito il dialetto è usato dagli ignoranti (che non sanno parlare bene nè italiano nè in dialetto) non significa che quest'utlimo non abbia una grammatica che ne fissil le regole.
Ma questo lo so benissimo. Io per grammatica intendo la manualistica che fissa e regola una lingua (e che è uno dei motivi per cui una lingua acquista prestigio).
La differenza fondamentale fra una lingua e un dialetto (sebbene i dialetti siano delle lingue a tutti gli effetti) si trova in cause sociolinguistiche (il prestigio, appunto) e nel fatto che il dialetto non è fermato nella sua mutazione da regole fisse e stabilite come quelle grammaticali ^^
Il lessico poi è la parte più effimera di una lingua. Quel che caratterizza veramente una lingua è l'organizzazione sintattico-morfologica interna.
Inoltre, essendo la lingua un filtro per decodificare la realtà. non è possibile compiere delle traduzioni perfette, in nessun caso :)
Se permetti io del prestigio me ne sbatto. Il mio è un vezzo estetico. Ci sono alcuni dialetti bellissimi, altri davvero brutti e parlo proprio di organizzazione sintattica, di come vengono strutturate e concepite le frasi.
E sai che chi ti parla non è il cafone di turno.
ripeto il napoletano è una lingua Lingua napoletana - Wikipedia con una sua grammatica e regole ferree.
e non sto diceno che è bello da sentire e robe varie, me ne sbatto.Quote:
L’Unesco riconosce il napoletano come lingua, e non dialetto, seconda solo all’italiano per diffusione tra quelle parlate nella penisola. Sicuramente si tratta dell’idioma italico più esportato e conosciuto grazie alla canzone classica partenopea, una delle maggiori espressioni artistiche della cultura occidentale che da più di un secolo diffonde in tutto il mondo la bellezza della parlata napoletana. Una lingua romanza che, nelle sue variazioni, si parla correntemente nell’alto casertano, nel sannio, in irpinia, nel cilento, e nelle zone più vicine di Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise e Puglia, ovvero tutti quei territori che nelle antiche Due Sicilie costituivano il Regno al di qua del faro di Messina laddove la lingua nazionale era appunto il Napolitano, mentre il Siciliano era la lingua nazionale del Regno al di la del faro (Sicilia).
Nonostante la meritoria e imponente opera dei grandi scrittori e compositori di musica napoletana classica, dal 1860 in poi, con la perdita d’identità del popolo meridionale, il Napoletano è però purtroppo andato sempre più degradando e oggi si sta trasformando volgarmente per molteplici cause. Prima fra tutte la mancata valorizzazione e il negato insegnamento che stanno mistificando la grammatica e la pronuncia di questa meravigliosa lingua riconosciuta dall’Unesco ma non dallo stato italiano. Di qui, dunque, l’aggressione delle contaminazioni moderne fatte di un volgare slang giovanile e di vocaboli stravolti nel significato. Ad esempio, un vocabolo come “vrénzola”, ossia “cosa da poco (sta ascénno ‘na vrenzola ‘e sole), è stato tristemente trasformato in indicazione di donna volgare.
Iniziative a tutela provano a metterle in piedi timidamente le istituzioni locali e nella seduta del 14 Ottobre 2008, il Consiglio Regionale della Regione Campania approvò un disegno di legge d’iniziativa provinciale sotto titolo “Tutela e valorizzazione della lingua napoletana”. La risoluzione attende però di trovare il suo seguito con adatte soluzioni strutturali che permettano ai più giovani di imparare grammatica, ortografia e dizione corrette.
Provate a chiedere a un napoletano, per esempio, la differenza tra apostrofo e aferesi, elementi cardini della scrittura partenopea.
