Sì, però devi considerare anche il fatto che di laureati in economia ce ne stanno a migliaia oramai... (per farti un esempio)
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ma non ho detto che si trova sicuramente :lol:
azzo ma leggete?
ho semplicemente detto che in quanto economista troverei magari più facilmente lavoro rispetto a una laurea in beni culturali che era il mio sogno.
poi sicuramente andrò a fare la manichina umana alla Rinascente, ma a livello di possibilità oggigiorno secondo me è così.
Perché se hai il padre che ha uno studio di avvocati, allora si che lavorerai come avvocato.
Se hai il padre che ha uno studio di commercialisti, allora la usi la laurea in economia.
Se hai il padre che fa il medico, allora hai ottime probabilità di fare il medico.
Diciamo che funziona così...
ho la mamma che lavorava in banca :047:
scherzi a parte in quanto donna mi basterebbe anche darla. :lol:
no, comunque seriamente lo so che succede anche questo.
infatti ho detto che esistono le botte di cùlo.
parlavo di un mondo onesto nel mio discorso.
poi ovvio che o hai cùlo o devi fartelo.
sennò te lo fanno gli altri.
astio u.U
esattamente.
io, invece, sono in un'università molto grande. del mio corso di laurea - sfortunatamente, come ha detto qualcuno su, lettere - al primo anno eravamo immatricolati in circa 150. i corsi di economia superavano le 1000-2000 persone.
il mio curriculum è lingua, letteratura, filologia italiana. del mio anno siamo circa una ventina a seguirlo.
la cosa mi rassicura non poco. a parte perché non penso di aver fatto una cosa stupida scegliendo il curriculum che dava la preparazione più completa (su suggerimento degli stessi professori) e che apriva la strada all'insegnamento. lì ho conciliato utile e dilettevole anche io, ma perché l'indirizzo in giornalismo era d'impianto sociologico e non ne ho voluto sentir parlare.
quello che personalmente mi ha annoiata sono gli stupidi che mi chiedono la facoltà che frequento e poi mi scoppiano a ridere in faccia dicendo che rimarrò disoccupata. mi auguro, fra dieci anni, di trovarli tutti a zappare la terra :) e non per cattiveria, ma perché la non comprensione non si deve trasformare nel disprezzo per quello che fanno gli altri. io non ho pretese sul lavoro che troverò un domani. ci penserò un domani. però basta con questa gente che si crede furba e intelligente solo perché ha scelto la facoltà in base esclusivamente al lavoro. io li vedo, che non vogliono preparare gli esami, che non si appassionano, che si parcheggiano all'università a girarsi i pollici... bah. preferisco fare quello che voglio, piuttosto che questo.
Non mi sono spiegata, peraltro lungi me dal voler usare un tono sarcastico per un tema che mi sta così a cuore. Con l'espressione lusso intendevo dire che i costi per l'istruzione universitaria secondo me non permettono di compiere delle scelte interamente dettate dalla passione.
Poi, se noti nella discussione una prima forma di provocazione è stata fatta nei riguardi di persone che scelgono in base agli andamenti e le richieste del mercato del lavoro. Mi sono sentita di spezzare una lancia in favore di "Quelli altri che..".
Infine, ho sottolineato che un criterio di scelta oltre alla passione possono essere l'interesse e le attitudini personali; nessuno conosce le materie di legge, di medicina, di ingegneria prima di uscire dalle superiori, ma probabilmente sono insite caratteristiche della persona che rendono plausibile impegnarsi per studiarle.
Non ho scritto da nessuna parte che pur di trovare lavoro vanno studiate materie vomitevoli, ma che non sempre la passione può darci ciò che ci aspettiamo. Ognuno reputa per sè ciò che è giusto e a Rudemood ho solo scritto che trovo il suo un discorso azzardato, non assurdo. Non reputo mai assurde le idee degli altri.
sì, infatti ti avevo scritto che poteva esserci un malinteso (da te quel tipo di sarcasmo non me lo sarei aspettato, ma si poteva interpretare in quel modo, e in quel modo ho risposto ^^).
per il resto, sul discorso del secondo pezzo, hai ragione. ma anche le materie conosciute vengono studiate in un modo completamente diverso da quello del liceo. l'università è completamente un'altra cosa come metodo. questa è la cosa che ai ragazzi delle superiori, spesso, non viene spiegata, e che è importante che sappiano.
il resto si riferiva a mie personali esperienze, dove vedo gente fare cose che fanno loro letteralmente schifo convinti che un domani saranno pieni di soldi. ecco, questa è una cosa stupida.
il discorso di rude, invece, è molto valido per certe cose. anni fa c'era la corsa a iscriversi a "giurisprudenza". ora molta gente è ancora lì che cerca di laurearsi e molti laureati non trovano lavoro perché la domanda si è notevolmente ridotta.
e ora saranno tutti economisti e ingegneri. e se fra sei o sette anni la domanda si riduce? a che pro sprecare un'opportunità come quella di studiare all'università per aumentare le percentuali di trovare lavoro?
il mercato del lavoro è variabile, non si può stabilire da ora a cinque anni come evolverà.
ora come ora, rimaniamo comunque TUTTI fregati, visto che disposizioni di governo ci affossano, TUTTI, favorendo il precariato e alzando l'età del pensionamento (a che pro far lavorare un sessantacinquenne che non vede l'ora di andare in pensione e tenere a casa uno di venticinque anni che farebbe quel lavoro molto meglio, avendo competenze più "fresche" e più energie da spendere?)...
