15 agosto 1998.
Dieci anni fa moriva un uomo.
Sai quanti ne son morti, dieci anni fa.
Sì, ma quello era un uomo speciale: era mio suocero.
E che avrà mai fatto di tanto speciale?
Mise al mondo sua figlia, perché un giorno diventasse mia moglie.
Va bè.... altro da dichiarare?
Purtroppo, non di positivo. Egli concretizzò l’evento attraverso una donna che fu: prima, sua moglie; poi, mia suocera.
Secondo natura.
Sì, ma poi che fece? Convertitosi al buddismo e mirando alla pace eterna, dieci anni fa interruppe il ciclo delle rinascite e dele reincarnazioni; fece fagotto e se ne andò a far manutenzione all’impianto di illuminazione del Budda.
Lasciandomi in eredità quella donna, non più sua moglie, ma sempre più mia suocera.
Vergogna! un sedicente ‘satiro’ che si abbassa a temi da commedia all’italiana, se non da barzelletta.
A parte che fa caldo, volesse il Budda che fossero solo commedie e barzellette! (Su Dio, il dibattito è ancora aperto; l’esistenza della suocera, invece, è uno dei cardini della filosofia contemporanea).
Il piacere è la cessazione della presenza della suocera. Un po’ come per le emorroidi.
So di sollevare un problema che non gliene frega niente a nessuno. Ma ricordatevi che anche Berlusconi all’inizio fu preso da tutti sottogamba.
15 agosto 1998: moriva l’uomo che mi parlava della moglie dicendo: “tua suocera”.
Se lo prese un cancro.
Me, mi prese un accidente.
Pace - all’anima sua!