Probabilmente resterà muto al sentire la seconda, ovvero quel segno diacritico che deve precedere un articolo determinativo. E qui si presenta il più frequente degli errori di scrittura oggi ravvisabili sulle insegne e sui manifesti pubblicitari in napoletano: l’articolo “il”, che si traduce in “lo” per poi divenire tronco ponendovi l’aferesi, appunto, che ne cancella la consonante iniziale, viene frequentemente scritto o’, con l’apostrofo dopo la o che segnala un’elisione inesistente, mentre andrebbe scritto ‘o, con l’aferesi che invece cancella la consonante iniziale e la sua pronuncia nella parola.
È un piccolo ma significativo esempio a cui a cascata ne potrebbero seguire tantissimi. E allora, per dare un senso didattico a questo scritto, prendo a spunto un’insegna http://angeloxg1.files.wordpress.com...07/insegna.jpg, come tante se ne vedono al centro di Napoli, che è l’esatta fotografia di questa perdita di patrimonio linguistico.
Vi si legge “A’ TAVERNA DO’ RÈ”, e chi conosce e ama la lingua di Partenope non può non trasalire. Sei errori sei in una sola stringata frase! Va detto subito che la forma grammaticale napoletana corretta è: ‘A TABERNA D’ ‘O RRE. E vediamo perché.
Come detto, l’articolo determinativo “la” diventa tronco e vi si pone l’aferesi che cancella la consonante iniziale, non l’apostrofo dopo la a. La parola “Taverna” in Napoletano è più correttamente tradotta in “Taberna”, vocabolo derivante dalla lingua spagnola; ma questa è poca cosa di fronte alla preposizione articolata “del” che in napoletano diventa “d’ ‘o”, ovvero “de lo” in cui si pone l’apostrofo dopo la d che sancisce l’elisione della o e la dizione tronca, nonchè l’aferesi prima della o (vale il discorso dell’articolo “la”). Infine, in molti casi, l’articolo determinativo singolare maschile fa raddoppiare la consonante della parola che segue per indicarne e sottolinearne la dizione corretta, come nel caso di “il Re” che diventa ‘o Rre e non ‘o Ré con una sola erre e con l’improprio accento sulla e.
Lingua Napoletana, patrimonio Unesco da proteggere
ma è una lingua.
mesi fa lessi un sito che settimna dopo settimana faceva lezioni di napoletano insegnando le regole grammaticali (tipo il link di sopra)
ma non ho salvato i link purtroppo
Io non sto infatti giudicando assolutamente i gusti personali e la bellezza di una lingua. Secondo alcuni il tedesco è brutto, ma questo non vuol dire che non sia prestigioso!
Io sto facendo un discorso diverso.
Io non sono informata a riguardo, infatti a me pare che il discorso venga buttato sul napoletano in quanto tale e non sul mio discorso generico: i dialetti sono tutti delle lingue, ma, a differenza delle lingue sono privi di prestigio e di una grammatica che ne limiti l'evoluzione.
Ora, di questo sono certa come della morte. E - proprio per argomentare di più la tesi - ti dico che nell'accezione saussuriana di lingua (e ripeto, mi riferisco al solo Saussure, Corso di Linguistica Generale, 1916) è la realizzazione della facoltà di linguaggio. Osservato in questi termini è ovvio che tutti i dialetti siano delle lingue, ma c'è anche qualcosa di cui mancano per essere considerati delle lingue "alte".
Per quanto riguarda la pagina wikipedia, come al solito per le faccende linguistiche mi metto le mani nei capelli. E per quanto riguarda la pagina del non-attendibile napoli.com non capisco cosa ci sia di strano e di contraddittorio con quello che ho detto.
Ti sta dicendo che è una Lingua perché ha una grammatica che ne regoli l'evoluzione.
A me pare che qui però il napoletano c'entri poco. Viene chiesto se sia giusto insegnare i dialetti a scuola. No, la dialettologia è materia universitaria.