Ma scegliere di continuare gli studi non dev'essere un obbligo.
Ripeto, se l'obiettivo è quello di trovare un lavoro... un lavoro vale l'altro.
La corsa alla laurea è una delle cause che, secondo me, ha portato alla congestione del mercato del lavoro.
C'è gente che rimane parcheggiata nelle aule anche decenni - tra corsi, specializzazioni e master - solo perché non ha altro da fare...
Eppure i laboratori di pasta all'uovo ed i forni aprono e non chiudono mai.
Gli idraulici si trovano a fatica...
Allora il problema non è più trovare un lavoro per campare.
Ma campare per trovare un lavoro comodo.
Allora auguri. Investite denaro su un futuro incerto.
Passate anni su libri che vi annoiano.
Magari avrete fortuna e non resterete delusi e puzzolenti di frittura :roll:
Non è così, il mercato del lavoro oggi presenta queste caratteristiche a causa di innumerevoli fattori sia di domanda che di offerta. Se tu fai questo discorso di persone che frequentano solo per il gusto di non far niente va bene, ma diffonderlo ad una platea di studenti non va bene e sinceramente il tuo discorso lo reputo offensivo per le persone che si lasciano spezzare la schiena dai libri in prospettiva di un futuro migliore e di un salto nella mobilità sociale. Tutti hanno diritto a servirsi dell'istruzione come mezzo per proseguire, se sei disillusa te non trasmettere agli altri un messaggio del genere, quanto meno fallo con cognizione di causa e non perchè conosci i commessi del Mc Donald.
Non mi pare di averlo fatto...
Non so perché reputi offensivo un discorso del genere.
Non ho mica detto che chi studia per trovare un lavoro comodo è stupido.
Ho detto che molto probabilmente rimarrà deluso, come quasi il 50 % dei laureati.
Trovo più offensivo, invece, dire -o lasciar intendere- che solo chi è laureato può avere un futuro migliore e può salire la scala sociale...
Non so eh.
Al mondo non servono solo laureati.
Certo, tutti hanno diritto allo studio. Non lo sto negando ...
E... non conosco commessi del Mc. Mi basta navigare un po' sul web e leggere il malcontento di ultratrentenni plurilaureati che ancora non possono mettere su famiglia perché non hanno (o non vogliono) un lavoro.. E non è un problema che esiste da 8 mesi eh.
Le favolette non mi sono mai piaciute, e cerco di non raccontarne.
Quindi non posso accogliere il tuo invito.
In primo luogo qui non sono stati mensionati i panettieri o gli idraulici. La ragazza ha chiesto delle informazioni in merito al ruolo dell'orientamento universitario, per questo motivo mi è sembrato plausibile ridurre la platea delle persone interessate. Pertanto, massimo rispetto per chi lavora da sempre e si guadagna il pane ma qui si parla di sbocchi universitari e istruzione come strumento di mobilità sociale, prospettive di carriera e cultura.
In secondo luogo, bisogna indagare sulle effettive lamentele del plurilaureato. Ovvero: se lamenta lo stato di precarietà, se lamenta lo stato di sotto-occupazione, se lamenta lo stato di disoccupazione totale.
In terzo luogo, non dico raccontare favolette ma quanto meno informarti non solo sulla base di quel che leggi nel web. Esistono numerosi siti dove è possibile informarsi sulla attuale situazione del mercato del lavoro, possono aiutare a concretizzare una certa opinione senza renderla catastrofica. Indubbiamente serve sacrificio e un aspetto che spesso trascura l'orientamento universitario è inculcare l'idea che non regala niente nessuno se non ci si spinge oltre.
Eurasia...
Ecco cosa c'entrano l'idraulico e il panettiere.Quote:
Voi come scegliete o avete scelto? In base le vostre attitudini, i vostri voti alle superiori, le vostre preferenze oppure in base a faccio-questo-perchè-trovo-lavoro?
Visto che non è un topic personale ho risposto in maniera generale.
Ma ok.
L'esperta sei tu. Non serve nemmeno andare a leggere studi e statistiche su tutti quei bei siti aggiornati.Siccome non riesco a stare dietro alla tua diplomazia e ai tuoi giri di parole atti a trasformare i concetti espressi dalle persone (perché è esattamente ciò che hai fatto e non ho assolutamente voglia di ripetere la stessa cosa con altre parole) chiudo qui.
