PARACULATA
GODERE CON LA LINGUA sembra un invito al piacere e invece era una rubrica che tenevo nel 1997 sul corriere di Caracas e che venne ripresa on line da Qui-Italia, il settimanale degli emigranti, che come saprete, adesso non ci sono piu’ ma si chiamano residenti all’estero. Era un osservatorio sui neologismi italiani ( ora ci ho fatto un blog: http://conlalingua.splinder.com/ ).
Oggi andro’ ad aggiungerci una voce:
PARACULATA
Credo derivi dal romanesco, ed e’ di facile comprensione ma di difficile spiegazione. Facciamo qualche esempio:
Se andate sul Dizionario della lingua italiana di De Mauro Paravia troverete la definizione:
Azione da paraculo.
Ora, se De Mauro fosse un paraculo, andando alla voce paraculo dovreste trovare: colui che fa la paraculata, invece De Mauro e’ un onest’uomo, un ex ministro che pianse in diretta televisiva perche’ non gli lasciavano fare la riforma della scuola, e scrive, tra i vari altri significati: chi è abile nel fare il proprio interesse, senza darlo a vedere.
Dotto, ma insufficiente.
Aldo Grasso, che anni fa scrisse un memorabile articolo sulla paraculaggine in TV sottolineava che: “e’ aggettivo e sostantivo composto da "para" e "c." sul modello di "paracarro", "paracqua", "parabrise". "Para" tratto dal verbo parare, indica riparo, protezione rispetto cio’ che e’ espresso nel secondo elemento. Spesso la lingua italiana ha di queste trovate paradossali: la protezione, con inversione semantica, diventa offerta, la difesa offesa.
Paraculo, infatti, e’ anche colui che riesce con furbizia a volgere ogni cosa a suo vantaggio.”
E’ paraculo quindi Pippo Baudo nel suo spazio della domenica dove straccia inesorabilmente i nani, le ballerine, i reduci del grande fratello, i costantini e i nullafacenti del costanzo scio’, quando inizia il suo programma dicendo:
“Qui oggi non si parlera’ di Al Bano e la Lecciso, perche’ non se ne puo’ proprio piu’ “ e allarga le braccia strappando l’applauso. Poi invita in scena la Scialba Parietti. Paraculaggine, o no?
E pure il Cavaliere che spariglia il gioco, con nuove regole elettorali, imponendo a Prodi un nuovo marchio perche’ con l’Unione non si puo’ piu’ presentare. E Prodi che indice le cosiddette “primarie” dove votano solo i suoi, come definirla?
Paraculaggine.
E il nostro presidente della Repubblica, Ciampi, che quando esterna dobbiamo interpretarlo come la Sibilla Cumana. Che l’ultima sue esternazione ( quando esternano i nostri politici lo fanno sempre quando sono in viaggio all’estero, forse per paura di ritorsioni) che il giorno dopo ho letto un commento su La Repubblica che lo citava per puntellare lo sdegno della sinistra per il colpo di mano di Berlusconi, ed il pomeriggio in Parlamento La Russa citava le stesse parole di Ciampi per sottolinearne l’approvazione?
Paraculaggine di La Russa, de La Repubblica o dello stesso Ciampi che gioca a non farsi capire?
Ma quello che in questi giorni li ha battuti tutti e’ stato il Pastore Tedesco, Benedetto XVI. Ce lo servono tutti i giorni all’ora di cena, qualunque cosa dica come se i dirigenti della TV di Stato ( guarda in che stato e’ la TV) si aspettassero un’indulgenza plenaria o un posto tra i Santi in Paradiso.
L’altro giorno ha detto:
"i diritti fondamentali vengono da Dio, non dallo Stato".
Detto da lui che e’ un capo di quello Stato che ha praticato l’intolleranza, ha tagliato teste, bruciato dissidenti, scatenato guerre, scomunicato scienziati e pacifisti, e’ una bella asserzione.
Io mi limito a pensare, nel mio piccolo, che a qualunque cosa crediate, e ritengo siano rispettabilissime opinioni, le leggi le hanno SCRITTE gli uomini di buona volonta’ che a costo anche della vita le hanno difese per la loro applicazione.
Poi, da chi abbiano preso ispirazione, e’ un altro discorso. Giovanni Senza Terra, che nel 1215 fece redigere la Magna Charta Libertatum si fosse ispirato a San Giorgio e il Drago e’ un altro paio di maniche…
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