@Holly che siamo tutti - te compresa - Off Topic non ci piove. La mia risposta era sul tuo categorico i dialetti non hanno grammatica. Il fatto che non siano prestigiosi non significa che non abbiano grammatica. Io adoro l'Italiano, così come sono in grado di apprezzare il dialetto. Alcune poesie in dialetto sono fenomenali, e credo che nessuno leggendole andrà a pensare il prestigio.
Probabilmente tu, visto che studi questo, hai una considerazione diversa del termine grammatica, gli dai un significato tutto tuo, probabilmente anche più giusto per carità. Io te la semplifico così, immaginando di trovarmi davanti una persona che conosce vita morte e miracoli del mio dialetto (visto che è l'unico che conosco) vorrei poter scrivere in maniera tale che questa persona non mi faccia notare errori grammaticali (nel significato più "umile" che si può dare al termine errore grammaticale). Sul napoletano non mi esprimo, non l'ho nominato in nessuno dei miei post.
Perché presupponendo che il dialetto non ha grammatica, mi basterebbe scrivere una frase in italiano e sostituire ogni vocabolo con il corrispettivo in dialetto. Qualcosa mi dice che non ne verrebbe fuori una gran cosa.
Il discorso che vuoi fare tu è diverso, ma proprio perché è diverso, non c'entra nulla con quello che ti sto spiegando io, ne con il topic in sè. Anche perché se noti bene io ho proprio esordito che sono contrario all'insegnamento a scuola.
ho messo in mezzo il napoletano perchè so che viene definita lingua anche dall'unesco e perchè per "vicinanza" ho piu fonti da recuperare. se ci sono altri dialetti che possono portare altra "legna da ardere" ben venga.
non capisco il discorso sul prestigio sinceramente. cosa centra ? e nemmeno come faccia un dialetto ad avere prestigio e altri no e poi rispetto a che cosa ? su che base ?
ma anche una lingua ufficiale e riconosciuta. come fa ad avere prestigio?
c'è da dire che i dialetti essendo legati al territorio e non "ufficializzati e promossi" non possono diventare delle vere e proprie lingue (per il significato che noi associamo al termine lingua)
la loro forza sta proprio nel fatto che anche se c'è una lingua nazionale resistono e non scompaiono e in molte zone si parlano correntemente da sembrare delle vere e proprio lingue ufficiali. e se vogliamo pensare l'italia come una massa di molte parti (piu di 20) allora si, i dialetti (e le varianti) sono delle lingue. regionali, provinciali, cittadine. ma pur sempre lingue vere e proprie. che solo per motivi "decisionali" non sono potute diventare lingue ufficiali . poi ci sono alcune più "ricche, sviluppate e articolate" e altre meno
sono sicuro che qualche dialetto "italiano" è numericamente e temporalmente piu parlato di lingue ufficiali riconosciute
non ho capito poi il passaggio sul "poco attendibile" napoli.com (che poi il link non è di napoli.com). un giornalista è attendibile solo se del corriere della sera o simili ?
(in quel te compresa c'è un pizzico di cattiveria :lol:)
Ma io te l'avevo scritto un sacco di post fa cosa intendevo per grammatica XD
Il fatto che tu non possa tradurre non è dovuto esclusivamente all'assenza di una grammatica (nel mio senso u.u) ma al fatto che ogni lingua è un filtro per la realtà. Già è difficilissimo tradurre normalmente, figurati senza, appunto come dici tu, senza il supporto di norme.
Io volevo chiarire solo su un punto su cui tutti cascano :D
Cioè la differenza fra dialetto e lingua (o il fatto che molti credano che i dialetti non siano lingue :D)
Contrario anche io.
Soprattutto perché qui al Sud almeno il 40% degli studenti di elementari, medie e superiori ha serie difficoltà ad esprimersi in italiano. Quindi ci sono altre priorità.
