Un nuova tecnologia apre nuove vie per il ripristino del movimento degli arti paralizzati.
Un gruppo di ricerca dell'Università di Washington ha messo a punto un nuovo metodo per ridirigere i segnali nervosi della corteccia motoria verso gli arti, bypassando le vie nervose danneggiate da un trauma o da una malattia. Questa nuova tecnica offre speranze a tutte le persone affette da paralisi degli arti a seguito di un trauma o di una patologia nervosa.
Fino a oggi gli scienziati si erano concentrati nella decodifica, per mezzo di sofisticati algoritmi, dei complessi segnali elettrici cerebrali, con il fine di trasformarli in istruzioni per muovere un arto robotico. Il nuovo approccio adottato da Chet Moritz e Eberhard Fetz, neurofisiologi autori dello studio, invece ha adottato una via per molti versi più semplice e naturale: si tratta infatti di ripristinare attraverso vie artificiali il segnale elettrico interrotto far aree motorie e arto .
I macachi testati dai due scienziati hanno imparato a giocare con un videogioco usando un joystick. Un sottile filo elettrico collegava un unico neurone della corteccia motoria dell'animale a un computer, che amplificava il segnale e lo ritrasmetteva ai muscoli dell'arto che era stato temporaneamente anestetizzato. In pochi minuti la scimmia imparava a controllare i movimenti del polso e ricominciava a giocare con il joystick.
Moritz e Fetz sperano che dalle loro ricerche un giorno si possano sviluppare dei dispositivi prostetici miniaturizzati che permettano alle persone paralizzate di muovere gambe e braccia. Fetz sta già muovendo i primi passi preliminari in questa direzione: ha infatti messo a punto un chip neurale delle dimensioni di un cellulare che può essere collegato a un microprocessore abbastanza piccolo da esser impiantato nel cervello delle scimmie.
Rimangono molti dubbi e problemi tecnici da risolvere: biocompatibilità dei tessuti, alimentazione dei dispositivi e molto altro. Ma anche se la soluzione sembra ancora lontana molti anni, secondo i due scienziati, visto che si tratta di dare nuova vita a persone con gravi problemi fisici, vale la pena di tentare.