Buono studio a tutti.
Non ho pensato al 'dopo', e probabilmente non é stata una scelta ottimale però é quello che ho sempre voluto fare, ho provato e ce l'ho fatta, anche se nell'immediato futuro non vedo molte certezze.
Vedo lo studio come qualcosa in grado di arricchire le persone non in vista di qualcosa da fare in futuro ma per sè stessi e credo di aver scelto in base a questo.
quando avevo fatto orientamento mi ricordo che non mi era servito praticamente a nulla....ho capito più cose da internet che da questo servizio...mah...:roll:
cmq il discorso delle lauree ormai ogni volta che lo sento rido....a marzo mi prendo la mia prima laurea presa con tanta passione....ma.....a settembre mi iscrivo in un altro corso di laurea :D non tanto perchè con il mio titolo di adesso non trovo lavoro,( ce ne sarebbe ben) ma perchè visto come stanno le cose ho concluso che conviene farsi più lauree e unirle tra di loro....e per il discorso del dover studiare a tutti i costi qualcosa che da un lavoro mi sembra una cavolata...al giorno d'oggi tutte le lauree rischiano di non darti lavoro....infermieristica? da noi le assunzioni l'hanno bloccate....avvocato??? il 33 % risulta disoccupato...insomma.....tanto vale fare quello che piace così se non si trova lavoro almeno si ha la consolazione di aver studiato qualcosa che piace
Le giornate di orientamento ci sono ma non servono a molto e sono mal organizzate, almeno nella mia scuola.
Vi faccio un esempio: ci è stata data la possibilità di trascorrere 3 giorni di orientamento presso una università della stessa regione, università in cui è presente la facoltà che andrò a scegliere.
Mi sono iscritto a questi 3 giorni e quando vado a scegliere il corso di studi ci danno dei paragrafi di non più di 10 righe riguardanti tutt'altro quello che riguarda le facoltà all'interno ma solo convegni e riunioni che secondo me non servono a molto, visto che non riguardano le materie a cui noi siamo interessati.
Naturalmente ci andrò lo stesso, almeno per vedere l'ambiente,ecc...
La scelta, per quanto difficile, va fatta con cognizione di causa nei limiti del possibile.
Io sceglierò una facoltà di mio interesse e che appaghi le mie attitudini al meglio...il lavoro se lo troverò o no quella è una cosa che dipende dallo stato in cui lavorerò e per adesso non mi preoccupo totalmente di questo anche se da come vanno le cose in Italia sono molto scettico, vedremo in futuro.
il servizio di orientamento universitario è ottimo, perlomeno per quanto riguarda bologna e dintorni. il problema è che non vi si viene indirizzati, il problema è che questo servizio non viene nominato a chi fa le superiori, il problema è che non viene illustrato in tempo o a dovere, almeno per quanto riguarda gli istituti professionali. è un peccato, perché negli istituti professionali ci sono tantissime persone che farebbero carriera con l'università, ma non la fanno perché non vengono informati delle possibilità che hanno. non sono solo i studenti che fanno il liceo quelli idonei a fare qualcosa di più, a fare un passo in più; è una possibilità accessibile da chiunque porti a termine un percorso scolastico superiore quinquennale.
parlo anche per esperienza personale perché da ex-studentessa di un istituto professionale turistico non ho avuto l'occasione di sentire parlare di un servizio di orientamento all'università. ho dovuto, di iniziativa propria, andare ad informarmi sulle possibilità di continuare a studiare. quando l'ho trovato, però, sono rimasta soddisfatta del servizio informativo dell'alma mater studiorum. ai centri almawelcome le persone sono esaurienti, pronte a chiarire qualsiasi dubbio e esporre tutte le occasioni che ci sono, non solo alcune.
io ho una grande passione per le lingue e per la comunicazione in generale. a questa si aggiunge anche la letteratura, l'internazionalità, la globalizzazione comunicativa. ho provato ad entrare ad interpreti a forlì, che è a numero chiuso, ma non ce l'ho fatta. nonostante la mia presunta bravura in inglese, c'è chi è stato più bravo di me. tuttavia ero contenta del risultato, nel mio piccolo: su mille e passa persone ero quattrocentesima (tenendo conto che i primi 150 erano madrelingua). a quel punto sono passata al piano B e mi sono iscritta a bologna, alla facoltà di lingue e letterature straniere.
questo per passione, sia per l'oggetto di studio, sia per lo studio in sé; non nego, tuttavia, che l'aspetto utilitario della cosa abbia giocato un ruolo importante in questa scelta. ho molti altri interessi che riempono i miei giorni, come il lavoro con il computer, in particolare il web design e la programmazione, ma come lavoro non rende così tanto come la traduzione. la traduzione e la mediazione linguistica, parlata o scritta, sono pagate un po' di più, ricercate un po' di più.