Il prestigio deriva da una serie di fattori di carattere sociolinguistico. Ovviamente non cristalliziamoci sul contesto in cui di norma viene usato il termine "prestigio". E' ovvio che alcune realtà dialettali siano bellissime. Ma non si parla dialetto alla radio, o in tv, o non si scrivono documenti in dialetti. In quel senso prestigio e in quel senso sono contraria all'insegnamento nelle scuole dei dialetti.
Non capisco il senso del post, lo sto dicendo da subito che i dialetti sono lingue. E' la prima citazione che ho fatto: i dialetti sono lingue senza esercito.
Fondamentalmente no, per me non è attendibile al 100% nemmeno il giornalista del corriere della sera, figuriamoci l'articoletto senza note e fonti di napoli.com :D sarà una mia deformazione, ma sono sempre molto scettica quando si tratta di informazioni del genere prese da internet.
Hai ragione,ma non scrivo da pc quindi devo essere sintetico..
Il sardo è già riconosciuto come lingua e non dialetto..deriva direttamente dal latino,ed esiste il traduttore su google;)
Battute a parte fai prima a capire l'ispanico che un sardo che parla in dialetto..
pro/contro
da un lato la vedo una cosa positiva per mantenere le tradizioni (soprattutto al nord, perchè al sud parlano praticamente solo dialetto)
ma dall'altro credo sia una perdita di tempo e soldi che si potrebbero investire in lezioni molto più utili.
è normale che non si facciano atti uffiaciali a livello nazionale in dialetto. è facile da capire: c'è una lingua ufficiale fatta apposta
come gia detto non è che questa la discriminante tra le lingue ufficiali nazionali e quelle minori, i dialetti. perchè (putroppo non so come) si arriva a scelte che portano ad avere una unica lingua. quindi è solo una questione di scelte che un dialetto a caso (o una sua variante "italianizzata" o "italianizzante" in futuro) non sia diventata lingua ufficiale.
quindi sintetizzando tutte queste parole: ci sono lingue ufficiali nazionali e dialetti, che non sono estese per tutto il territorio nazionale e non vengono usate per atti ufficiali (non per bellezza, per regole grammaticali, prestigio o altro, solo per scelte fatte a loro tempo) ma sono lingue a tutti gli effetti che hanno una loro grammatica (più o meno vasta) e tutto il resto che si può associare in argomento lingua.
poi ancora sul sito. napoli.com non sarà l'ansa ma di sicuro ci sarà qualche giornalista serio e professionale
non ho preso l'articolo da un blog che può avere scritto uno come me, ma da uno che so che su quel tema è molto puntiglioso e che ha collaborazioni con professori del settore.
Scelte fatte in tempi passati......
Sono stati i padri costituenti viste le ambizioni sparatiste di Sardegna,Sicilia,trentino,Friuli e valle d'aosta a vietare l'uso del dialetto negli uffici pubblici..
La questione in passato non è stata semplice come la esponi tu...
Il napoletano è un caso a se..quando ero piccolo al nord bastava parlare con accento del sud per essere chiamato napoletano..
Il dialetto partenopeo si è fatto conoscere nel bene e nel male in tutto l mondo...
ti rispondo che anche il napoletano è riconosciuto come lingua (e a questo punto penso anche altri dialetti), anche il napoletano ha la sua storia di centenni,
e battute a parte, mi è difficile capire qualunque dialetto non sia il mio (se parlato stretto). e penso sia normalissimo che uno non capisce il dialetto di altre regioni. forse solo il romanesco si capisce.
non credo che dipenda dalle regioni a statuto speciale. mi pare piu che logico che "cose" ufficiali con interess nazionale devono essere in italiano. sarebbe fuori luogo il contrario
e questo cosa centra ? non ti seguo...
questa poi... ti seguo ancora meno...
sei andato un tantino off topic ma un po lo siamo andati tutti. la domanda era se si era favorevoli all insegnamento dei dialetti a scuola.
poi si è iniziato a dire che i dialetti non sono lingue è tutto è "degenerato"
hai ragione siamo o.t
era una considerazione difficile da capire lo ammetto...